Il voto in Sicilia, Crocetta e la dissoluzione della sinistra
La Sicilia non è un laboratorio. È frequentata da sciacalletti, iene, pecore e gli intramontabili gattopardi. Cosa avrà visto Bersani da considerarla una vittoria storica?
Abbiamo avuto Crispi, La Malfa, La Torre, La Pira, Mattarella, Sturzo, abbiamo Miccichè, Dell’Utri, Cuffaro, Lumia, Lombardo, Crisafulli (e per carità di Dio mi fermo qui). Cosa c’è da essere contenti di questo successo? Se due siciliani su tre (astenuti più grillini) hanno “schifiato” (il verbo schifiare è molto onomatopeico….vuol dire “considerare meno di niente”) la politica siciliana nel suo complesso, cosa ci sarà da cantar vittoria?...."Noi fummo i Gattopardi, i Leoni: chi ci sostituirà saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti, gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra."
No cari lettori, la Sicilia non è un laboratorio. È frequentata da sciacalletti, iene, pecore e gli intramontabili gattopardi. E la Linea della Palma di sciasciana memoria ha fatto si che essi siano ormai sparsi ovunque, in tutta Italia. Cosa avrà visto Bersani da considerarla una vittoria storica?
Infine la sinistra. In Sicilia per la seconda volta consecutiva non riesce ad avere rappresentanza in seno all'Assemblea siciliana. È sparita e temo sarà così nel resto d’Italia.
Ho diversi amici in Sicilia sinceramente comunisti, di sinistra, che non vanno più a votare. Ma in generale sono tantissimi e praticano una sorta di misantropia dalla politica, stanno fuori dal pantano ma sono ugualmente attivi nella società; lo fanno però con altre modalità associative e per scopi ugualmente nobili (come dovrebbero essere quelli della buona politica).
Salvatore Marino |
Crocetta come da pronostico vince anche grazie al “patto della crocchetta”. Le crocchette siciliane (letteralmente crocchè) sono fantastiche… fragranti e profumate… eccellente esempio di cibo da strada ma eccellenti anche per inciuciare tra amici, per fare gli accrocchi….altro che il famoso “patto della sardina” di dalemiana memoria.
Cambiano soltanto i figuranti. Il gatto Lombardo sta fermo un giro ma piazza figlio e uomini fidati. La volpe Miccichè prende un bel po’ di voti meno delle sue liste (indovinate a vantaggio di chi?…) e piazza ugualmente uomini di comprovata fede.
Crocetta Pinocchio per governare dovrà inevitabilmente chiedere i voti al duo di cui sopra. E questo in Sicilia da qualche mese è talmente evidente che il segreto di Pulcinella al confronto impallidisce (scusate i gatti, le volpi, i pinocchi e i pulcinella….ma questa è la storia e questi sono i personaggi).
Sento dire dai commentatori piddini e progressisti: in Sicilia si è finalmente verificata una discontinuità con i passati governi regionali. Credo che ci sarà invece un bell'esempio di continuità sull'asse PD-MPA (hanno governato insieme negli ultimi anni…) con l’aggiunta di Grande Sud di Miccichè e dell’ UDC siciliano di conclamata e sinistra fama (in Sicilia, garantisco, gli amici di Casini non sono proprio dei gigli di campo).
Proprio per questo motivo trovo francamente eccessivo l’entusiasmo di Bersani per una vittoria che vittoria non è. Quello che è successo i Siciliani lo chiamano “arte di annacarsi” che consiste in un dondolio ritmato, avanti-indietro, destra-sinistra, su e giù, al ritmo della musica funebre delle processioni. Ma restando fermissimi sul posto. Tanto movimento perché nulla succeda nel frattempo. Questo è quello che è successo in Sicilia.
Crocetta è un personaggio politico noto. Esuberante, appassionato, legalitario, strenuo oppositore della mafia, bizzarro in certi suoi comportamenti, ma inevitabilmente destinato al patto della crocchetta. Il gatto Lombardo è lì e lotta insieme a noi. È uscito dalla porta e rientrato dalla finestra col suo bel sorcio in bocca e accompagnato da altri commensali. Questa purtroppo è l’unica strada percorribile per Crocetta, questa è l’alleanza già scritta, questa è la vittoria che Bersani, buon per lui, definisce storica.
Inoltre il candidato Crocetta prende meno voti della Finocchiaro rispetto alle precedenti regionali sia come percentuale che come numeri assoluti. Serve ricordare però che la Finocchiaro, sconfitta sonoramente, tornò immediatamente a Roma con le pive nel sacco. Infine sommando i voti di Musumeci e di Miccichè – francamente due facce della stessa medaglia – risulta che, seppur con un numero esiguo di elettori votanti, la destra in Sicilia è sempre maggioranza.
