L'Alghero che verrà
Un caro amico di Alghero ha recentemente digitalizzato un suo vecchio filmino sulla città catalana da lui girato nel 1978.
Carlo Mannoni |
Ho così avuto modo di vederlo assieme a lui, qualche giorno fa, e allo scorrere delle immagini ci siamo più volte soffermati, com'è naturale, ad analizzarle e commentarle.
A concludere le immagini private sulla campagna algherese verso Valverde: una piccola casa, col suo orto ben tenuto e prodigo di prodotti della terra, le sue piante cariche di frutta e, in prossimità, un bell'oliveto che da li a qualche mese non avrebbe tradito le attese di chi ne aveva avuto cura.
Il passato, che il filmino rievoca, costituisce un punto di riferimento imprenscindibile per guardare al presente ed analizzarlo. Alghero è cresciuta, eccome! Nell'anno della pellicola (era girato in formato super 8) la città aveva 34.000 abitanti a fronte di quella di oggi che ne ha 41.000, ma possiede tante e tante abitazioni in più rispetto alle esigenze della popolazione. Sì, è vero, è cresciuta, ma bene? Se sapremo rispondere a questa domanda vuol dire che avremo più chiara l'idea dell'Alghero che verrà.
Nella sua semplicità di film amatoriale, esso costituisce un importante mezzo di riflessione sull'Alghero di ieri e quella di oggi e, per chi lo voglia, anche sull'Alghero che sarà.
Sono le considerazioni in cui oggi si cimentano in tanti. Lo fanno gli storici, gli urbanisti ed i giornalisti di buona memoria, come anche i normali cittadini che attraverso Facebook dicono la loro, in tempo reale, su come siamo e soprattutto come vorremmo essere nella "Riviera del Corallo".
Sono le considerazioni in cui oggi si cimentano in tanti. Lo fanno gli storici, gli urbanisti ed i giornalisti di buona memoria, come anche i normali cittadini che attraverso Facebook dicono la loro, in tempo reale, su come siamo e soprattutto come vorremmo essere nella "Riviera del Corallo".
Nel film documentario, girato con tutto l'amore che Alghero sa generare in chi l'ha conosciuta e vi ha vissuto, si vede la vecchia "littorina" che si avvicina alla stazione di allora, quasi sfiorando il mare, e che a mio avviso rappresenta il simbolo dell'Alghero di trentacinque anni fa. Ci sono poi le immagini del Ferragosto algherese tutto in quel tempo vissuto nella passeggiata storica di Alghero, il Lungomare Dante, con i fuochi che venivano giù a cascata dalla Torre di S. Giovanni e a concludere il crepitio dei fuochi "grandi" con i loro colori a sfumare, prima di spegnersi sul mare.
Non potevano mancare le immagini della vecchia passeggiata di Porta Terra gremita di gente - quanti trentenni e quarantenni di oggi debbono la loro esistenza all'incontro dei loro genitori in quei luogo! - con le sue numerose panchine in legno, spalle ai giardini ed al sempre vigile Giuseppe Manno, che costituivano quasi un loggione per chi volesse assistere a quella sorta di spettacolo quotidiano che i ragazzi e le ragazze algheresi sapevano allora dare nel loro andare e venire.
Ci sono poi le immagini del porto quasi nudo al suo interno, con le barche, insignificanti per numero rispetto ad oggi, ormeggiate all'ancora perché mancavano i banchinamenti e gli ormeggi che la Regione avrebbe in seguito realizzato. Nella vecchia banchina della "Dogana" le belle immagini ci riportano alle barche da pesca, addossate l'una all'altra.Una veloce panoramica sui bastioni della Muraglia ce li mostra deserti, dato che non era ancora caduto quella sorta di "muro di Berlino" psicologico che li separava dal Lungomare Dante.
C'è tanto altro, compreso l'aereo charter che stazionava all'aeroporto di Fertilia dopo aver trasportato i turisti dal Nord Europa, la spiaggia di S.Giovanni gremita di bagnanti e, altrettanto gremita come oggi non si vede più, la scogliera che va da Las Tronas agli scogli piatti. C'è, ancora, la Torre di San Francesco ante ristrutturazione che fungeva addirittura da rotatoria per il traffico, nel quale le autovetture Fiat spadroneggiavano per numero, un primo piano dello storico ristorante di Moreno Cecchini e lunghi scorci della processione del Venerdì Santo con i lumi, credo a petrolio, che oggi mi pare non ci siano più.
Ci sono poi le immagini del porto quasi nudo al suo interno, con le barche, insignificanti per numero rispetto ad oggi, ormeggiate all'ancora perché mancavano i banchinamenti e gli ormeggi che la Regione avrebbe in seguito realizzato. Nella vecchia banchina della "Dogana" le belle immagini ci riportano alle barche da pesca, addossate l'una all'altra.Una veloce panoramica sui bastioni della Muraglia ce li mostra deserti, dato che non era ancora caduto quella sorta di "muro di Berlino" psicologico che li separava dal Lungomare Dante.
C'è tanto altro, compreso l'aereo charter che stazionava all'aeroporto di Fertilia dopo aver trasportato i turisti dal Nord Europa, la spiaggia di S.Giovanni gremita di bagnanti e, altrettanto gremita come oggi non si vede più, la scogliera che va da Las Tronas agli scogli piatti. C'è, ancora, la Torre di San Francesco ante ristrutturazione che fungeva addirittura da rotatoria per il traffico, nel quale le autovetture Fiat spadroneggiavano per numero, un primo piano dello storico ristorante di Moreno Cecchini e lunghi scorci della processione del Venerdì Santo con i lumi, credo a petrolio, che oggi mi pare non ci siano più.
A concludere le immagini private sulla campagna algherese verso Valverde: una piccola casa, col suo orto ben tenuto e prodigo di prodotti della terra, le sue piante cariche di frutta e, in prossimità, un bell'oliveto che da li a qualche mese non avrebbe tradito le attese di chi ne aveva avuto cura.
Il passato, che il filmino rievoca, costituisce un punto di riferimento imprenscindibile per guardare al presente ed analizzarlo. Alghero è cresciuta, eccome! Nell'anno della pellicola (era girato in formato super 8) la città aveva 34.000 abitanti a fronte di quella di oggi che ne ha 41.000, ma possiede tante e tante abitazioni in più rispetto alle esigenze della popolazione. Sì, è vero, è cresciuta, ma bene? Se sapremo rispondere a questa domanda vuol dire che avremo più chiara l'idea dell'Alghero che verrà.
Carlo Mannoni è stato Vicepresidente e Assessore dei lavori pubblici della Regione Sardegna dal 2004 al 2009. Ha trascorso ad Alghero gran parte della sua infanzia e adolescenza.
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