Signor sindaco, dica qualcosa di ecologico
Il depuratore, scomparso dalle cronache.
La giunta Lubrano è in carica da tre mesi, durante i quali si è notata la scomparsa dalle cronache di un protagonista della trascorsa campagne elettorale: il depuratore di Alghero.Questo impianto costituisce un unicum del suo genere, essendo un esempio di trascuratezza burocratica, di superficialità tecnica, e di disinvolta spendita di denaro pubblico; e il suo funzionamento materializza una situazione di difficoltà dalla quale sarà assai difficile uscire, certamente a caro prezzo.
Ricordiamo che il depuratore di Alghero è una realizzazione tecnica divisa in tre sezioni:
La prima è la raccolta e grigliatura dei liquami fognari nel sito del vecchio impianto in zona cimitero;
la seconda, è costituita dal costosissimo pompaggio dei liquami stessi fino alla zona industriale di S. Marco;
la terza, è il trattamento biologico a fanghi attivi con lo scarico dei reflui nel rio Filibertu, un corso d'acqua di portata minima o inesistente.
I reflui si riversano quindi nello stagno di Calich, e lo riempiono per finire in mare tramite il porto canale di Fertilia. Unica conseguenza, innocua per la salute ma devastante per il paesaggio, è la colorazione giallina e limacciosa del mare antistante la spiaggia di Maria Pia.
Con molto anticipo ripetto all'entrata in funzione dell'impianto fu siglato, nel 2002, un accordo per il riutilizzo dei reflui in agricoltura, nei terreni del consorzio della Nurra. Cosa auspicabile, in caso di forte siccità. Ma che è diventata una pericolosa via di smaltimento, alternativa al Calich e alla marea gialla. Pericolosa
perchè i solidi sospesi e disciolti nel refluo andrebbero a essiccarsi nelle campagne al ritmo di 10 tonnellate al giorno, ad intasare le tubazioni (le stesse dell'acqua normalmente usata, altra scelta tecnica demenziale), e a raddoppiare la bolletta elettrica per il pompaggio, già pesantissima.
Ho calcolato a suo tempo che lo sversamento in campagna equivale ad un aumento medio di piovosità nell'intera Nurra consorziata di 7 mm annui sui circa 600 registrati. Un aumento dell' 11,6 per cento. Se non è un'alterazione ambientale questa......
Ingiallire il mare cristallino di Maria Pia o intossicare lentamente la Nurra?
Questa è la drammatica scelta che è toccata in eredità agli attuali amministratori. I quali, nel breve termine, potranno solo saltare tra la padella e la brace.
O tirarla per le lunghe, addirittura fino a fine legislatura. Perchè ho la sensazione che di idee, in proposito, ce ne siano poche, o punte.
Dev'essere chiaro a tutti che la risoluzione tecnicamente accettabile di questi problemi sarà, senza ombra di dubbio, onerosissima, come avviene sempre nei casi di alterazioni ambientali.
Quale potrebbe essere questa soluzione, lo diranno i tecnici, sperando nel miracolo di una commissione tecnica che faccia gli interessi di Alghero e non quelli di coloro che, dovendo gestire una spesa enorme, la indirizzano secondo le modalità che la cronaca nazionale riporta quotidianamente.
Chiedo dunque, a questa amministrazione: che opinione, che indirizzo, che programmi avete in proposito, visto che se ne parla da almeno sei mesi?
Ho il timore che la prima risposta a questa domanda (sempre che venga degnata di attenzione) sarà che si sta monitorando, brutto inglesismo, la situazione.
Mi chiedo però quale tipo di parametro possa determinare la scelta del punto di sversamento, e quale tipo di parametro, di misurazione o di indagine possa rendere accettabile lo scarico nel Calich; o , peggio che mai, l'allagamento della Nurra.
Mi chiedo se la Provincia di Sassari, autorizzatrice degli scarichi, stia ripensando all'avventatezza con la quale ha dato la concessione all'impianto di S. Marco, e collabori suggerendo alternative. Mi chiedo....
Signor Sindaco, dica qualcosa di ecologico.
Enrico Muttoni, dottore in Chimica, è entrato in un laboratorio di analisi a 15 anni e ne è uscito a 60, dopo averne cambiati parecchi. Ora è pensionato e nonno, ma approfitta del suo stato per navigare sulla rete.
