I segreti del Gennargentu in quaranta scatti
Oltre una quarantina di scatti per raccontare lo scrigno di biodiversità animale e vegetale presente sul Gennargentu.
«L´idea di una mostra fotografica al Parco di Porto Conte nasce dall´esigenza di far conoscere le due montagne più importanti della Sardegna: il Supramonte e il Gennargentu in questo periodo in cui è massima l’affluenza dei visitatori interessati non solo al mare ma a tutta la natura in genere», spiega Angelino Congiu uno degli autori delle foto.
«Il Supramonte ricco di morfologie carsiche è una delle aree più aspre e selvagge d´Italia, - fa notare il fotografo -qui si trova la Gola di Gorroppu, la più profonda d´Europa con pareti verticali che superano i 400 metri di altitudine, la dolina di Su Sercone la più grande d´Europa con 500mt di diametro e 200 di profondità, un sistema carsico di grotte sotterranee di circa 30 km di lunghezza che dopo violenti temporali fuoriescono fiumi impetuosi e spumeggianti, come quello di Sa Oche in territorio di Oliena, poi la risorgente di Su Cunnu de s´Ebba nel Supramonte di Urzulei, che fuoriesce da una parete della montagna formando una cascata alta 70 metri».
Tra le foto più suggestive la sorgente di Su Gologone, la più vigorosa per portata d´acqua della Sardegna e tra le prime in Italia, poi forre, voragini, canaloni e diaclasi. Tra le immagini emerge la storia, con il nuraghe Mereu di Orgosolo costruito in bianco calcare, la fonte sacra del Villaggio Nuragico di Carros a Lanaitho, la capanna del pastore, su pinnettu, l´unica costruzione del Supramonte.
Poi tutta una serie di endemismi botanici: nel Supramonte se ne contano 138, il 50 per cento di questi sono esclusivi della Sardegna, circa il 30 per cento sono sardo-corsi, altri sono sardo-corsi-mediterranei, dell'Arcipelago Toscano e delle isole Baleari, alcuni sono sardo-siculi e un paio sono presenti anche nel Nord Africa.
Tra la fauna c´è l´animale simbolo della Sardegna, il muflone, endemico anche della Corsica. Non mancano la volpe sarda e l´aquila reale. Nei torrenti più ossigenati, in assenza di inquinamento vive un raro anfibio urodelo, l´Euproto sardo, e nelle grotte il raro Speleomantes supramontis, entrambi endemici della Sardegna. Mentre nelle vette rocciose più alte vive l´Archeolacerta di Bedriaga e l´Algiroide di Fitzinger endemici della Sardegna e della Corsica.
Le fotografie sono opera di Angelino Congiu ed Emilio Melis del circolo veterinario sardo e che saranno in mostra a Casa Gioiosa da domani fino al 28 settembre (orario visite 9-13 lun-ven).
Poi tutta una serie di endemismi botanici: nel Supramonte se ne contano 138, il 50 per cento di questi sono esclusivi della Sardegna, circa il 30 per cento sono sardo-corsi, altri sono sardo-corsi-mediterranei, dell'Arcipelago Toscano e delle isole Baleari, alcuni sono sardo-siculi e un paio sono presenti anche nel Nord Africa.
Tra la fauna c´è l´animale simbolo della Sardegna, il muflone, endemico anche della Corsica. Non mancano la volpe sarda e l´aquila reale. Nei torrenti più ossigenati, in assenza di inquinamento vive un raro anfibio urodelo, l´Euproto sardo, e nelle grotte il raro Speleomantes supramontis, entrambi endemici della Sardegna. Mentre nelle vette rocciose più alte vive l´Archeolacerta di Bedriaga e l´Algiroide di Fitzinger endemici della Sardegna e della Corsica.
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