Questa fu la settimana che fu (5)
Il partito “Per Monti”; Monti: l’utile idiota; impressionato; ricevo dagli amici; eccitazione; libertà di espressione e convivenza; citazioni
Francesco Indovina |
Il partito “Per Monti”
Era nell’aria - ora si è materializzato: Casini e compagni lanciano il partito “per Monti”, un Monti che non è candidato. Una trovata torbida.
Questo partito ottiene la maggioranza assoluta, il professore Monti ha il diritto e il dovere di governare. Gli italiani vogliono continuare ad essere bastonati da Monti, è una scelta democratica; agli altri non resta che l’Australia.
Ma come è più probabile questo partito, nonostante il successo, non avrà la maggioranza, ma diventa l’ago della bilancia (vecchio progetto e desiderio di Casini). Allora chi vuole fare maggioranza (non importa se centro destra o centro sinistra) dovrà prendersi Monti presidente del consiglio. Un governo tecnico/politico con consistente maggioranza, un programma identificato nell'agenda Monti, non quella del passato ma quella del futuro che Monti tiene … riservata.
Al “disagio della democrazia” si aggiunge un'opzione di destra con fortissime venature autoritarie.
In più si apre il mercato per la poltrona del Quirinale: pacchetto completo Casini al Quirinale e Monti a Palazzo Chigi; oppure il Quirinale merce di scambio da offrire a qualcuno del centro sinistra o a Berlusconi o a Letta nel caso di una maggioranza di centro destra. O anche Monti al Quirinale, presidente di programma, non sopra le parti ma parte egli stesso. Uno stravolgimento ulteriore della nostra Costituzione.
Vale quanto ho scritto la settimana scorsa: per scongiurare questa eventualità non c’è che una svolta a sinistra e la vittoria di Bersani-Vendola, non mi pare abbiano preso la strada giusta. Che si diano da fare in termini di programma e di mobilizzazione. C’è in gioco qualcosa di più delle pensioni, lo hanno capito o no?
Monti: l’utile idiota
Non ho motivo di dubitare che il professore Monti sia fortemente interessato al bene del paese. Non ha ambizioni personali, le sue ambizioni sono per il paese, il suo sviluppo, il ripristino della legalità, la qualità della vita dei cittadini, soprattutto se giovani. Ci credo, non ho ragione di dubitare delle sue buone intenzioni, anche se le sue ricette sono di destra e disastrose.
Il professor Monti è fortemente interessato che la “politica”, i partiti, si rianimino, correggano le loro storture, possano fare il bene del paese. Ci credo, non ho ragione di dubitare delle sue buone intenzioni di liberale e democratico.
I provvedimenti più recenti del suo governo (indennità dei consigliere regionali, ineleggibilità, riduzione delle assemblee, ecc.) sono stati pensati proprio in questa direzione, consapevole che i partiti da soli non l’avrebbero fatto, anche se molti dei provvedimenti del decreto legge assumono le proposte dell’assemblea dei Presidenti delle regioni (tra i quali alcuni inquisiti e corrotti).
Monta nel paese la protesta, il disimpegno dalla politica, l’anti politica, si dice, che tuttavia è politica. I partiti, mi sembra, guardano con preoccupazione ai conflitti emergenti, alle crisi produttive alle quali non sanno dare risposte che sfoceranno in proteste, nel successo dei “partiti dell'antipolitica; vedono, nonostante la miopia, il disagio del paese e non sanno individuare cure appropriate, balbettano di programmi.
In questa situazione Monti, ovunque collocato (Palazzo Chigi o Quirinale) rappresenta il “riparo”, la foglia che nasconde le vergogne, la salvezza della cattiva politica, lo strumento per un rinnovamento di facciata. Questo grande amore per l’agenda Monti, consapevolmente o meno, è in realtà la scialuppa di salvataggio (non per il paese).
Ora il professor Monti si vuole prestare a fare l’utile idiota o piuttosto apre gli occhi, prende coscienza di essere non un protagonista ma un sequestrato e se ne torna alla sua Bocconi? Questo è il suo e il nostro dilemma, o forse è il nostro dilemma ma non il suo: anche una minima ambizione offusca la vista e non far vedere la realtà (e poi l’establishment economico vuole Monti e lui non pare sappia resistere) .