Enrico Muttoni |
La giunta Lubrano è in carica da tre mesi, durante i quali si è notata la scomparsa dalle cronache di un protagonista della trascorsa campagne elettorale: il depuratore di Alghero.Questo impianto costituisce un unicum del suo genere, essendo un esempio di trascuratezza burocratica, di superficialità tecnica, e di disinvolta spendita di denaro pubblico; e il suo funzionamento materializza una situazione di difficoltà dalla quale sarà assai difficile uscire, certamente a caro prezzo.
Ricordiamo che il depuratore di Alghero è una realizzazione tecnica divisa in tre sezioni:
La prima è la raccolta e grigliatura dei liquami fognari nel sito del vecchio impianto in zona cimitero;
la seconda, è costituita dal costosissimo pompaggio dei liquami stessi fino alla zona industriale di S. Marco;
la terza, è il trattamento biologico a fanghi attivi con lo scarico dei reflui nel rio Filibertu, un corso d'acqua di portata minima o inesistente.
I reflui si riversano quindi nello stagno di Calich, e lo riempiono per finire in mare tramite il porto canale di Fertilia. Unica conseguenza, innocua per la salute ma devastante per il paesaggio, è la colorazione giallina e limacciosa del mare antistante la spiaggia di Maria Pia.
Con molto anticipo ripetto all'entrata in funzione dell'impianto fu siglato, nel 2002, un accordo per il riutilizzo dei reflui in agricoltura, nei terreni del consorzio della Nurra. Cosa auspicabile, in caso di forte siccità. Ma che è diventata una pericolosa via di smaltimento, alternativa al Calich e alla marea gialla. Pericolosa
perchè i solidi sospesi e disciolti nel refluo andrebbero a essiccarsi nelle campagne al ritmo di 10 tonnellate al giorno, ad intasare le tubazioni (le stesse dell'acqua normalmente usata, altra scelta tecnica demenziale), e a raddoppiare la bolletta elettrica per il pompaggio, già pesantissima.
Ho calcolato a suo tempo che lo sversamento in campagna equivale ad un aumento medio di piovosità nell'intera Nurra consorziata di 7 mm annui sui circa 600 registrati. Un aumento dell' 11,6 per cento. Se non è un'alterazione ambientale questa......
Ingiallire il mare cristallino di Maria Pia o intossicare lentamente la Nurra?
Questa è la drammatica scelta che è toccata in eredità agli attuali amministratori. I quali, nel breve termine, potranno solo saltare tra la padella e la brace.
O tirarla per le lunghe, addirittura fino a fine legislatura. Perchè ho la sensazione che di idee, in proposito, ce ne siano poche, o punte.
Dev'essere chiaro a tutti che la risoluzione tecnicamente accettabile di questi problemi sarà, senza ombra di dubbio, onerosissima, come avviene sempre nei casi di alterazioni ambientali.
Quale potrebbe essere questa soluzione, lo diranno i tecnici, sperando nel miracolo di una commissione tecnica che faccia gli interessi di Alghero e non quelli di coloro che, dovendo gestire una spesa enorme, la indirizzano secondo le modalità che la cronaca nazionale riporta quotidianamente.
Chiedo dunque, a questa amministrazione: che opinione, che indirizzo, che programmi avete in proposito, visto che se ne parla da almeno sei mesi?
Ho il timore che la prima risposta a questa domanda (sempre che venga degnata di attenzione) sarà che si sta monitorando, brutto inglesismo, la situazione.
Mi chiedo però quale tipo di parametro possa determinare la scelta del punto di sversamento, e quale tipo di parametro, di misurazione o di indagine possa rendere accettabile lo scarico nel Calich; o , peggio che mai, l'allagamento della Nurra.
Mi chiedo se la Provincia di Sassari, autorizzatrice degli scarichi, stia ripensando all'avventatezza con la quale ha dato la concessione all'impianto di S. Marco, e collabori suggerendo alternative. Mi chiedo....
Signor Sindaco, dica qualcosa di ecologico.
Enrico Muttoni, dottore in Chimica, è entrato in un laboratorio di analisi a 15 anni e ne è uscito a 60, dopo averne cambiati parecchi. Ora è pensionato e nonno, ma approfitta del suo stato per navigare sulla rete.
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