Abbiamo avuto Crispi, La Malfa, La Torre, La Pira, Mattarella, Sturzo, abbiamo Miccichè, Dell’Utri, Cuffaro, Lumia, Lombardo, Crisafulli (e per carità di Dio mi fermo qui). Cosa c’è da essere contenti di questo successo? Se due siciliani su tre (astenuti più grillini) hanno “schifiato” (il verbo schifiare è molto onomatopeico….vuol dire “considerare meno di niente”) la politica siciliana nel suo complesso, cosa ci sarà da cantar vittoria?...."Noi fummo i Gattopardi, i Leoni: chi ci sostituirà saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti, gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra."
No cari lettori, la Sicilia non è un laboratorio. È frequentata da sciacalletti, iene, pecore e gli intramontabili gattopardi. E la Linea della Palma di sciasciana memoria ha fatto si che essi siano ormai sparsi ovunque, in tutta Italia. Cosa avrà visto Bersani da considerarla una vittoria storica?
Infine la sinistra. In Sicilia per la seconda volta consecutiva non riesce ad avere rappresentanza in seno all'Assemblea siciliana. È sparita e temo sarà così nel resto d’Italia.
I motivi sono innumerevoli ma sicuramente il principale è l’incapacità della sua classe dirigente (cui fa da contraltare l’irriducibile attivismo dei pochi militanti rimasti). Non è riuscita a scrollarsi di dosso la mazzata del 2008 e le scorie dell’esperienza della sinistra arcobaleno. Quando con assoluta protervia piazzava candidati improbabili come carri armati del risiko in giro per i collegi di tutta Italia. I sardi in Piemonte, i laziali in Sardegna, i siciliani in Veneto. Convinti che lo zoccolo duro dei militanti avrebbe continuato a votare.
L’alibi del voto utile al PD invocato da Veltroni venne utilizzato per giustificare la sconfitta ma resse solo pochi mesi. Ne vale invocare come giustificazione l’assenza della sinistra dai dibattiti televisivi, dai media in generale o dal Parlamento perché in tale condizione vi è anche il movimento di Grillo. Solo che questo usa com’è noto altre forme di comunicazione. Rispetto al quale movimento sarebbe anche opportuno sospendere i giudizi di antipolitica o qualunquismo, non considerarne gli elettori come degli allocchi col dito in bocca, e cominciare a guardarli da altra prospettiva.
Ad esempio la gran parte degli eletti del movimento 5 Stelle in Sicilia è di medio-alto profilo professionale e culturale. La gran parte è impegnata nei movimenti o nelle associazioni contro i racket, il pizzo, per l’acqua pubblica o per la tutela dei beni comuni. Una buona parte di loro ha percorsi di vita politica a sinistra.
Né vale ancora, come ho sentito a scrutinio finito, continuare a dire: "non riusciamo più a comunicare con il popolo della sinistra!" Perché ammetterlo sarebbe si un atto di sincerità ma sancirebbe, ancora una volta, l’assoluta incapacità della classe dirigente a porre rimedio ai disastri combinati negli ultimi anni. Non si spiega altrimenti come mai in un periodo così drammatico, di crisi economica e sociale, che dovrebbe essere terreno fertile per la lotta politica più radicale, i partiti a sinistra del Pd siano inchiodati al 2,2% (Fds) e 5% (Sel).
Ho diversi amici in Sicilia sinceramente comunisti, di sinistra, che non vanno più a votare. Ma in generale sono tantissimi e praticano una sorta di misantropia dalla politica, stanno fuori dal pantano ma sono ugualmente attivi nella società; lo fanno però con altre modalità associative e per scopi ugualmente nobili (come dovrebbero essere quelli della buona politica).
Praticano il distacco come delusione dalla politica e non riesco neanche a dargli torto. Perché la voglia di imitarli è tanta. Perché se leggo questo estratto da un recente articolo di Claudio Grassi (una delle teste d’uovo della Fds) e pubblicato sul suo blog… mi/vi chiedo cosa diavolo voglia dire. E la risposta purtroppo me la do immediatamente. Deliziatevi:
"Al congresso di Chianciano, coerentemente con questa analisi, abbiamo lanciato il partito sociale, che lungi dal rappresentare un esodo dalla politica, individua nella società – e non solo nella rappresentanza istituzionale – il proprio campo di azione. Un partito che ritorni a misurarsi con il tema della sua utilità, perché – come la storia ci ha insegnato – essa non è scontata: la possibilità storica delle formazioni politiche è strettamente legata alla loro utilità sul piano della capacità a rappresentare istanze. Noi dobbiamo avere la capacità di costruire un partito capace di superare il dualismo tra “primato della politica” e/o “primato del sociale” che ci ha attraversato in questi anni, avendo come obiettivo l’organizzazione delle lotte sia nella tessitura delle relazioni sociali (rispondendo così alla molecolarizzazione subita all’interno della classe), sia nella costruzione di forme di mutualismo capaci di dare risposte immediate al processo di impoverimento che viene determinato dalle scelte in corso. Forme di mutualismo che sono alla base della nascita del movimento operaio e, che senza la rinuncia a parole d’ordine che chiedono la costruzione di un welfare degno dei tempi, siano in grado di rispondere alle difficoltà derivanti oggi, proprio in materia di diritti esigibili, dagli sfavorevoli rapporti di forza."
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