Fiumesanto, bloccati i licenziamenti
Fumata bianca al termine del confronto tra azienda e sigle sindacali.
«Stop alle procedure per il licenziamento di 37 dipendenti e pagamento degli stipendi entro la fine del mese, valutando le priorità qualora emergessero situazioni di difficoltà particolare».
Sono gli impegni assunti dalla Seratin e contenuti nell’accordo sottoscritto al Tavolo di mediazione dei conflitti collettivi della Provincia di Sassari.
La fumata bianca è arrivata al termine del terzo incontro tra l’azienda – una delle società dell’indotto legato all’attività della centrale energetica di Fiumesanto, che per conto di E.On cura in particolare le manutenzioni e i servizi di pulizia industriale degli impianti – e le organizzazioni sindacali.
A ritenere positivo l’esito della trattativa sono le organizzazioni sindacali, i rappresentanti dell’azienda e l’assessore provinciale delle Politiche del lavoro, Rosario Musmeci. Insieme al presidente della Provincia, Alessandra Giudici, l’assessore ha seguito in prima linea la vicenda e ha assistito di persona al complicato faccia a faccia di queste settimane, in cui la Provincia di Sassari ha esercitato con successo il suo ruolo di arbitro.
Al tavolo convocato e presieduto dalla Provincia di Sassari hanno partecipato i rappresentanti della Seratin, dall’altra quelli di Filcams Cgil, Filctem Cgil, Fisascat Cisl, segreteria territoriale Cisl, Fsm Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Filt Cgil.
Al tavolo convocato e presieduto dalla Provincia di Sassari hanno partecipato i rappresentanti della Seratin, dall’altra quelli di Filcams Cgil, Filctem Cgil, Fisascat Cisl, segreteria territoriale Cisl, Fsm Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil e Filt Cgil.
«Come emerge chiaramente dall’accordo sottoscritto, ha prevalso il senso di responsabilità da parte dell’azienda – commentano soddisfate le organizzazioni sindacali – ma anche e soprattutto quello dei lavoratori e di chi li rappresenta». L’accordo prevede infatti che venga sottoscritto fra le parti un verbale di cassa integrazione in base alle esigenze che la Seratin manifesterà formalmente nei prossimi giorni. «I dettagli relativi al monte ore e alla tipologia di cassa integrazione e gli aspetti legati alla valutazione delle effettive sofferenze saranno trattati direttamente da organizzazioni sindacali e azienda – proseguono i sindacati – le risultanze del loro accordo saranno riportate al tavolo di mediazione il prossimo 28 novembre per la ratifica, attraverso cui entreranno a far parte integrante dell’accordo già sottoscritto».
Assenti i portavoce del colosso tedesco dell’energia, sebbene sia «il responsabile principale di quello che sta succedendo alla filiera produttiva e all’indotto di Fiumesanto, tanto in termini di precarietà occupazionale e di sicurezza sul lavoro che sul piano dei rischi ambientali, tutti pericoli prodotti da un’attività di manutenzione ordinaria degli impianti ridotta ai minimi termini», come sottolinea l’assessore Rosario Musmeci al termine dei tre incontri che la multinazionale, proprietaria del sito di Fiumesanto, ha sistematicamente disertato.
Scampato il pericolo dei 37 licenziamenti, i problemi restano comunque tutti sul campo, così come le cause. «La riduzione dei costi previsti da parte di E.On per la manutenzione ordinaria degli impianti di Fiumesanto sta mettendo in grossissima difficoltà l’indotto ed è alla base di questa situazione», è il nodo che aziende, sindacati e lavoratori hanno spiegato ad Alessandra Giudici in occasione dei contatti avuti in queste settimane. «È evidente che l’origine del problema risiede proprio nell’atteggiamento di E.On – commenta Alessandra Giudici – che in questo modo sta smantellando un sistema economico e occupazionale con delle scelte che lasciano perplessi anche per quanto riguarda l’ambiente, la salute e la sicurezza sul lavoro». Anche per questa ragione, «le dichiarazioni più recenti fatte da E.On danno consistenza a quanto ci riferiscono i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali – aggiunge il presidente – con grande preoccupazione in vista del bando che dovrà garantire i servizi di manutenzione per il prossimo triennio».
Resta fermo che «l’interesse principale del tavolo di mediazione dei conflitti collettivi, oltre naturalmente alle preoccupazioni legate alla sicurezza ambientale e alla incolumità fisica dei lavoratori e del territorio, era quello di garantire la continuità occupazionale», riflette Rosario Musmeci.
Assenti i portavoce del colosso tedesco dell’energia, sebbene sia «il responsabile principale di quello che sta succedendo alla filiera produttiva e all’indotto di Fiumesanto, tanto in termini di precarietà occupazionale e di sicurezza sul lavoro che sul piano dei rischi ambientali, tutti pericoli prodotti da un’attività di manutenzione ordinaria degli impianti ridotta ai minimi termini», come sottolinea l’assessore Rosario Musmeci al termine dei tre incontri che la multinazionale, proprietaria del sito di Fiumesanto, ha sistematicamente disertato.
Scampato il pericolo dei 37 licenziamenti, i problemi restano comunque tutti sul campo, così come le cause. «La riduzione dei costi previsti da parte di E.On per la manutenzione ordinaria degli impianti di Fiumesanto sta mettendo in grossissima difficoltà l’indotto ed è alla base di questa situazione», è il nodo che aziende, sindacati e lavoratori hanno spiegato ad Alessandra Giudici in occasione dei contatti avuti in queste settimane. «È evidente che l’origine del problema risiede proprio nell’atteggiamento di E.On – commenta Alessandra Giudici – che in questo modo sta smantellando un sistema economico e occupazionale con delle scelte che lasciano perplessi anche per quanto riguarda l’ambiente, la salute e la sicurezza sul lavoro». Anche per questa ragione, «le dichiarazioni più recenti fatte da E.On danno consistenza a quanto ci riferiscono i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali – aggiunge il presidente – con grande preoccupazione in vista del bando che dovrà garantire i servizi di manutenzione per il prossimo triennio».
Resta fermo che «l’interesse principale del tavolo di mediazione dei conflitti collettivi, oltre naturalmente alle preoccupazioni legate alla sicurezza ambientale e alla incolumità fisica dei lavoratori e del territorio, era quello di garantire la continuità occupazionale», riflette Rosario Musmeci.
Tuttavia, «non si può non segnalare che i budget stanziati da E.On per la manutenzione ordinaria si sono sensibilmente ridotti nel tempo – conclude l’assessore – e allora diventa necessario che anche questo argomento sia inserito nel contesto del più generale confronto tra E.On e questo territorio, che da tempo attende il rispetto degli impegni sottoscritti per lo sviluppo di Fiumesanto».
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