In ospedale Nido a rischio chiusura per la rottura di un frigorifero
Cinquecento i pasti per i neonati buttati via. Il primario minaccia la chiusura del reparto.
Nido all'ospedale civile di Alghero |
Forse una provocazione per accelerare la soluzione al problema.
Sta di fatto che il responsabile della Pediatria, e del Nido, Antonio Chiarolini, ha detto chiaramente alle mamme del Comitato Fiocchi azzurri e Fiocchi rosa che se il disservizio continuerà a non essere risolto chiuderà la sala con le culle dei neonati.
In pratica a causa di un guasto a un frigorifero si rischia nuovamente lo stop alle nascite all'ospedale civile di Alghero.
Il disguido va avanti dal 24 settembre scorso. Le donne guidate da Giovanna Passerò si preparano a una nuova battaglia: «Siamo pronte a scendere nuovamente in campo per scongiurare la chiusura del Nido che il primario di Pediatria sta minacciando in assenza di risposte dall’azienda sanitaria>, riferisce la presidentessa.
«Per un banale frigorifero da 150 euro stiamo perdendo grandi quantità di latte materno, che probabilmente non è costoso, ma è molto prezioso dal punto di vista nutrizionale».
Ad oggi sono circa cinquecento i pasti per i neonati, sprecati per l’impossibilità di conservarli al fresco. Un disservizio che il responsabile della struttura sanitaria non tollera più. Diverse le segnalazioni che ha inviato alla Asl n. 1 sollecitando l’invio di un nuovo apparecchio per refrigerare.
Una settimana fa la portavoce del Comitato ha incontrato il direttore sanitario del presidio algherese. Elio Manca le ha assicurato una rapida soluzione al problema. «Ma ad oggi non è cambiato niente e il disagio continua ad andare avanti – protesta Giovanna Passerò – anche il primario è sfiduciato. Sembra che il frigorifero sia stato acquistato. E che debba solo essere trasportato da Sassari ad Alghero». Una vera beffa, secondo il Comitato, che lo slittamento di un’operazione, apparentemente semplice, possa pregiudicare l’attività neonatale.
Non è da tanto che il gruppo spontaneo formato da battagliere mamme e gestanti ha sotterrato l’ascia di guerra. Le donne con il pancione infatti avevano lottato per la riapertura del reparto di Ostetricia, quando, nel mese di giugno 2010, era stata disposta la chiusura della sala parto. Con il loro presidio all’ingresso della struttura sanitaria di via Don Minzoni, non avevano dato tregua ai vertici dell’azienda sassarese fino a quando è stato sbloccato l’iter per la riqualificazione del complesso operatorio ginecologico.
Una settimana fa la portavoce del Comitato ha incontrato il direttore sanitario del presidio algherese. Elio Manca le ha assicurato una rapida soluzione al problema. «Ma ad oggi non è cambiato niente e il disagio continua ad andare avanti – protesta Giovanna Passerò – anche il primario è sfiduciato. Sembra che il frigorifero sia stato acquistato. E che debba solo essere trasportato da Sassari ad Alghero». Una vera beffa, secondo il Comitato, che lo slittamento di un’operazione, apparentemente semplice, possa pregiudicare l’attività neonatale.
Non è da tanto che il gruppo spontaneo formato da battagliere mamme e gestanti ha sotterrato l’ascia di guerra. Le donne con il pancione infatti avevano lottato per la riapertura del reparto di Ostetricia, quando, nel mese di giugno 2010, era stata disposta la chiusura della sala parto. Con il loro presidio all’ingresso della struttura sanitaria di via Don Minzoni, non avevano dato tregua ai vertici dell’azienda sassarese fino a quando è stato sbloccato l’iter per la riqualificazione del complesso operatorio ginecologico.
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