Sono impressionato: la gente non ne può più
Le esplosioni di rabbia, l’assalto all'ultimo treno della metropolitana di Milano, mi hanno impressionato. Non le interpreto come una manifestazione antisindacale per lo sciopero, ma piuttosto l’espressione di un’esasperazione. Un indizio di come evolverà il disaggio dei cittadini.
Lavoratori senza stipendio e senza cassa integrazione, disoccupati, crisi aziendali di cui non si vede lo sbocco, giovani che non studiano e non lavorano, famiglie in crescente difficoltà economiche, pensionati senza speranza di vedere la luce del tunnel, esodati, ecc. ecc.
In questa situazione, in modi non prevedibili, pare abbastanza certo che il disagio si tramuterà in protesta, la protesta in conflitto. Del resto l’esperienza della Grecia dovrebbe insegnarci qualcosa.
Ed ecco che Monti viene buono, la sua visione della società liberista può ammettere la discussione, il confronto (magari da trattare con ironia britannica) ma non il conflitto. Intendo dire che la repressione è l’arma che verrà presto impugnata. Del resto già essa si è manifestata contro gli studenti, in modo ingiustificato ed esagerato (la polizia pare non abbia assorbito la sentenza sulla Diaz, anzi forse vuole rifarsi).
Anche qui Monti è chiamato a tirare fuori le castagne dal fuoco, lui lo farà con convinzione e decisione, in cambio i partiti gli offrono ... il “potere”.
Pensiamo per tempo a cosa possono diventare le nostre città, le zone di crisi, le scuole e le fabbriche. Due cose da fare: dare corpo a vie d’uscite propositive e ragionevoli che individuino nelle “persone” le priorità (non nella finanza e nelle banche); opporsi ad ogni tentativo di repressione che non risolve ma aggrava.
Non si può escludere, la riforma del lavoro insegna, che si possa pensare anche a provvedimenti legislativi che legittimino la repressione. Il centro sinistra deve prendere un impegno che mai si presterà a permettere l’approvazione di tali eventuali provvedimenti. Si potrebbe dire è ovvio, ma non credo che lo sia, e sarebbe bello sentirlo e costatare un impegno specifico.
Inoltre il centro sinistro potrebbe proporre che i poliziotti sempre (tranne nei casi di infiltrati in bande criminali) devono portare sul loro giubbotto un numero di identificazione.
Ricevo dagli amici
Vi faccio partecipi di due brevi note inviatemi da due amici.
Giovanni: Credo che bisognerebbe prendere in considerazione il progetto personale di Monti: è tramontato il sogno di essere il prossimo Presidente della Repubblica? oppure: mi candido e se volete che mi tolga dai piedi come Presidente del Consiglio, nominatemi Presidente della Repubblica? Io personalmente credo che gli servano tutte e due le opzioni e che fare il Presidente del Consiglio non sia la sua vera opzione, dato il putiferio sociale che si dovrà affrontare nel futuro. Perché non un Presidente della Repubblica che scelga un tecnico come Presidente del Consiglio e ci avvii intanto verso il presidenzialismo?
Angelo: Tutti i giornali favorevoli all'ipotesi Monti, soprattutto quelli legati al capitale, non fanno che dire che Monti deve avere, per governare, una maggioranza politica democraticamente formata. Visto che ormai è deciso a priori cosa si deve fare, visto che ancora non si è fatta una legge elettorale, a cosa serve una maggioranza? Io ho cercato di capire che cosa questo governo tecnico ha fatto, ha tentato di fare ma che non avrebbe potuto affatto fare ma che è indispensabile, tra poco, che venga fatto. È la repressione. E questo lo consente di fare una “maggioranza” democratica ed una “opposizione” altrettanto democratica che vuol dire una opposizione che rifugga dalla violenza e che si limiti a chiedere un dibattito in parlamento.
Eccitazione
Il PDL si resetta e Tremonti fa una lista 3L. Notizie da capogiro e che eccitano la peristalsi.
Il PDL investito oltre che degli scandali del suo capo e di parte del suo gruppo dirigente ora è travolto dal modello Lazio, Lombardia, ecc. Una soluzione? La rifondazione. Stesso nome? Stessa gente? Stesso capo e controfigura? Stessa signora dal dito medio? Tutto a venire a dicembre. Alfano ci crede, questo è un brutto segno per la rifondazione.
