Architettura, Lubrano e il paziente Tobia
Se, a parere del sindaco, il freddo non è un problema per studenti e professori, che Lubrano spenga i termosifoni degli uffici comunali.
Carlo Mannoni |
Ho letto l'intervento de sindaco Lubrano ed ieri, su La Nuova, la replica di Cecchini sulla questione Università. Siamo nei dintorni del surreale: possibile che non si riesca ad agire, una volta tanto, in modo coerente, ordinato e, soprattutto, compiuto? Se un fabbricato è destinato all'Università, così sia e non si abbia alcun dubbio.
Siamo tutti di passaggio, anche se camperemo più di 100 anni. Così anche Cecchini come Lubrano. Che quest'ultimo si tranquillizzi, il bene non passerà nella proprietà del direttore del Dipartimento, se questo è il problema (solo suo o anche di altri)!
Ci saranno altri direttori di Dipartimento magari più graditi, ma forse anche altri sindaci più attenti ad ascoltare (non soltanto i quartieri, perché la società è assai complessa nelle sue articolazioni).
Che c'entra, mi chiedo, l'archivio storico, ovvero la memoria di Alghero, situato laddove toglie spazio (l'aula magna, il punto centrale della logistica universitaria, posta da un'altra parte, ma che senso ha?) al complesso universitario? Siamo certi che per tale importante struttura non si trovi ad Alghero altro spazio? Ha pensato il sindaco alla figuraccia di Alghero davanti ad una prestigiosa facoltà che si presenta priva di un'aula magna, a parte i problemi logistici?
Ora viene fuori pure l'altra storia, anch'essa surreale, del freddo. Se, a parere del Sindaco, il freddo non è un problema per studenti e professori, che Lubrano spenga i termosifoni degli uffici comunali. Totus in paris, si dice così dalle parti in cui scrivo, studenti di Architettura e dipendenti comunali. Tanto il freddo non è un problema.
Mi sembra che la vicenda faccia emergere il fastidio di chi è al governo e non vuole essere disturbato. Sperando che la fastidiosa mosca (il problema specifico) tolga il disturbo, si prende tempo e poi ancora altro tempo, attendendo che la mosca voli via.
Che c'entra, mi chiedo, l'archivio storico, ovvero la memoria di Alghero, situato laddove toglie spazio (l'aula magna, il punto centrale della logistica universitaria, posta da un'altra parte, ma che senso ha?) al complesso universitario? Siamo certi che per tale importante struttura non si trovi ad Alghero altro spazio? Ha pensato il sindaco alla figuraccia di Alghero davanti ad una prestigiosa facoltà che si presenta priva di un'aula magna, a parte i problemi logistici?
Ora viene fuori pure l'altra storia, anch'essa surreale, del freddo. Se, a parere del Sindaco, il freddo non è un problema per studenti e professori, che Lubrano spenga i termosifoni degli uffici comunali. Totus in paris, si dice così dalle parti in cui scrivo, studenti di Architettura e dipendenti comunali. Tanto il freddo non è un problema.
Mi sembra che la vicenda faccia emergere il fastidio di chi è al governo e non vuole essere disturbato. Sperando che la fastidiosa mosca (il problema specifico) tolga il disturbo, si prende tempo e poi ancora altro tempo, attendendo che la mosca voli via.
A meno che Lubrano non sia un novello Tobia e si liberi della mosca acchiappandola e liberandola fuori dalla finestra (capito la metafora, gentile professor Cecchini?).
Credo che il problema dell'Università algherese rappresenti l'emblema del sentimento di diffidenza verso il prossimo che è la caratteristica di una politica chiusa (chiusa nel senso che non ha orizzonti).
Credo che il problema dell'Università algherese rappresenti l'emblema del sentimento di diffidenza verso il prossimo che è la caratteristica di una politica chiusa (chiusa nel senso che non ha orizzonti).
Credo che non sia questa la caratteristica della giunta guidata dal Sindaco Lubrano, per questo sono certo che la questione troverà soluzione perseguendo il migliore interesse per la comunità algherese.
Insomma, mettendola in metafora, che Lubrano sia un nuovo Tobia ma, a differenza di questi, sappia convivere con questa e con le altre mosche che arriveranno.
Insomma, mettendola in metafora, che Lubrano sia un nuovo Tobia ma, a differenza di questi, sappia convivere con questa e con le altre mosche che arriveranno.
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