Serve una gestione unitaria del porto
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Vittorio Guillot |
Visto che per la realizzazione di moli e banchine sono stati spesi molti quattrini pubblici, sarebbe coerente che la Regione concedesse quella delega nel quadro di una politica portuale e, così, ponesse al Comune l’obbligo di raggiungere determinati risultati. Con la sua politica, infatti, la Regione dovrebbe favorire l’integrazione dei singoli porti, compreso quello di Alghero, con il sistema portuale della Sardegna.
In quest’ambito al Comune spetterebbe di adottare una politica portuale tesa a tutelare gli interessi locali, nautici, ambientali ed economici. Il porto per essere efficiente e produttivo in deve essere gestito unitariamente da una società formata dallo stesso Comune e dai privati titolari delle attività nautiche. Detta società non eliminerebbe la libera iniziativa e la concorrenza tra gli operatori privati, ma porrebbe le regole che ne faciliterebbero il lavoro e ne favorirebbero le sinergie, nell’interesse di tutti. Solo nella cornice di una gestione unitaria, infatti, possono essere realizzati, completati e fatti funzionare in modo ottimale i servizi generali, senza i quali il porto non potrà decollare.
Tra i servizi che la società potrebbe gestire, mi riferisco a quelli antincendio e antinquinamento; a quello per la raccolta dei rifiuti solidi e delle acque luride di bordo; a quello di pulizia di banchine e acque portuali; a quello per la raccolta di oli e batterie usate; a quello per la pulizia delle carene; a quelli per la fornitura di acqua potabile, servizi igienici, energia elettrica, informazioni, telefonia, televisione e internet; a quello per il trasporto dei rifornimenti di bordo e dei materiali, compresi quelli di lavanderia; a quello di assegnazione degli ormeggi alle unità in transito secondo la disponibilità di posti e le esigenze dei diportisti. Non escludo neppure l’opportunità di gestire, direttamente o con appalti, anche un servizio meteorologico e quello per il recupero di unità sinistrate.
Va da sé che perché una simile società funzioni, debba essere diretta da un tecnico. Ciò perché, la politica deve tracciare le linee guida, ma la loro attuazione deve essere affidata a dei manager.
Se il porto fosse efficiente, potrebbero essere realizzate alcune centinaia di posti di lavoro, compreso l’indotto. Le occasioni d’impiego, soprattutto giovanile, addirittura aumenterebbero se si agevolasse l’istituzione di una scuola professionale, magari privata, come ce ne sono altre in Italia, destinata a formare gli equipaggi dei mega yacht. Il porto può avere un ruolo di volano economico se puntasse decisamente ad ospitare per tutto l’anno grosse unità, provenienti dall’Italia e dall’estero.
Ma è indispensabile che il porto continui a ospitare i diportisti e i pescatori algheresi, alle stesse condizioni di cui usufruiscono attualmente. Anche la nautica “locale”, fra l’atro, genera lavoro, redditi e un discreto giro di denaro.
Qualcuno pensa che tutto questo sia pura utopia. Ho, però, solo proposto delle idee che altrove, in situazioni analoghe alla nostra, funzionano bene. Si potrebbe verificare se sono applicabili alla nostra realtà e guardare al futuro con spirito realisticamente progressista e non con animo conservatore? Tanto più se si tratta di conservare certe rendite di posizione, utili solo alle logiche di clientela e quindi socialmente parassitarie.
Vittorio Guillot ha ricoperto il grado di ammiraglio della marina.
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