Blitz del sindaco tra i Rom: «Voglio i nomi di chi non rispetta le regole»
Dopo l’ennesimo rogo nel campo Rom dell’Arenosu i residenti di Fertilia convocano l’amministrazione.
Una scena già vista altre volte nella sala riunioni dell’Egis. Cambiano solo gli interlocutori.
Il sindaco Stefano Lubrano, accompagnato dagli assessori con delega alle Borgate Pietro Monte e ai Servizi sociali Romina Caula, ascolta lo sfogo degli abitanti, stanchi di sopportare 35 anni di degrado sotto casa.
«Ora basta, l’unica soluzione è lo spostamento del campo».
Alcuni non vogliono proprio sentire ragioni: «I roghi sono all’ordine del giorno. Ogni sera intorno alle 21 accendono i falò per bruciare i materiali di scarto dopo aver estratto il rame e Fertilia viene invasa da una nuvola tossica. L’aria diventa irrespirabile. Non si può continuare così».
La pazienza di tanti è arrivata al limite: «Facciamo un esposto – denuncia », urla dai lati della sala una signora. Le risponde un giovane: «Non avrebbe senso. E poi per il reato di disastro ambientale le istituzioni dovrebbero comunque procedere d’ufficio».
E poi emergono inquietanti spaccati di discriminazione: «I bambini di Fertilia frequentano le scuole di Alghero perché i genitori non vogliono che stiano in classe con i Rom». Si scatena il putiferio. «Non è vero », viene precisato dal Comitato che non ci sta a far passare gli abitanti di Fertilia per razzisti. «Chi ha trasferito i propri figli in città lo ha fatto per altri motivi».
Ma c’è anche chi vuole trovare il modo di convivere in modo pacifico con la popolazione di etnia Khorakhanè: «Dovremmo prendere esempio da altre città, cercare soluzioni innanzitutto per creare un sistema di accesso controllato al campo, fare un censimento e attribuire un documento di identità a chi è a tutti gli effetti un cittadino algherese».
Riccardo Gnani, del Comitato di quartiere, ricorda i motivi dell’incontro e suggerisce una soluzione che potrebbe essere attuata nel breve termine per tamponare il fenomeno dei roghi notturni. In attesa che le istituzioni decidano se, quando e dove trasferire il campo Rom, «la prima cosa da fare è individuare una zona, magari nella zona industriale di san Marco – propone Gnani – da destinare a sede lavorativa dei Rom».
Che sia una buona idea ne è convinto anche il sindaco Stefano Lubrano. Il primo cittadino però non si presenta con la bacchetta magica, né promette soluzioni dietro l’angolo: «Da oggi prendiamo in carico il problema che non è mai stato affrontato precedentemente».
Nel pomeriggio, prima della riunione con gli abitanti di Fertilia, Lubrano insieme agli assessori Caula e Monte si è presentato nella baraccopoli dell’Arenosu per chiarire che certi comportamenti non saranno più tollerati: «Io ho dei doveri nei vostri confronti ma anche voi avete precisi doveri», ha detto ai Rom. «Se ci sarà un altro incendio verrò qui con le forze dell’ordine e pretenderò i nomi dei responsabili, altrimenti i provvedimenti saranno pesanti per tutti». Il tono non è quello della minaccia ma dell’invito alla collaborazione: «E’ un impegno reciproco».
La prossima settimana il sindaco tornerà per annunciare le azioni che verranno messe in atto nel caso in cui si verificassero ancora episodi che contribuiscono ad inasprire gli animi a Fertilia.
Intanto l’assessore ai Servizi Sociali Romina Caula incontrerà singolarmente i nuclei familiari e i singoli individui, ascoltando le esigenze di ciascuno, così come avviene per tutti i cittadini che si rivolgono ai Servizi Sociali.
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Stefano Lubrano |
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La pazienza di tanti è arrivata al limite: «Facciamo un esposto – denuncia », urla dai lati della sala una signora. Le risponde un giovane: «Non avrebbe senso. E poi per il reato di disastro ambientale le istituzioni dovrebbero comunque procedere d’ufficio».
E poi emergono inquietanti spaccati di discriminazione: «I bambini di Fertilia frequentano le scuole di Alghero perché i genitori non vogliono che stiano in classe con i Rom». Si scatena il putiferio. «Non è vero », viene precisato dal Comitato che non ci sta a far passare gli abitanti di Fertilia per razzisti. «Chi ha trasferito i propri figli in città lo ha fatto per altri motivi».
Ma c’è anche chi vuole trovare il modo di convivere in modo pacifico con la popolazione di etnia Khorakhanè: «Dovremmo prendere esempio da altre città, cercare soluzioni innanzitutto per creare un sistema di accesso controllato al campo, fare un censimento e attribuire un documento di identità a chi è a tutti gli effetti un cittadino algherese».
Riccardo Gnani, del Comitato di quartiere, ricorda i motivi dell’incontro e suggerisce una soluzione che potrebbe essere attuata nel breve termine per tamponare il fenomeno dei roghi notturni. In attesa che le istituzioni decidano se, quando e dove trasferire il campo Rom, «la prima cosa da fare è individuare una zona, magari nella zona industriale di san Marco – propone Gnani – da destinare a sede lavorativa dei Rom».
Che sia una buona idea ne è convinto anche il sindaco Stefano Lubrano. Il primo cittadino però non si presenta con la bacchetta magica, né promette soluzioni dietro l’angolo: «Da oggi prendiamo in carico il problema che non è mai stato affrontato precedentemente».
Nel pomeriggio, prima della riunione con gli abitanti di Fertilia, Lubrano insieme agli assessori Caula e Monte si è presentato nella baraccopoli dell’Arenosu per chiarire che certi comportamenti non saranno più tollerati: «Io ho dei doveri nei vostri confronti ma anche voi avete precisi doveri», ha detto ai Rom. «Se ci sarà un altro incendio verrò qui con le forze dell’ordine e pretenderò i nomi dei responsabili, altrimenti i provvedimenti saranno pesanti per tutti». Il tono non è quello della minaccia ma dell’invito alla collaborazione: «E’ un impegno reciproco».
La prossima settimana il sindaco tornerà per annunciare le azioni che verranno messe in atto nel caso in cui si verificassero ancora episodi che contribuiscono ad inasprire gli animi a Fertilia.
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