L’ex ministro Tremonti fonda un partito, o forse un movimento, o forse una lista 3L = Lista Lavoro e Libertà (ma non poteva trovare un sostantivo diverso per la prima L). Si sarà detto: tutti fanno un movimento, una lista, un partito ed io no? E perché no? Non mi manca l’esperienza, la cultura e la … faccia tosta. Via!
Libertà di espressione e convivenza
Certo che la libertà di espressione non può essere messa in discussione. Sia nella sua forma critica che in quella della satira. Ma quando quest’ultima reca offesa, non irritazione, incide sulla convivenza. Allora la questione merita attenzione.
Oggi viviamo in un modo unificato e per questo multi etnico, multi culturale e multi religioso, tutto questo anche alla soglia di casa mia, varrebbe la pena che ne prendessimo atto. Da non credendo e vivendo in un paese cattolico, non irrido la fede dei cattolici, posso discuterne, posso criticare, ma non irridere. Devo convivere con cattolici, protestanti, ebrei, musulmani, ecc., la convivenza è un grande valore che certo non può restringere la mia libertà ma può insegnare a questa come comportarsi. E non è solo per le reazioni di violenza che hanno fatto seguito a film e vignette, ma per l’alto valore che assegno alla convivenza.
Citazioni: nel bene e nel male
Ilvo Diamanti, La Repubblica, 1 ottobre 2012: “Votare per scegliere chi governerà. Oppure scegliere chi governerà indipendentemente dal voto e dal risultato. Questo è il dilemma.”
Gianni Ferrara, Il Manifesto, 2 ottobre 2012: “Che la rappresentanza acquisita all'origine dai parlamenti nazionali, una volta ridotto quello europeo ad esecutivo dei trattati, possa liberarsi nei cieli d’Europa per poi poggiarsi sulla Commissione di Bruxelles e pervaderla con il flusso di legittimazione offertale dalla base sociale dei singoli Stati e credenza risibile, affermazione mendace, teorizzazione infondata”
Vittorio Agnoletto, La Repubblica, 3 ottobre 2012: “La Cassazione con queste motivazioni (quella della sentenza della notte alla Diaz) apre un’altra questione: è impensabile che il capo della polizia abbia potuto dare ordini senza consultare o almeno informare i responsabili politici e, quindi, l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell’Interno Claudio Scajola. Sono loro i responsabili politici di quella notte” (Si va bene, ma loro sono stati mandati a casa. Quello che impressione è che Gianni de Gennaro, il capo della polizia di allora, siede al governo come sottosegretario alla … Sicurezza. Il presidente Monti uomo del diritto delle genti e della legalità e della responsabilità personale non ha niente da dire e fare? E se non dice e non fa nulla questo sembra un bruttissimo viatico per un eventuale Monti bis, da evitare.)
Marco Visconti, assessore all'ambiente del comune di Roma, La Repubblica, 5 ottobre 2012: “Mia moglie assunta all’Atac grazie a me? Falso all’epoca eravamo solo fidanzati” (Allora se era solo … fidanzata, non conta la pressione dell’assessore. Ma riflettono prima di parlare?)
Michele Serra, La Repubblica, 5 ottobre 2012 : “Ma il Calderoli incaricato di sottoporre ai suoi colleghi parlamentari (e dunque al Paese), una bozza di riforma elettorale, è per caso lo stesso Calderoli che passerà alla storia come l’ideatore della peggior riforma elettorale di tutti i tempi? E se la risposta è sì, possibile che non sia venuto in mente a nessuno, in quel luogo istituzionale e nel presente contesto politico e psicologico italiano, che è una pessima idea legare al nome di Calderoli qualcosa che dovrebbe porre rimedio a un errore (uso un eufemismo) che porta il come di Calderoli?” (Non solo non è venuto in mente a nessuno che si trattava di una bravata, ma è sembrata una bella idea, magari spiritosa. A questo siamo.)
Nicola Zingaretti, candidato PD alla regione Lazio, Il Manifesto, 5 ottobre 2012: “Bisogna fare piazza pulita del malaffare e del degrado morale della destra.” (È bravo e ce la può fare.)
