Diritto alla mobilità
Il nostro territorio ha bisogno di un sistema di trasporto al servizio dell’utente.
Oggi assistiamo a grandi flussi sulle strade della provincia. Ma allo stesso tempo assistiamo allo smantellamento di servizi importanti anche per la loro natura sociale, trasformando il diritto alla mobilità dei cittadini in una sorta di merce di scambio finalizzata esclusivamente al profitto con anche qualche collusione con la politica, essendo spesso gestiti da aziende finanziate con soldi pubblici.
Il nucleo centrale della, chiamiamola così, area metropolitana Alghero-Porto Torres-Sassari è servita nella maggior parte dei casi da autobus obsoleti, con percorrenze di durata eccessiva, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di distanze di al massimo 40 km.
Sia ad Alghero che a Porto Torres che nei paesi dell’hinterland non esiste poi un terminal dove ospitare gli utenti. Non parliamo poi della stagione turistica dove il biglietto da visita del trasporto pubblico è dettato dal caos, dalla superficialità e dai tempi di percorrenza inaccettabili. Ecco perché la scelta di non utilizzare mezzi pubblici.
Un razionale sistema interurbano su ferro (metropolitana di superficie) potrebbe modificare l’economia e la movimentazione di persone e merci tra le tre città, inserendo nella rete anche città minori come Olmedo. Secondo la UIL trasporti, questo progetto porterebbe grandi benefici e toglierebbe dalle strade molto traffico su gomma. E invece, purtroppo, e di questi giorni la notizia della soppressione della tratta Sassari-Porto Torres e del primo treno da Alghero a Sassari.
Si potrebbe ragionare per esempio su una società unica con la presenza all’interno degli interessi delle comunità, che abbia la capacità di preservare e differenziare i servizi nei vari territori: Alghero non ha le stesse esigenze di Sassari, di Porto Torres o di altri paesi.
Si dovrebbe poi considerare di potenziare il servizio urbano utilizzando i mezzi usati solo d’inverno per il trasporto degli scolari. Questi potrebbero infatti essere messi in servizio anche nei tre-quattro mesi di alta stagione per il trasporto urbano, come raccordo dei vari quartieri che si trovano a sudovest e a est, intersecandoli con un capolinea magari situato nel Piazzale della Pace, e da qui far partire gli autobus più grandi per i luoghi a nord della città (spiagge, borgate, aeroporto). Così si potrebbero raggiungere molti obbiettivi, primo fra tutti liberare la zona del centro dalle automobili diminuire l’inquinamento.
Capitolo a parte sono le infrastrutture di supporto. Alghero per esempio ha bisogno di una stazione di autobus che includa servizi come ufficio informazioni, poste, servizi bancari, e così via. Un’ipotesi di localizzazione potrebbe essere nel quartiere di Sant’Agostino, anche per togliere il peso del traffico degli autobus dalle zone più centrali della città.
Altro argomento importante è la stazione ferroviaria per la quale bisognerebbe trovare una nuova area con al suo interno i servizi primari di accoglienza per gli utenti. Su questo è necessario attivare un tavolo di discussione con Ferrovie della Sardegna – Trenitalia.
Lo sforzo straordinario che chiediamo al nuovo governo della città deve consistere nel mettere subito in cantiere una strada comunale a scorrimento veloce o quattro corsie che colleghi le periferie che vanno da sud a nord, che si intersechi con le strade provinciali che collegano l’aeroporto e le borgate fino alla strada provinciale che collega Capo Caccia, Porto Ferro e le zone interne in quel capo.
Nella rete andrebbe poi inserito il porto, da servire quindi con mezzi che non siano solo i taxi o i bus turistici, ma con mezzi pubblici provenienti del territorio comunale ed oltre.
A questo proposito, occorre rimettere sul tavolo della discussione il progetto delle “autostrade del mare”, che per molti mesi dell’anno possono offrire un sistema di collegamenti marittimi con i porti turistici, comuni costieri e le isole. Con mezzi navali veloci e sicuri e con tariffe adeguate, ci potrebbe essere un’importante domanda per questa forma di mobilità. Esempi ci sono: i collegamenti Napoli - Sorrento e l’esperienza di alcune isole, prime fra tutte Capri.
Per quanto riguarda il porto di Alghero, il molo di sopraflutto langue ancora poco usato. Il porto potrebbe svilupparsi con nuovi moli ed approdi verso libeccio dal molo di sopraflutto estendendosi fino alla torre detta degli Ebrei con un progetto complessivo di sviluppo del porto anche in termini di coinvolgimento dei privati e delle compagnie marittime, riscoprendo la possibilità di costruzione di moli che possano diventare attracco per navi sia da crociera sia per trasporto di persone e cose, ricordandoci che da questa parte della Sardegna l’unico porto commerciale è quello di Oristano. Il nostro – ridisegnato e ampliato – potrebbe rivolgersi così a nuove e diverse realtà economiche.
