Del "sistema del bottino"
Mi sono reso disponibile a dare qualche opinione a questo nuovo giornale, che mi pare ben impostato, intelligente e onesto. Non esprimerò opinioni su fatti che avvengono ad Alghero.
Negli ultimi mesi in molti mi hanno ripetuto che il mio non essere nativo di Alghero rende inopportuno che io esprima delle opinioni su Alghero, a meno che esse non siano allineate o almeno vidimate da nativi a denominazione controllata; la mia superbia intellettuale (di cui chiedo venia) mi aveva spinto a ignorare queste sagge e ovvie raccomandazioni: debbo ricredermi; ho diritto di parola e di opinione su tutto l’orbe creato, ma non su Alghero.
Questa è la ragione per cui le mie opinioni saranno espresse sotto il titoletto: idee sul mondo (esclusa Alghero).
Comincerei da una nota sul “sistema del bottino” che forse è la traduzione più opportuna dell’espressione americana spoils system.
Gli Stati Uniti d’America sono gli Stati Uniti d’America, il sistema politico che lì vige, con tutti in suoi pregi e difetti, è molto coerente e le diverse parti (equilibrio dei poteri, federalismo, sistema elettorale, ruolo del Presidente, elettività di molte cariche di gestione, sistema del bottino, …) stanno insieme per un disegno e un processo che – appunto – le rendi coerenti, anche quando possano parere anacronistiche. Per questo anche su questo le passioncelle imitative (come alcune di quelle alla base della nascita del Partito Democratico e delle cosiddette riforme universitarie) sono vane e vaghe.
Non parlerei di “sistema del bottino” in Italia; da qualche decennio è uso che Sindaci e Presidenti di Provincia e Regione (i Presidenti del consiglio e i Ministri lo facevano anche da prima) assumano a discrezione e con contratti a termine persone di loro fiducia per incarichi fiduciari (appunto): va anche bene e può essere necessario: direi poca roba e in compiti delicati, che so: un capo di gabinetto e un addetto stampa e poco più; direi di più solo in compiti in cui il comune sentire “politico” è essenziale e preliminare per il lavoro che si deve svolgere.
Ad esempio un addetto stampa adeguato non è un laudatore del Sindaco esistente – in questo caso la professionalità fa sì che si possa dir bene con altrettanto entusiasmo di Marcella o di Stefania – ma una persona che esprime il modello di informazione pubblica in cui un Sindaco crede, che può essere lo stile cortigiano nord-coreano, francese, tedesco... o può essere uno stile improntato alla trasparenza.
Ad esempio un capo di gabinetto adeguato non è solo uno che conosce la macchina amministrativa, ma in molti sensi un alter ego del Sindaco, che ne conosce le volontà politiche e programmatiche, ed è in grado di valutarne la rispondenza con le scelte quotidiane anche minute.
A parte queste due cariche e pochissime altre (forse), dei tecnici, dei dirigenti, dei funzionari, degli impiegati è irrilevante la collocazione politica, contano capacità, competenza, impegno; quelli vanno scelti in modo discrezionale, debbono essere precari e per questo meglio pagati, questi vanno scelti con selezioni pubbliche e per concorso e devono avere - in generale - una posizione stabile.
Se si facesse il contrario sarebbe pessimo.
Arnaldo "Bibo" Cecchini si autopresenta così:
Arnaldo 'Bibo' Cecchini |
Questa è la ragione per cui le mie opinioni saranno espresse sotto il titoletto: idee sul mondo (esclusa Alghero).
Comincerei da una nota sul “sistema del bottino” che forse è la traduzione più opportuna dell’espressione americana spoils system.
Gli Stati Uniti d’America sono gli Stati Uniti d’America, il sistema politico che lì vige, con tutti in suoi pregi e difetti, è molto coerente e le diverse parti (equilibrio dei poteri, federalismo, sistema elettorale, ruolo del Presidente, elettività di molte cariche di gestione, sistema del bottino, …) stanno insieme per un disegno e un processo che – appunto – le rendi coerenti, anche quando possano parere anacronistiche. Per questo anche su questo le passioncelle imitative (come alcune di quelle alla base della nascita del Partito Democratico e delle cosiddette riforme universitarie) sono vane e vaghe.
Non parlerei di “sistema del bottino” in Italia; da qualche decennio è uso che Sindaci e Presidenti di Provincia e Regione (i Presidenti del consiglio e i Ministri lo facevano anche da prima) assumano a discrezione e con contratti a termine persone di loro fiducia per incarichi fiduciari (appunto): va anche bene e può essere necessario: direi poca roba e in compiti delicati, che so: un capo di gabinetto e un addetto stampa e poco più; direi di più solo in compiti in cui il comune sentire “politico” è essenziale e preliminare per il lavoro che si deve svolgere.
Ad esempio un addetto stampa adeguato non è un laudatore del Sindaco esistente – in questo caso la professionalità fa sì che si possa dir bene con altrettanto entusiasmo di Marcella o di Stefania – ma una persona che esprime il modello di informazione pubblica in cui un Sindaco crede, che può essere lo stile cortigiano nord-coreano, francese, tedesco... o può essere uno stile improntato alla trasparenza.
Ad esempio un capo di gabinetto adeguato non è solo uno che conosce la macchina amministrativa, ma in molti sensi un alter ego del Sindaco, che ne conosce le volontà politiche e programmatiche, ed è in grado di valutarne la rispondenza con le scelte quotidiane anche minute.
A parte queste due cariche e pochissime altre (forse), dei tecnici, dei dirigenti, dei funzionari, degli impiegati è irrilevante la collocazione politica, contano capacità, competenza, impegno; quelli vanno scelti in modo discrezionale, debbono essere precari e per questo meglio pagati, questi vanno scelti con selezioni pubbliche e per concorso e devono avere - in generale - una posizione stabile.
Se si facesse il contrario sarebbe pessimo.
È professore universitario di Tecnica e Pianificazione Urbanistica. Non è un grande merito e neppure una grande colpa.
Cittadino del mondo: è nato in Francia, ha studiato a Fossombrone, Urbino e Bologna. Ha lavorato a Venezia e ad Alghero. Non è veneziano e non è algherese, non è francese, né marchigiano, né bolognese. Non è una colpa, non è un merito.
La sua convinzione è che bisogna dire quel che si pensa, e che un intellettuale ha il dovere di farlo (non il diritto, ma il dovere). L'insieme di queste caratteristiche lo rende inadatto a gran parte dei contesti in cui si trova a essere: amen.
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