Chiara Saraceno, La Repubblica, 6 ottobre 2012: “Il governo e i partiti, in particolare il PD se vuole continuare ad avere un senso e un futuro, hanno la responsabilità di provare a ricostruire un terreno di comunicazione, prima ancora che di confronto, con questa generazione. Senza false promesse, ma anche senza dire loro che l’unica cosa che si può fare oggi è attraversare il deserto , stringendo i denti, e poi si vedrà.” (In realtà il governo ha cercato di realizzare questo terreno di comunicazione, con i manganelli e le cariche della polizia in ricordo della Diaz.)
Pier Ferdinando Casini, Corriere della Sera, 7 ottobre 2012: “Parlare di un’alleanza tra i moderati e i progressisti e poi stringerne una, come si sta facendo nel Lazio, con Vendola e Di Pietro, è un passo indietro per la politica ed è certamente la tomba di ogni rapporto con i moderati.” (Se c’è una cosa che Casini non può sopportare e non essere l’ago della bilancia. Se Vendola e Bersani facessero sul serio sul programma, forse Casini torna ad essere marginale … nonostante Monti.)
Roberto Esposito, Il Manifesto, 7 ottobre 2012: “Quello di Vendola è un atto di coraggio (partecipare alle primarie), per scompaginare un quadro prefissato che si decide in due proposte chiuse in due confini”
Guido Rossi, Il sole 24 Ore, 7 ottobre 2012: “È tempo di contrastare l’anarco-capitalismo, basato su teorie filosofiche libertarie, inconsciamente avvallate dalla maggior parte degli economisti, secondo le quali, come sostiene il loro più autorevole teorico Robert Nozick, non è affatto necessaria l’istituzione di un governo politico. Inoltre ogni tentativo di colmare le diseguaglianze sempre più profonde nelle moderne civiltà sarebbe un’ingiustificata estensione del lo Stato (e quindi della politica) in violazione dei diritti della persona a fare i propri interessi”.
Era nell’aria - ora si è materializzato: Casini e compagni lanciano il partito “per Monti”, un Monti che non è candidato. Una trovata torbida.
Questo partito ottiene la maggioranza assoluta, il professore Monti ha il diritto e il dovere di governare. Gli italiani vogliono continuare ad essere bastonati da Monti, è una scelta democratica; agli altri non resta che l’Australia.
Ma come è più probabile questo partito, nonostante il successo, non avrà la maggioranza, ma diventa l’ago della bilancia (vecchio progetto e desiderio di Casini). Allora chi vuole fare maggioranza (non importa se centro destra o centro sinistra) dovrà prendersi Monti presidente del consiglio. Un governo tecnico/politico con consistente maggioranza, un programma identificato nell'agenda Monti, non quella del passato ma quella del futuro che Monti tiene … riservata.
Al “disagio della democrazia” si aggiunge un'opzione di destra con fortissime venature autoritarie.
In più si apre il mercato per la poltrona del Quirinale: pacchetto completo Casini al Quirinale e Monti a Palazzo Chigi; oppure il Quirinale merce di scambio da offrire a qualcuno del centro sinistra o a Berlusconi o a Letta nel caso di una maggioranza di centro destra. O anche Monti al Quirinale, presidente di programma, non sopra le parti ma parte egli stesso. Uno stravolgimento ulteriore della nostra Costituzione.
Vale quanto ho scritto la settimana scorsa: per scongiurare questa eventualità non c’è che una svolta a sinistra e la vittoria di Bersani-Vendola, non mi pare abbiano preso la strada giusta. Che si diano da fare in termini di programma e di mobilizzazione. C’è in gioco qualcosa di più delle pensioni, lo hanno capito o no?
Monti: l’utile idiota
Non ho motivo di dubitare che il professore Monti sia fortemente interessato al bene del paese. Non ha ambizioni personali, le sue ambizioni sono per il paese, il suo sviluppo, il ripristino della legalità, la qualità della vita dei cittadini, soprattutto se giovani. Ci credo, non ho ragione di dubitare delle sue buone intenzioni, anche se le sue ricette sono di destra e disastrose.
