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| Elisabetta Boglioli |
Di reale, c'è il fatto che va assolutamente trovata una soluzione a questa situazione incresciosa che oltre ad risultare offensiva per le persone che la vivono, certo non giova all'immagine della città.
L'amministrazione comunale attuale ha ricevuto in eredità anche questo annoso nodo da sciogliere, e non avrà vita facile.
Sono passati anni, e nessuna delle amministrazioni precedenti ha avuto il coraggio di deliberare in merito, però ora, tutti a mettere fretta e a proporre soluzioni. Ora: ma perché non prima?
È chiaro che se hanno responsabilità le istituzioni (Prefetto, Provincia, Laore, amministrazioni comunali, forze dell'ordine, associazione per la tutela del territorio, Forestale e l'elenco potrebbe allungarsi), altrettanta responsabilità hanno gli abitanti del campo.
Loro si sono adagiati a vivere in un modo indegno per un essere umano, per noi inconcepibile, ma nessuno li ha costretti, nonostante ciò, nessuno li ha mai respinti, in particolare noi abitanti di Fertilia, noi che da tanti anni li abbiamo come vicini di casa.
Soluzioni: la ricerca di una nuova area, (quale?) idonea per il loro insediamento, anche per consentire la bonifica dell'attuale campo; l'immediata applicazione di un regolamento che dia loro regole certe, utili a facilitare processi di reale integrazione; chiedere il rispetto delle leggi del Paese ospitante; incentivare il decoro personale, fondamentale la scolarizzazione delle nuove generazioni.
Da sempre gli abitanti del campo rivendicano dei diritti. Facciamo in modo che comprendano che hanno anche dei doveri, che come cittadini hanno l'obbligo di rispettare: come pagare acqua e luce che consumano.
Si deve inoltre favorire l'integrazione, con progetti che possano agevolare l'inserimento nel mondo del lavoro dei più giovani. Tra le giovani coppie c'è chi ambisce ad andare ad abitare in una casa. Perché no? Se sono in grado di pagare un affitto.
I giovani, in particolare i bambini, sanno, vedono come si può vivere fuori dal campo, al caldo, con abiti puliti addosso, magari con la possibiltà di fare una doccia con l'acqua calda... in fondo piace a tutti no? Non sarà facile, e purtroppo per loro, e anche per noi, abbiamo la sensazione che passerà ancora molto tempo.
Soluzioni: la ricerca di una nuova area, (quale?) idonea per il loro insediamento, anche per consentire la bonifica dell'attuale campo; l'immediata applicazione di un regolamento che dia loro regole certe, utili a facilitare processi di reale integrazione; chiedere il rispetto delle leggi del Paese ospitante; incentivare il decoro personale, fondamentale la scolarizzazione delle nuove generazioni.
Da sempre gli abitanti del campo rivendicano dei diritti. Facciamo in modo che comprendano che hanno anche dei doveri, che come cittadini hanno l'obbligo di rispettare: come pagare acqua e luce che consumano.
Si deve inoltre favorire l'integrazione, con progetti che possano agevolare l'inserimento nel mondo del lavoro dei più giovani. Tra le giovani coppie c'è chi ambisce ad andare ad abitare in una casa. Perché no? Se sono in grado di pagare un affitto.
I giovani, in particolare i bambini, sanno, vedono come si può vivere fuori dal campo, al caldo, con abiti puliti addosso, magari con la possibiltà di fare una doccia con l'acqua calda... in fondo piace a tutti no? Non sarà facile, e purtroppo per loro, e anche per noi, abbiamo la sensazione che passerà ancora molto tempo.
Elisabetta Boglioli, attiva nel volontariato cittadino, presiede l'associazione per la tutela dei malati mentali Il Labirinto e componente del Comitato di quartiere di Fertilia.
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