Il ginepro ostinato
Alghero potrebbe dare prova di una nuova sensibilità revocando il mega piano di Maria Pia da 200 milioni.
Sta
lì da sempre. Se gli chiedi l'età non ti
risponde, ma è come se dicesse: che importanza ha, ho l'età che dimostro!
D'altra parte non è questo che oggi vale per voi? Fa parte della storia di
Alghero il ginepro ostinato.
C'è sempre stato e i giovani e meno giovani
giurano che è così da allora: si è
piegato ma senza arrendersi, un vero baluardo all'avanzare del mare verso
terra.
Eppure
tra lui e il mare c'era stato, in passato,
un grande amore. Per decenni, si sono amati e rispettati, i due, stando però ognuno al proprio posto.
Il ginepro ben saldo nella bianca,
finissima e protettiva sabbia, il suo primo amore poi tramutatosi in
affetto fraterno. Il mare, così cangiante d'umore e di colori e a volte
irresistibile nei suoi impeti
irrefrenabili, sempre attento a non
andare oltre certi limiti.
Ci pensava infatti il ponente a farli incontrare, ogni tanto, sospingendo quelle gocce che parevano pioggia sui rami e sulle foglie aghiformi del ginepro, come in un delicato abbraccio.
Il ginepro di Maria Pia |
Ci pensava infatti il ponente a farli incontrare, ogni tanto, sospingendo quelle gocce che parevano pioggia sui rami e sulle foglie aghiformi del ginepro, come in un delicato abbraccio.
Un sussulto per il ginepro, un sussulto e una
speranza: passerà! Si, era passata ma
con essa migliaia e migliaia di auto ancora, e chissà quante altre l'avrebbero
percorsa. Il territorio violato non sarebbe stato più come prima. Un tributo al
progresso, avevano spiegato al ginepro i passerotti fermatisi sui suoi rami per un breve riposo
durante i loro voli. Ed il ginepro se ne era fatta una ragione. Mi rimane il
mare, si era detto, ma anche il mare non era più quello di una volta.
Carlo Mannoni |
Un grande amore terminato in
conflitto, come accade anche agli umani. Un conflitto
alimentato anche da quello strano colore giallo assunto ogni tanto dal mare
nella stagione calda che al ginepro
sembrava inverosimile, tanto da superare
ogni sinistra previsione dell'influenza dell'uomo sull'ambiente.
Il
ginepro è però ancora lì, come sempre. Assediato da terra e da mare ha
testardamente resistito alle diverse
forze annientatrici, così come "il vecchio" di James Hillman. E'
diventato un mito, il ginepro, perché
con la sua ostinatezza ha vinto su tutto
e su tutti. Un segno che nella vita dell'uomo debbono contare, accanto alle
dinamiche dell'economia e della vita sociale e politica anche le forze
ambientali alle quali va riconosciuta dignità di soggetto storico, come ci
ricorda Edoardo Salzano su www.eddyburg.it.
E'
diventato anche un simbolo che la nuova amministrazione comunale di Alghero
dovrebbe adottare come immagine dell'annunciato
"nuovo corso" ambientale ed urbanistico per la città. Ma può
esserlo anche di quella coscienza e sensibilità paesaggistica ed
ambientale che in Sardegna si è rafforzata, a mio avviso, in questi anni
di governo di centro destra.
Alghero,
che quel simbolo ospita, potrebbe dare prova
di questa nuova sensibilità revocando il mega piano di Maria Pia da 200 milioni - che il nostro mitico ginepro ben conosce -
voluto dalla precedente giunta di centro destra e che non va lasciato al buio
di qualche armadio dell'amministrazione.
La
sua revoca preserverebbe dal cemento l'area urbana di Alghero più pregiata da punto
di vista naturalistico e sarebbe, inoltre,
un segnale per l'intera Sardegna e per la giunta Cappellacci ed i suoi
manifestati intenti anti Ppr.
Carlo Mannoni è stato Vicepresidente e Assessore dei lavori pubblici della Regione Sardegna dal 2004 al 2009. Ha trascorso ad Alghero gran parte della sua infanzia e adolescenza.
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