Il professor Monti è fortemente interessato che la “politica”, i partiti, si rianimino, correggano le loro storture, possano fare il bene del paese. Ci credo, non ho ragione di dubitare delle sue buone intenzioni di liberale e democratico.
I provvedimenti più recenti del suo governo (indennità dei consigliere regionali, ineleggibilità, riduzione delle assemblee, ecc.) sono stati pensati proprio in questa direzione, consapevole che i partiti da soli non l’avrebbero fatto, anche se molti dei provvedimenti del decreto legge assumono le proposte dell’assemblea dei Presidenti delle regioni (tra i quali alcuni inquisiti e corrotti).
Monta nel paese la protesta, il disimpegno dalla politica, l’anti politica, si dice, che tuttavia è politica. I partiti, mi sembra, guardano con preoccupazione ai conflitti emergenti, alle crisi produttive alle quali non sanno dare risposte che sfoceranno in proteste, nel successo dei “partiti dell'antipolitica; vedono, nonostante la miopia, il disagio del paese e non sanno individuare cure appropriate, balbettano di programmi.
In questa situazione Monti, ovunque collocato (Palazzo Chigi o Quirinale) rappresenta il “riparo”, la foglia che nasconde le vergogne, la salvezza della cattiva politica, lo strumento per un rinnovamento di facciata. Questo grande amore per l’agenda Monti, consapevolmente o meno, è in realtà la scialuppa di salvataggio (non per il paese).
Ora il professor Monti si vuole prestare a fare l’utile idiota o piuttosto apre gli occhi, prende coscienza di essere non un protagonista ma un sequestrato e se ne torna alla sua Bocconi? Questo è il suo e il nostro dilemma, o forse è il nostro dilemma ma non il suo: anche una minima ambizione offusca la vista e non far vedere la realtà (e poi l’establishment economico vuole Monti e lui non pare sappia resistere) .
Sono impressionato: la gente non ne può più
Le esplosioni di rabbia, l’assalto all'ultimo treno della metropolitana di Milano, mi hanno impressionato. Non le interpreto come una manifestazione antisindacale per lo sciopero, ma piuttosto l’espressione di un’esasperazione. Un indizio di come evolverà il disaggio dei cittadini.
Lavoratori senza stipendio e senza cassa integrazione, disoccupati, crisi aziendali di cui non si vede lo sbocco, giovani che non studiano e non lavorano, famiglie in crescente difficoltà economiche, pensionati senza speranza di vedere la luce del tunnel, esodati, ecc. ecc.
In questa situazione, in modi non prevedibili, pare abbastanza certo che il disagio si tramuterà in protesta, la protesta in conflitto. Del resto l’esperienza della Grecia dovrebbe insegnarci qualcosa.
Ed ecco che Monti viene buono, la sua visione della società liberista può ammettere la discussione, il confronto (magari da trattare con ironia britannica) ma non il conflitto. Intendo dire che la repressione è l’arma che verrà presto impugnata. Del resto già essa si è manifestata contro gli studenti, in modo ingiustificato ed esagerato (la polizia pare non abbia assorbito la sentenza sulla Diaz, anzi forse vuole rifarsi).
Anche qui Monti è chiamato a tirare fuori le castagne dal fuoco, lui lo farà con convinzione e decisione, in cambio i partiti gli offrono ... il “potere”.
Pensiamo per tempo a cosa possono diventare le nostre città, le zone di crisi, le scuole e le fabbriche. Due cose da fare: dare corpo a vie d’uscite propositive e ragionevoli che individuino nelle “persone” le priorità (non nella finanza e nelle banche); opporsi ad ogni tentativo di repressione che non risolve ma aggrava.
Non si può escludere, la riforma del lavoro insegna, che si possa pensare anche a provvedimenti legislativi che legittimino la repressione. Il centro sinistra deve prendere un impegno che mai si presterà a permettere l’approvazione di tali eventuali provvedimenti. Si potrebbe dire è ovvio, ma non credo che lo sia, e sarebbe bello sentirlo e costatare un impegno specifico.
Inoltre il centro sinistro potrebbe proporre che i poliziotti sempre (tranne nei casi di infiltrati in bande criminali) devono portare sul loro giubbotto un numero di identificazione.
Ricevo dagli amici
Vi faccio partecipi di due brevi note inviatemi da due amici.
