Sant'Agostino, questo sconosciuto
Eppure Sant'Agostino è all’origine di un grande mutamento culturale che ha posto il Vecchio e Nuovo Testamento come nuovi riferimenti ideali per l’umanità in luogo di quelli Greco-Romani fino ad allora considerati tra i maggiormente emancipati.
“Le Confessioni” – opera agostiniana la più diffusa - ne sono una incontrovertibile testimonianza.
Esse rappresentano, in assoluto, la prima esposizione autobiografica di tutta la letteratura europea. Mai in precedenza, e come il vescovo di Ippona, nessuno aveva scritto di sé evidenziandone - come oggi si direbbe - pregi e difetti (fino ad allora si era soliti dare di sé una immagine al massimo della esaltazione ideale).
In più, altra particolarità fino ad allora inedita, il vero protagonista non è chi scrive, ma è Dio.
“Le Confessioni” non sono altro che una lunga lettera indirizzata al Padreterno.
Il filosofo Sergio Sotgiu, invitato a tenere una conversazione su “S. Agostino e le origini del pensiero europeo" ha voluto, da subito, sottolineare questi concetti di fondamentale importanza che costituiscono il vero elemento di passaggio dal mondo greco-romano a quello medievale - e poi moderno - di cui ancora oggi, a volte inconsapevolmente, ci abbeveriamo nella ordinarietà delle nostre relazioni sociali, economiche e culturali.
“Che io Ti conosca come sono da Te conosciuto”. Era questo il vero massimo desiderio di Agostino, un uomo che ha condotto una vita poco lineare (come può accadere per ciascuno di noi) e che però – una volta superato il suo disordine comportamentale - ha fatto di sé una guida sicura per l’Umanità.
“Le Confessioni” non è opera apologetica o esegetica; esse non sono altro che il racconto di fatti rivissuti interiormente, di significativo interesse letterario, storico-narrativo, teologico e psico-pedagogico.
Non uscire fuori di sé stessi (non tradire noi medesimi) perché “dentro te stesso abita la Verità” una Verità che è universale.
È ad opera di questo vescovo africano del V secolo d.C., che nasce il concetto di persona umana, quale soggetto di incomparabile dignità meritevole di assoluto rispetto, che divenne la base dell’Umanesimo europeo.
Dignità della persona umana che la barbarie del ‘900, con l’olocausto e le due guerre mondiali (Benedetto XV aveva definito la prima guerra una “inutile strage”) ha brutalmente disonorate lasciando una triste traccia nella storia dell’Europa. L’auspicio è che questo riferimento negativo serva da monito per mantenere vivi invece i valori indicatici da Agostino per una rinascita spirituale, intellettuale e religiosa che sappia unire le popolazioni delle sponde africane con quelle europee.
Nel corso della stessa conferenza è da annoverare la testimonianza puntualmente documentata del professor Aldo Piras – preside emerito del Liceo Classico “Dettori” di Cagliari - il quale ha presentato alcuni tratti storici della presenza delle spoglie di S. Agostino a Cagliari, portatevi intorno al 504 d.C. a seguito delle incursioni vandaliche nel Nord-Africa e rimaste per oltre due secoli fino al 725 d. C. quando Liutprando, Re dei longobardi (cattolico), le volle trasferire a Pavia – sede reale - a maggiore protezione delle spoglie del Santo.
Tonino Baldino è presidente del Centro Studi & Politica Giuseppe Toniolo.
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