Pericolo mortale per le famiglie. La soluzione secondo Laore
Quale futuro per i Rom di Fertilia? Leggi i quesiti |
Salvatore Loriga |
In realtà esiste un collegamento alla rete idrica, regolarizzato da circa due mesi, con utenza a carico del Comune, mentre la corrente elettrica è pagata dal Comune di Alghero per un’unica utenza.
Da questa utenza si diramano dei collegamenti volanti a servizio di tutte la famiglie.
L’impianto elettrico è privo di ogni minimo requisito di sicurezza e il livello di pericolosità è altissimo.
La presenza di queste criticità ha indotto più volte l’Agenzia a richiedere all’autorità giudiziaria di procedere allo sgombero coatto del campo.
Le attività lavorative sono incentrate sul recupero di metalli ferrosi, rame e acciaio, piccole attività artigianali, mentre altri soggetti muniti di camion-gru si propongono per effettuare lo sgombero di locali.
Oltre agli aspetti legati alle condizioni di vita devono essere valutati gli impatti sull'ambiente che sono riconducibili a due categorie:
1) una comunità senza rete fognaria produce comunque reflui organici che entrano nel sistema e arrivano alle falde idriche e quindi al Calich;
2) L'attività legata al recupero di metalli e all'attività di “sgombero locali o cantine” ha comportato la produzione di notevoli quantità di rifiuti, che nel tempo sono stati accumulati nell'area più prossima all'accampamento e nell'area circostante interessando una superficie di circa 20 ettari (periodicamente questi enormi cumuli di rifiuti venivano bruciati).
Attualmente l'area a disposizione del campo è limitata a circa 1,5 ettari, delimitata da recinzione metallica. Dall’area esterna all’attuale insedimento sono già stati raccolti e avviati allo smaltimento rifiuti quantificati in circa 2.000 metri cubi con una spesa, completamente a carico dell’Agenzia Laore, che al momento è di circa € 300.000,00.
Tra alcuni giorni avranno inizio le indagini per la caratterizzazione del sito per valutare gli effetti nell'ambiente e i costosissimi interventi per il recupero.
Resta da realizzare l'intervento all'interno dell'area abitata che ovviamente è possibile sono con l'allontanamento della comunità in altro sito. Complessivamente è possibile che i costi ambientali possano arrivare nel tempo a 700/800 mila euro.
Non esiste alternativa allo spostamento del campo. Il livello di rischio è mortale (nel vero senso della parola) e anzi desta sorpresa che non siano mai deceduti bambini a seguito di incendi o folgorazioni. Il Comune deve decidere nell'immediato una nuova area in modo da mettere in sicurezza la comunità (per la maggior parte costituita da minori) e per poter permettere il recupero ambientale della pineta.
Più amministrazioni hanno provato nel tempo ad individuare un sito chiedendo la collaborazione dell'Agenzia, che ha sempre messo a disposizione per intero il proprio patrimonio immobiliare. L'amministrazione Baldino aveva individuato, con il consenso dell'Agenzia, un'area che era stata anche frazionata a spese del Comune, ma successivamente accantonata. L'Amministrazione Tedde e quindi il Commissario Casula ha avviato la procedura di esproprio di un'altra area Laore (procedura mai revocata). L'Agenzia ha già accettato ufficialmente le condizioni di esproprio.
Il nuovo campo dovrà avere impianti idrici ed elettrici a norma e necessariamente un impianto fognario o depuratore soprattutto per motivi di dignità umana ma anche per l'aspetto economico in quanto i danni ambientali determinati dall'immissione di reflui nell'ambiente nel lungo periodo comporta costi superiori ai “risparmi” derivanti dalla mancata esecuzione dell'opera. Altre soluzioni abitative appaiono più onerose è difficilmente percorribili anche in considerazione che un nuovo campo costerà almeno mezzo milione di euro che sommati ai costi di risanamento ambientale porteranno i costi ad oltre un milione per un'incidenza superiore ai 100.000 euro a famiglia.