Giovanni: Credo che bisognerebbe prendere in considerazione il progetto personale di Monti: è tramontato il sogno di essere il prossimo Presidente della Repubblica? oppure: mi candido e se volete che mi tolga dai piedi come Presidente del Consiglio, nominatemi Presidente della Repubblica? Io personalmente credo che gli servano tutte e due le opzioni e che fare il Presidente del Consiglio non sia la sua vera opzione, dato il putiferio sociale che si dovrà affrontare nel futuro. Perché non un Presidente della Repubblica che scelga un tecnico come Presidente del Consiglio e ci avvii intanto verso il presidenzialismo?
Angelo: Tutti i giornali favorevoli all'ipotesi Monti, soprattutto quelli legati al capitale, non fanno che dire che Monti deve avere, per governare, una maggioranza politica democraticamente formata. Visto che ormai è deciso a priori cosa si deve fare, visto che ancora non si è fatta una legge elettorale, a cosa serve una maggioranza? Io ho cercato di capire che cosa questo governo tecnico ha fatto, ha tentato di fare ma che non avrebbe potuto affatto fare ma che è indispensabile, tra poco, che venga fatto. È la repressione. E questo lo consente di fare una “maggioranza” democratica ed una “opposizione” altrettanto democratica che vuol dire una opposizione che rifugga dalla violenza e che si limiti a chiedere un dibattito in parlamento.
Eccitazione
Il PDL si resetta e Tremonti fa una lista 3L. Notizie da capogiro e che eccitano la peristalsi.
Il PDL investito oltre che degli scandali del suo capo e di parte del suo gruppo dirigente ora è travolto dal modello Lazio, Lombardia, ecc. Una soluzione? La rifondazione. Stesso nome? Stessa gente? Stesso capo e controfigura? Stessa signora dal dito medio? Tutto a venire a dicembre. Alfano ci crede, questo è un brutto segno per la rifondazione.
L’ex ministro Tremonti fonda un partito, o forse un movimento, o forse una lista 3L = Lista Lavoro e Libertà (ma non poteva trovare un sostantivo diverso per la prima L). Si sarà detto: tutti fanno un movimento, una lista, un partito ed io no? E perché no? Non mi manca l’esperienza, la cultura e la … faccia tosta. Via!
Libertà di espressione e convivenza
Certo che la libertà di espressione non può essere messa in discussione. Sia nella sua forma critica che in quella della satira. Ma quando quest’ultima reca offesa, non irritazione, incide sulla convivenza. Allora la questione merita attenzione.
Oggi viviamo in un modo unificato e per questo multi etnico, multi culturale e multi religioso, tutto questo anche alla soglia di casa mia, varrebbe la pena che ne prendessimo atto. Da non credendo e vivendo in un paese cattolico, non irrido la fede dei cattolici, posso discuterne, posso criticare, ma non irridere. Devo convivere con cattolici, protestanti, ebrei, musulmani, ecc., la convivenza è un grande valore che certo non può restringere la mia libertà ma può insegnare a questa come comportarsi. E non è solo per le reazioni di violenza che hanno fatto seguito a film e vignette, ma per l’alto valore che assegno alla convivenza.
Citazioni: nel bene e nel male
Ilvo Diamanti, La Repubblica, 1 ottobre 2012: “Votare per scegliere chi governerà. Oppure scegliere chi governerà indipendentemente dal voto e dal risultato. Questo è il dilemma.”
Gianni Ferrara, Il Manifesto, 2 ottobre 2012: “Che la rappresentanza acquisita all'origine dai parlamenti nazionali, una volta ridotto quello europeo ad esecutivo dei trattati, possa liberarsi nei cieli d’Europa per poi poggiarsi sulla Commissione di Bruxelles e pervaderla con il flusso di legittimazione offertale dalla base sociale dei singoli Stati e credenza risibile, affermazione mendace, teorizzazione infondata”
Vittorio Agnoletto, La Repubblica, 3 ottobre 2012: “La Cassazione con queste motivazioni (quella della sentenza della notte alla Diaz) apre un’altra questione: è impensabile che il capo della polizia abbia potuto dare ordini senza consultare o almeno informare i responsabili politici e, quindi, l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi e il ministro dell’Interno Claudio Scajola. Sono loro i responsabili politici di quella notte” (Si va bene, ma loro sono stati mandati a casa. Quello che impressione è che Gianni de Gennaro, il capo della polizia di allora, siede al governo come sottosegretario alla … Sicurezza. Il presidente Monti uomo del diritto delle genti e della legalità e della responsabilità personale non ha niente da dire e fare? E se non dice e non fa nulla questo sembra un bruttissimo viatico per un eventuale Monti bis, da evitare.)
