Demos, accolta istanza di fallimento
Alessandra Giudici: «Vicenda amarissima, seguito un percorso obbligato».
Il tribunale fallimentare di Sassari ha accolto l’istanza di fallimento della Demos.
Con la sentenza emessa nei giorni scorsi si conclude la travagliata vicenda della società consortile “in house”, nata nel 1998 per svolgere il ruolo di agenzia di sviluppo locale e partecipata sino a un anno fa da Provincia di Sassari, Comune di Sassari, Comune di Porto Torres, Comune di Sorso, Comune di Sennori e Comune di Villanova Monteleone.
Sulla drastica decisione del dicembre scorso di mettere in liquidazione la società consortile per azioni aveva influito la consistente perdita fatta registrare dalla Demos e l’ennesima erosione del capitale sociale.
Per riparare a quella situazione sarebbe stata necessaria un’altra ricapitalizzazione ad appena dodici mesi dalla precedente, operata alla fine del 2010 dagli enti che condividevano la proprietà della società. Ma di fronte all’ennesima emorragia, i soci avevano ritenuto non opportuno intervenire con altre risorse pubbliche per far fronte a una situazione oggettivamente insanabile.
Nel corso della stessa assemblea notarile, ossia un’assemblea straordinaria svolta alla presenza del notaio, i soci avevano deciso di nominare un primo liquidatore, il commercialista Sandro Guiso, con l’incarico “esplorativo” di verificare la possibilità di attivare un’eventuale azione di salvataggio atta a contrastare l’ormai acclamata situazione di grave difficoltà in cui versava l’ente già al 30 settembre 2011.
Nel corso della stessa assemblea notarile, ossia un’assemblea straordinaria svolta alla presenza del notaio, i soci avevano deciso di nominare un primo liquidatore, il commercialista Sandro Guiso, con l’incarico “esplorativo” di verificare la possibilità di attivare un’eventuale azione di salvataggio atta a contrastare l’ormai acclamata situazione di grave difficoltà in cui versava l’ente già al 30 settembre 2011.
In seguito alla comunicazione attraverso cui l’incaricato comunicava all’inizio di quest’anno di non accettare l’incarico di liquidatore della Demos, l’assemblea straordinaria dei soci è stata riunita con urgenza e il 23 gennaio scorso ha nominato un secondo liquidatore, il commercialista Simone Razzu.
Il professionista, completata in due mesi la ricostruzione della situazione patrimoniale, all’inizio di aprile non ha potuto fare altro che portare i libri in tribunale, motivando la propria istanza di fallimento come atto dovuto.
Pochi giorni fa la sentenza, che accoglie quell’istanza e mette la parola fine su una vicenda che in questi mesi, comprensibilmente, ha agitato il dibattito politico. «Per quanto i passaggi che abbiamo compiuto in questi ultimi dodici mesi fossero obbligati, resta il rammarico per una vicenda amarissima», è l’unico commento del presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici. «I problemi economici della Demos lasciano sul campo undici vittime, ossia i dipendenti – conclude – per loro non è stato possibile individuare alcuna soluzione di salvataggio, nonostante lo sforzo profuso e gli impegni assunti anche pubblicamente nei loro confronti».
Pochi giorni fa la sentenza, che accoglie quell’istanza e mette la parola fine su una vicenda che in questi mesi, comprensibilmente, ha agitato il dibattito politico. «Per quanto i passaggi che abbiamo compiuto in questi ultimi dodici mesi fossero obbligati, resta il rammarico per una vicenda amarissima», è l’unico commento del presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici. «I problemi economici della Demos lasciano sul campo undici vittime, ossia i dipendenti – conclude – per loro non è stato possibile individuare alcuna soluzione di salvataggio, nonostante lo sforzo profuso e gli impegni assunti anche pubblicamente nei loro confronti».
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