I cinque nemici del lido algherese
Seconda stella (a sinistra): questo è il cammino. Leggi i quesiti |
Giovanni Oliva |
Non mi vorrei schierare fra le fila dei favorevoli o dei contrari. Semmai, mi preoccupa lo spreco delle risorse di denaro pubblico.
Al giorno d’oggi così scarse. Credo invece che sia arrivato il momento di affrontare i problemi seri che riguardano il nostro litorale, non solo il “restyling” dei suoi contorni (passeggiate più o meno riuscite, alberate e palme più o meno congrue, illuminazione pubblica più o meno coerente, pista ciclabile più o meno funzionale, ecc.).
Sto pensando ad altro. E non sto pensando solo alla qualità dell’acqua (problema dei problemi). Sto pensando anche alla quantità e alla qualità dei sedimenti che costituiscono la spiaggia.
Vorrei si affrontasse finalmente la questione di un piano generale di "riparazione" (un piano praticabile, un programma di opere, neanche troppo costose) che restituisca integrità e continuità alla linea dell’arenile, danneggiata per gli effetti delle opere dell’uomo, non per imprevedibili fenomeni naturali, ma per manufatti, usi impropri e rimedi inefficaci o addirittura peggiorativi. Non voglio sollevare polemiche o attribuire responsabilità.
Che non solo a Maria Pia ma anche a San Joan ci fossero un tempo le dune alte, di sabbia soffice e bianchissima, e che gli orti in prima fila ne fossero stabilmente invasi, nonostante le fitte siepi di canne e fichi d’India, è quanto ci hanno sempre raccontato i nostri padri e noi stessi (che abbiamo compiuto i sessant’anni) in parte possiamo ricordare.
Che non solo a Maria Pia ma anche a San Joan ci fossero un tempo le dune alte, di sabbia soffice e bianchissima, e che gli orti in prima fila ne fossero stabilmente invasi, nonostante le fitte siepi di canne e fichi d’India, è quanto ci hanno sempre raccontato i nostri padri e noi stessi (che abbiamo compiuto i sessant’anni) in parte possiamo ricordare.
Poi, prima l’attività di cava (perché da lì, si raccoglieva già da secoli l’arena per gli intonaci), in seguito la realizzazione della strada litoranea per raggiungere lo stabilimento balneare del Lido e l’Ospedale Marino, costruiti (ahinoi!) entrambi troppo vicino al bagnasciuga, e ancora l’ampliamento del porto con i nuovi moli, provocarono progressivamente la profonda alterazione di un equilibrio già precario e in definitiva un danno grave al litorale.
La spiaggia, che da San Joan prosegue fino a Maria Pia e si collega a Fertilia, è la risorsa principale, per una città di villeggiatura estiva, con quella qualità speciale della sua sabbia finissima, per questo fu una delle prime parti del nostro territorio tutelate con decreto ai sensi della legge 1497 del ’39 per le bellezze paesaggistiche e ambientali. Oggi, le sue condizioni rappresentano un segno evidente dell’incuria, della cattiva gestione e della scarsa lungimiranza.
Ecco sinteticamente alcuni dei principali elementi negativi per l’integrità della spiaggia e la qualità dei sedimenti:
Ecco queste cinque cause conclamate del degrado del nostro arenile, dal punto di vista del bilancio dei suoi sedimenti, sono opere dell’uomo realizzate nell’arco di due generazioni. Mi chiedo e chiedo a tutti se non sia arrivato il momento di porre rimedio ai nostri errori? Se non ora quando?
Ecco sinteticamente alcuni dei principali elementi negativi per l’integrità della spiaggia e la qualità dei sedimenti:
- Le scoglierette frangiflutto parallele alla costa, realizzate negli anni ‘70 per proteggere lo stabilimento balneare del Lido dai marosi, alterano e offendono lo specchio acqueo della rada.
- Lo stabilimento balneare del Lido con tutte le sue obsolete e incongrue strutture costituisce un’area di forte degrado.
- La scogliera di massi realizzata davanti al Camping Mariposa, ha sì salvato i cumuli di sabbia all’ombra degli alberi, ma di fatto ha decretato la morte di quello che una volta era uno dei tratti più belli dell’arenile.
- La diga foranea, costruita negli anni sessanta a protezione del vecchio edificio dell’Ospedale Marino, oggi demolito e sostituito da nuove strutture opportunamente distanti dal bagnasciuga, si presenta opera ormai inutile e dannosa.
- Le strutture portuali alla foce del Calich, con l’ultimo molo che la strozza, trattengono quantità eccezionali di sabbia, sottraendole alla spiaggia e obbligando a costosi dragaggi.
Ecco queste cinque cause conclamate del degrado del nostro arenile, dal punto di vista del bilancio dei suoi sedimenti, sono opere dell’uomo realizzate nell’arco di due generazioni. Mi chiedo e chiedo a tutti se non sia arrivato il momento di porre rimedio ai nostri errori? Se non ora quando?
Giovanni Oliva, architetto, segretario cittadino di Sinistra, ecologia e libertà
PIAZZA CIVICA. Seconda stella (a sinistra): questo è il cammino. Leggi i quesiti
NE DISCUTONO
No (ho un'idea migliore) Ivan Blečić, presidente di C'è un'Alghero Migliore |
Subito un confronto pubblico sulla nuova stella Massimo Canu, assessore all'Urbanistica e Lavori Pubblici |
Una soluzione per mascherare il canalone Mario Conoci, coordinatore cittadino del Pdl |
Nessun intervento sull'arenile Luciano Deriu, segretario regionale di Legambiente |
I cinque nemici del lido algherese Giovanni Oliva, segretario cittadino di Sel |
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