Come è evidente un campo ha ed avrà costi sociali ed economici elevati per cui sono necessari interventi sulla comunità Rom per favorire la “cultura della legalità” e piani di formazione professionale per l'esercizio di attività legali.
Sarebbero auspicabili spazi attrezzati per le attività lavorative diversi o distinti dall'insediamento abitativo in modo che operino nel rispetto della legge senza la produzione incontrollata di rifiuti che determinano un danno ambientale insostenibile.
Un percorso del genere dovrebbe essere monitorato costantemente anche dalle forze dell'ordine un punto di vista repressivo per intervenire tempestivamente sugli interventi illegali.
Oltre agli aspetti legati alle condizioni di vita devono essere valutati gli impatti sull'ambiente che sono riconducibili a due categorie:
1) una comunità senza rete fognaria produce comunque reflui organici che entrano nel sistema e arrivano alle falde idriche e quindi al Calich;
2) L'attività legata al recupero di metalli e all'attività di “sgombero locali o cantine” ha comportato la produzione di notevoli quantità di rifiuti, che nel tempo sono stati accumulati nell'area più prossima all'accampamento e nell'area circostante interessando una superficie di circa 20 ettari (periodicamente questi enormi cumuli di rifiuti venivano bruciati).
Attualmente l'area a disposizione del campo è limitata a circa 1,5 ettari, delimitata da recinzione metallica. Dall’area esterna all’attuale insedimento sono già stati raccolti e avviati allo smaltimento rifiuti quantificati in circa 2.000 metri cubi con una spesa, completamente a carico dell’Agenzia Laore, che al momento è di circa € 300.000,00.
Tra alcuni giorni avranno inizio le indagini per la caratterizzazione del sito per valutare gli effetti nell'ambiente e i costosissimi interventi per il recupero.
Resta da realizzare l'intervento all'interno dell'area abitata che ovviamente è possibile sono con l'allontanamento della comunità in altro sito. Complessivamente è possibile che i costi ambientali possano arrivare nel tempo a 700/800 mila euro.
Più amministrazioni hanno provato nel tempo ad individuare un sito chiedendo la collaborazione dell'Agenzia, che ha sempre messo a disposizione per intero il proprio patrimonio immobiliare. L'amministrazione Baldino aveva individuato, con il consenso dell'Agenzia, un'area che era stata anche frazionata a spese del Comune, ma successivamente accantonata. L'Amministrazione Tedde e quindi il Commissario Casula ha avviato la procedura di esproprio di un'altra area Laore (procedura mai revocata). L'Agenzia ha già accettato ufficialmente le condizioni di esproprio.
Il nuovo campo dovrà avere impianti idrici ed elettrici a norma e necessariamente un impianto fognario o depuratore soprattutto per motivi di dignità umana ma anche per l'aspetto economico in quanto i danni ambientali determinati dall'immissione di reflui nell'ambiente nel lungo periodo comporta costi superiori ai “risparmi” derivanti dalla mancata esecuzione dell'opera. Altre soluzioni abitative appaiono più onerose è difficilmente percorribili anche in considerazione che un nuovo campo costerà almeno mezzo milione di euro che sommati ai costi di risanamento ambientale porteranno i costi ad oltre un milione per un'incidenza superiore ai 100.000 euro a famiglia.
Come è evidente un campo ha ed avrà costi sociali ed economici elevati per cui sono necessari interventi sulla comunità Rom per favorire la “cultura della legalità” e piani di formazione professionale per l'esercizio di attività legali.
Sarebbero auspicabili spazi attrezzati per le attività lavorative diversi o distinti dall'insediamento abitativo in modo che operino nel rispetto della legge senza la produzione incontrollata di rifiuti che determinano un danno ambientale insostenibile.
Un percorso del genere dovrebbe essere monitorato costantemente anche dalle forze dell'ordine un punto di vista repressivo per intervenire tempestivamente sugli interventi illegali.
Salvatore Loriga è commissario dell'Agenzia regionale Laore
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