Il nucleo centrale della, chiamiamola così, area metropolitana Alghero-Porto Torres-Sassari è servita nella maggior parte dei casi da autobus obsoleti, con percorrenze di durata eccessiva, anche se nella maggior parte dei casi si tratta di distanze di al massimo 40 km.
Sia ad Alghero che a Porto Torres che nei paesi dell’hinterland non esiste poi un terminal dove ospitare gli utenti. Non parliamo poi della stagione turistica dove il biglietto da visita del trasporto pubblico è dettato dal caos, dalla superficialità e dai tempi di percorrenza inaccettabili. Ecco perché la scelta di non utilizzare mezzi pubblici.
Un razionale sistema interurbano su ferro (metropolitana di superficie) potrebbe modificare l’economia e la movimentazione di persone e merci tra le tre città, inserendo nella rete anche città minori come Olmedo. Secondo la UIL trasporti, questo progetto porterebbe grandi benefici e toglierebbe dalle strade molto traffico su gomma. E invece, purtroppo, e di questi giorni la notizia della soppressione della tratta Sassari-Porto Torres e del primo treno da Alghero a Sassari.
Si potrebbe ragionare per esempio su una società unica con la presenza all’interno degli interessi delle comunità, che abbia la capacità di preservare e differenziare i servizi nei vari territori: Alghero non ha le stesse esigenze di Sassari, di Porto Torres o di altri paesi.
Si dovrebbe poi considerare di potenziare il servizio urbano utilizzando i mezzi usati solo d’inverno per il trasporto degli scolari. Questi potrebbero infatti essere messi in servizio anche nei tre-quattro mesi di alta stagione per il trasporto urbano, come raccordo dei vari quartieri che si trovano a sudovest e a est, intersecandoli con un capolinea magari situato nel Piazzale della Pace, e da qui far partire gli autobus più grandi per i luoghi a nord della città (spiagge, borgate, aeroporto). Così si potrebbero raggiungere molti obbiettivi, primo fra tutti liberare la zona del centro dalle automobili diminuire l’inquinamento.
Capitolo a parte sono le infrastrutture di supporto. Alghero per esempio ha bisogno di una stazione di autobus che includa servizi come ufficio informazioni, poste, servizi bancari, e così via. Un’ipotesi di localizzazione potrebbe essere nel quartiere di Sant’Agostino, anche per togliere il peso del traffico degli autobus dalle zone più centrali della città.
Altro argomento importante è la stazione ferroviaria per la quale bisognerebbe trovare una nuova area con al suo interno i servizi primari di accoglienza per gli utenti. Su questo è necessario attivare un tavolo di discussione con Ferrovie della Sardegna – Trenitalia.
Lo sforzo straordinario che chiediamo al nuovo governo della città deve consistere nel mettere subito in cantiere una strada comunale a scorrimento veloce o quattro corsie che colleghi le periferie che vanno da sud a nord, che si intersechi con le strade provinciali che collegano l’aeroporto e le borgate fino alla strada provinciale che collega Capo Caccia, Porto Ferro e le zone interne in quel capo.
Nella rete andrebbe poi inserito il porto, da servire quindi con mezzi che non siano solo i taxi o i bus turistici, ma con mezzi pubblici provenienti del territorio comunale ed oltre.
A questo proposito, occorre rimettere sul tavolo della discussione il progetto delle “autostrade del mare”, che per molti mesi dell’anno possono offrire un sistema di collegamenti marittimi con i porti turistici, comuni costieri e le isole. Con mezzi navali veloci e sicuri e con tariffe adeguate, ci potrebbe essere un’importante domanda per questa forma di mobilità. Esempi ci sono: i collegamenti Napoli - Sorrento e l’esperienza di alcune isole, prime fra tutte Capri.
Per quanto riguarda il porto di Alghero, il molo di sopraflutto langue ancora poco usato. Il porto potrebbe svilupparsi con nuovi moli ed approdi verso libeccio dal molo di sopraflutto estendendosi fino alla torre detta degli Ebrei con un progetto complessivo di sviluppo del porto anche in termini di coinvolgimento dei privati e delle compagnie marittime, riscoprendo la possibilità di costruzione di moli che possano diventare attracco per navi sia da crociera sia per trasporto di persone e cose, ricordandoci che da questa parte della Sardegna l’unico porto commerciale è quello di Oristano. Il nostro – ridisegnato e ampliato – potrebbe rivolgersi così a nuove e diverse realtà economiche.
Carlo Ibba è sindacalista di Uil Trasporti Sardegna.
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