Marco Visconti, assessore all'ambiente del comune di Roma, La Repubblica, 5 ottobre 2012: “Mia moglie assunta all’Atac grazie a me? Falso all’epoca eravamo solo fidanzati” (Allora se era solo … fidanzata, non conta la pressione dell’assessore. Ma riflettono prima di parlare?)
Michele Serra, La Repubblica, 5 ottobre 2012 : “Ma il Calderoli incaricato di sottoporre ai suoi colleghi parlamentari (e dunque al Paese), una bozza di riforma elettorale, è per caso lo stesso Calderoli che passerà alla storia come l’ideatore della peggior riforma elettorale di tutti i tempi? E se la risposta è sì, possibile che non sia venuto in mente a nessuno, in quel luogo istituzionale e nel presente contesto politico e psicologico italiano, che è una pessima idea legare al nome di Calderoli qualcosa che dovrebbe porre rimedio a un errore (uso un eufemismo) che porta il come di Calderoli?” (Non solo non è venuto in mente a nessuno che si trattava di una bravata, ma è sembrata una bella idea, magari spiritosa. A questo siamo.)
Nicola Zingaretti, candidato PD alla regione Lazio, Il Manifesto, 5 ottobre 2012: “Bisogna fare piazza pulita del malaffare e del degrado morale della destra.” (È bravo e ce la può fare.)
Chiara Saraceno, La Repubblica, 6 ottobre 2012: “Il governo e i partiti, in particolare il PD se vuole continuare ad avere un senso e un futuro, hanno la responsabilità di provare a ricostruire un terreno di comunicazione, prima ancora che di confronto, con questa generazione. Senza false promesse, ma anche senza dire loro che l’unica cosa che si può fare oggi è attraversare il deserto , stringendo i denti, e poi si vedrà.” (In realtà il governo ha cercato di realizzare questo terreno di comunicazione, con i manganelli e le cariche della polizia in ricordo della Diaz.)
Pier Ferdinando Casini, Corriere della Sera, 7 ottobre 2012: “Parlare di un’alleanza tra i moderati e i progressisti e poi stringerne una, come si sta facendo nel Lazio, con Vendola e Di Pietro, è un passo indietro per la politica ed è certamente la tomba di ogni rapporto con i moderati.” (Se c’è una cosa che Casini non può sopportare e non essere l’ago della bilancia. Se Vendola e Bersani facessero sul serio sul programma, forse Casini torna ad essere marginale … nonostante Monti.)
Roberto Esposito, Il Manifesto, 7 ottobre 2012: “Quello di Vendola è un atto di coraggio (partecipare alle primarie), per scompaginare un quadro prefissato che si decide in due proposte chiuse in due confini”
Guido Rossi, Il sole 24 Ore, 7 ottobre 2012: “È tempo di contrastare l’anarco-capitalismo, basato su teorie filosofiche libertarie, inconsciamente avvallate dalla maggior parte degli economisti, secondo le quali, come sostiene il loro più autorevole teorico Robert Nozick, non è affatto necessaria l’istituzione di un governo politico. Inoltre ogni tentativo di colmare le diseguaglianze sempre più profonde nelle moderne civiltà sarebbe un’ingiustificata estensione del lo Stato (e quindi della politica) in violazione dei diritti della persona a fare i propri interessi”.
Massimo Riva, L’Espresso, 11 ottobre 2012: “Il paese rischia, però, di assistere a uno spettacolo davvero paradossale. Quello dei deputati e senatori pronti a convertire in legge il provvedimento che taglia il numero delle poltrone regionali senza aver fatto nulla per quanto riguarda la riduzione delle rispettive e non meno sovrabbondanti assemblee.”
Altri in
Recenti in
Recenti in
Commenti