Non c'è più Speranza per le case di cooperativa a Sa Segada
Veduta aerea agro algherese |
Il motivo è il mancato avvio delle opere di urbanizzazione nel campo di mandorli dove sarebbero dovute sorgere 26 villette a schiera.
A nulla sono valsi i solleciti alla precedente amministrazione affinché si avviassero le opere, protesta Billardello: «Non c’è nemmeno il progetto definitivo».
E così, dopo sedici anni di burocrazia, il gruppo di aspiranti acquirenti si sfalda. Per tante famiglie sfuma per sempre il sogno di acquistare una casa a prezzi accessibili.
E anche se negli ultimi anni i costi erano lievitati di parecchi zeri per il rincaro dei materiali, nell’ultimo preventivo si ipotizzava un cifra pari a mille euro a metro quadro per costruire. Un prezzo decisamente allettante di questi tempi. «Ma non si poteva più continuare così – confida il presidente – è da troppi anni che affrontiamo spese per il mantenimento della cooperativa senza aver mai visto un passo avanti».
Nel corso degli anni c’è stato un fuggi fuggi generale dei soci e le spese amministrative sono aumentate per i pochi che hanno invece continuato ad aspettare un cenno dalle istituzioni.
La cooperativa nel frattempo non è rimasta con le mani in mano. Gli stessi partecipanti si sono fatti carico della progettazione del sistema idrico-fognario e viario dando un incarico a un ingegnere. Poi è arrivata la mazzata della Bucalossi: «Nel 2009 c’è stato un aumento di circa l’800 per cento per le opere di urbanizzazione». In pratica tutti i soci che, al momento dell’adesione, avevano già versato circa tremila euro a testa per partecipare alle spese dell’esproprio e delle infrastrutture di base, avrebbero dovuto integrare ulteriori sette mila euro, in virtù dell’aumento.
Nello stesso anno, a dicembre, il dirigente di settore ha comunicato la progettazione doveva essere eseguita dagli uffici tecnici del municipio, così da omogeneizzare il Piano di zona che coinvolge altre due cooperative. «Nonostante noi avessimo già un progetto pronto», puntualizza il presidente. Ma non iniziò mai lo scavo.
Due anni dopo, a dicembre 2011, arriva un altro cambio di programma da Sant’Anna: «C’è stato riferito che dovevamo prendere in carico noi il progetto, poi però sono sorti altri problemi amministrativi - spiega Billardello – siamo veramente delusi e stanchi delle continue prese in giro. Tante promesse e rassicurazioni da parte di tutte le forze politiche che si sono succedute negli anni circa la brevità dei tempi tecnici necessari alla risoluzione della pratica. E poi tutto è rimasto fermo. Ora abbiamo deciso di chiudere con il rimpianto di aver perso un’occasione straordinaria per avere una casa».
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