Ogni curva ai raggi X
La realizzazione dell’opera non è priva di impatto ambientale.
La circonvallazione di Alghero è un’opera sicuramente utile per la città. Nasce però inquinata da un clima di dubbi e sospetti, dovuti, non tanto alla sostanza dell’opera, quanto alle lotte politiche.
La disinformazione dilaga e alimenta insinuazioni e accuse che arrivano perfino autorevoli politici cagliaritani.
Si pone con evidenza una domanda diffusa di chiarimenti e spiegazioni, che esca fuori dalle stanze dei partiti e coinvolga la cittadinanza.
L’opera non ha visto momenti di partecipazione aperti, che avrebbero dovuto aver luogo prima della sua approvazione.
Ora, se motivi d’urgenza hanno spinto ad una approvazione in tempi rapidi, è adesso opportuno che il progetto venga ampiamente illustrato alla città e siano pubblicamente riportate le motivazioni di ogni scelta e di ogni “curva”.
La realizzazione dell’opera non è priva di impatto ambientale, ma rimuovere dalle vie cittadine il peso del traffico veicolare in uscita, soprattutto quello pesante, vuol dire migliorare la mobilità e quindi la vivibilità cittadina, ma anche abbattere le famigerate PM 10, idrocarburi e metalli pesanti provocati dai mezzi di trasporto, sostanze inquinanti tra le più nocive per l’organismo umano. Un loro drastico abbattimento farà bene all’ambiente urbano e alla salute dei cittadini.
Rimane l’impatto dell’opera sul paesaggio rurale e sul destino di oltre seicento ulivi. Il progetto prevede l’espianto e la piantumazione di tutti gli alberi del tracciato, una parte sulle grandi rotonde, gli altri in siti da reperire.
È una metodologia di riequilibrio ambientale, che richiede molta attenzione. L’operazione ha i suoi costi e occorre vigilare perché neppure un albero venga perso.
Solo salvando gli alberi, pilastri del paesaggio e apportatori di benefici per la salute dell’ambiente, il bilancio ambientale potrà risultare positivo.
Luciano Deriu |
La disinformazione dilaga e alimenta insinuazioni e accuse che arrivano perfino autorevoli politici cagliaritani.
Si pone con evidenza una domanda diffusa di chiarimenti e spiegazioni, che esca fuori dalle stanze dei partiti e coinvolga la cittadinanza.
L’opera non ha visto momenti di partecipazione aperti, che avrebbero dovuto aver luogo prima della sua approvazione.
Ora, se motivi d’urgenza hanno spinto ad una approvazione in tempi rapidi, è adesso opportuno che il progetto venga ampiamente illustrato alla città e siano pubblicamente riportate le motivazioni di ogni scelta e di ogni “curva”.
La realizzazione dell’opera non è priva di impatto ambientale, ma rimuovere dalle vie cittadine il peso del traffico veicolare in uscita, soprattutto quello pesante, vuol dire migliorare la mobilità e quindi la vivibilità cittadina, ma anche abbattere le famigerate PM 10, idrocarburi e metalli pesanti provocati dai mezzi di trasporto, sostanze inquinanti tra le più nocive per l’organismo umano. Un loro drastico abbattimento farà bene all’ambiente urbano e alla salute dei cittadini.
Rimane l’impatto dell’opera sul paesaggio rurale e sul destino di oltre seicento ulivi. Il progetto prevede l’espianto e la piantumazione di tutti gli alberi del tracciato, una parte sulle grandi rotonde, gli altri in siti da reperire.
È una metodologia di riequilibrio ambientale, che richiede molta attenzione. L’operazione ha i suoi costi e occorre vigilare perché neppure un albero venga perso.
Solo salvando gli alberi, pilastri del paesaggio e apportatori di benefici per la salute dell’ambiente, il bilancio ambientale potrà risultare positivo.
Luciano Deriu, è segretario regionale di Legambiente Sardegna
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