Finanziamenti ai vettori: si allarga l'inchiesta Ue
La Commissione europea estende le indagini sull'aeroporto di Alghero.
Arnaldo Boeddu |
Il problema riguarda diversi scali italiani e sempre per la stessa materia, ovvero i presunti aiuti di stato.
Preoccupazione viene espressa dal segretario generale della Filt Cgil Arnaldo Boeddu per la decisione di ampliare l'inchiesta e per il clima di profonda incertezza:
«La Commissione a fine luglio, a seguito di una prima denuncia da parte del vettore Air One Spa, risalente al mese di dicembre del 2003, a cui ne sono seguite altre, ha chiesto all’Italia ulteriori informazioni e commenti che, eventualmente, dimostrassero l’inesistenza degli aiuti di Stato».
Preoccupazione viene espressa dal segretario generale della Filt Cgil Arnaldo Boeddu per la decisione di ampliare l'inchiesta e per il clima di profonda incertezza:
«La Commissione a fine luglio, a seguito di una prima denuncia da parte del vettore Air One Spa, risalente al mese di dicembre del 2003, a cui ne sono seguite altre, ha chiesto all’Italia ulteriori informazioni e commenti che, eventualmente, dimostrassero l’inesistenza degli aiuti di Stato».
Per il rappresentante sindacale «sembra paradossale ma, per una questione che si trascina di fatto dal 2003, non vi è ancora la certezza che i contratti sottoscritti con alcuni vettori (oltre a Ryanair sono coinvolti, sebbene in misura minore, Volare – Germanwings – Meridiana Fly – Air Italy, Bmibaby, Air Vallèe, Alpi Eagles, Air Dolomiti, Alitalia, Easy Jet, Air One, Europe Air Post) e i rispettivi contributi sotto forma di diritti aeroportuali ridotti e sostegno al marketing, siano stati assegnati nel rispetto della normativa comunitaria».
Boeddu ricorda che «peraltro, negli anni scorsi ed a più riprese, la stessa Commissione in alcune circostanze non espresse dubbi sulla compatibilità e sulla legittimità di tali aiuti, perché veniva puntualmente dimostrato che erano contributi erogati dalla Regione Sardegna per favorire lo sviluppo economico sociale di un territorio, salvo poi rimettere tutto in discussione con l’ultima richiesta di informazioni fatta pervenire alle autorità italiane il 28 giugno».
Ma ci sono anche spiragli positivi: «C'è una relazione della Ecorys Netherlands richiesta direttamente dalla commissione europea, avente come scopo quello di verificare se in tutti questi anni la Sogeaal, società a totale capitale pubblico, abbia agito come un investitore privato in una economia di mercato - spiega Boeddu - la relazione dice che la Sogeaal, considerate le circostanze, si è comportata come un investitore privato e valuta positivamente la strategia perseguita».
Nello stesso report viene si indica, come causa principale delle passività di Sogeaal, il pesante ritardo nell’aggiudicazione della concessione totale. Normalmente il percorso dovrebbe arrivare a compimento entro nove mesi. Nel caso della partecipata algherese ci sono voluti ben otto anni. La richiesta, perfezionata nel 1999, è stata evasa soltanto nel 2007. E in questo lasso di tempo la società non ha potuto trattenere le tasse aeroportuali o altri redditi derivanti da attività commerciali.
Peraltro, specifica Boeddu, sino a tutto il 2004, l’aeroporto di Alghero era classificato di categoria “D”.
Peraltro, specifica Boeddu, sino a tutto il 2004, l’aeroporto di Alghero era classificato di categoria “D”.
«Ciò sta a significare che, sino a tale data, è stato considerato un piccolo scalo regionale e, di conseguenza, è improbabile che i finanziamenti concessi abbiano influenzato gli scambi commerciali contravvenendo in tal modo agli interessi dell’Unione Europea».
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