Questa fu la settimana che fu (11 e 12)
Diario 12 – 25 novembre 2012.
Stefano Rodotà, Pubblico, 20 novembre 2012: “Senza l'uguaglianza, senza quel capolavoro che nella Costituzione è rappresentato dall'art. 3, i diritti non ci sono. Mentre oggi rischiamo di tornare ad una forma di cittadinanza censitaria, come nell'ottocento.”
Franco Frattini, Corriere della Sera, 22 novembre 2012: “Non lo definirei (Monti) un premier tecnocratico, ma un primo ministro con una visione per il futuro dell'Italia.” (Che caro ex ministro; lo vede bene, ma ha una visione per il futuro degli italiani?)
Sandro Bondi, La Repubblica, 25 novembre 2012: “Chi aveva pensato di costruire un nuovo centro destra senza o contro Berlusconi non solo è uno smemorato dal punto di vista morale, ma è soprattutto un velleitario dal punto di vista Politico.” (L'innamorato Bondi non poteva dire di meno, a parte l'oscuro significato dello smemorato morale. Torna in campo “penso io”, povero Berlusconi il suo velleitarismo è patologico, cosa pensa di fare, quale popolo pensa di trascinare? Ma!, sarà uno dei tanti di Montecitorio, come dire un Bondi qualunque, e gli verrà la depressione. Non ha neanche il vantaggio di evitare l'eventuale arresto perché data l'età difficilmente varcherà il portone di un carcere. Né gli riuscirà di introdurre il quarto livello di giudizio. Ma, misteri della vanità e velleità.)
Francesco Indovina |
Salviamo gli italiani
Basta con la retorica di “Salva Italia” e di tutti i suoi derivati, alla vigilia dell'elezioni politiche è necessario un progetto/programma salva italiani; un progetto/programma che metta al centro non un'astratta Italia (che puoi ha significato, qualsiasi cosa raccontino, salva finanza), ma una concreta popolazione di giovani, di precari, di disoccupati, di pensionati, di famiglie in sofferenza sociale, di malati abbandonati, di esodati, di licenziati. Un programma che punti sulla crescita economica (aggiornata, innovativa, verde, sostenibile, come si vuole), sulla formazione qualificata, sulla difesa dei diritti di cittadinanza, sulle istituzioni pubbliche, sulla salvaguardia dei diritti individuali.
Nessuno è contrario ad un simile programma, anche Monti potrebbe dirsi d'accordo, ma poi molti, Monti e i suoi ministri soprattutto, ci direbbero che "mancano le risorse". Bene partiamo da qui (e mi scuso se ripeterò cose già scritte altre volte).
Quello che ci fa mancare le risorse sono sostanzialmente quattro fenomeni: il debito pubblico; l'evasione fiscale; la corruzione; lo squilibrio nella distribuzione del reddito. Ma non si tratta di “castighi di Dio”, ma più semplicemente di questioni che hanno necessità di scelte politiche che un governo progressista dovrebbe fare; niente rivoluzione, non è ancora tempo, ma semplici (si fa per dire) provvedimenti che siano in linea con la messa a disposizione di risorse per salvare gli italiani.
Nessuno pare disposto ad annullare il debito pubblico: siamo dei signori rispettabili, Monti ci ha reso tali e il debito dobbiamo pagare. Ma come anche un cretino capirebbe, non siamo in grado di pagare gli interessi, restituire quanto prestatoci e ridurre insieme il nostro debito al 60% del PIL, come ci ha imposto la UE. Il prestito fatto all'Italia è stato un cattivo affare, gli investitori dovevano saperlo, inoltre il paese ha altri debiti verso i propri cittadini (pensioni, per esempio), allora?dobbiamo liberarci dallo spread che condiziona i nostri tassi d'interesse. Una via semplice è quella di legiferare affinché tutti i titoli di stato siano rinnovati automaticamente per lo stesso periodo. Non quindi un esproprio ma solo un prolungamento, tenendo conto che gli stessi titoli rinnovati possono essere trattati sul mercato (forse perdendoci qualcosa, certo, ma è il costo per un cattivo investimento). Lo Stato pagherà gli interessi su tutti i titoli calcolati come media semplice di tutti i tassi pagati dai paesi della UE su ogni tipologia di titolo. Lo stato rimborserà la quota di titoli secondo le disponibilità dell'avanzo di bilancio una volta soddisfatti i bisogni di “salva italiani”.
Per combattere l'evasione fiscale mi pare che gli strumenti necessari sono oggi disponibili (bisogna allargare gli accordi con gli altri Stati sui depositi nelle rispettive banche). Tali strumenti andranno applicati con ferrea volontà, che non è persecuzione fiscale, ma semplice “sollecitazione” di onesta pubblica. Si fa qualcosa ma bisogna attivare strumenti per evitare l'espatrio dei capitali. Pare che una famiglia su 5, cioè il 20% evada, e tempo di finire questa storia.
Combattere la corruzione è tutto da fare perché il governo dei tecnici ha solo scherzato. Si tratta di inserire non solo nuove modalità di indagine e nuove fatti specie di reato, ma anche di inasprire le pene, e introdurre l'esproprio dei beni (anche nei casi di inconsapevoli regalie, vedi caso Scajola, ma non pare sia l'unico). Combattere la corruzione è un tutt'uno con il combattere anche la criminalità organizzata.
Per quanto riguarda la distribuzione del reddito la leva fiscale è lo strumento principale, accompagnate con una grande battaglia culturale che chiarisca che le enormi remunerazioni non sono di merito ma di potere (tanto per fare un esempio l'enorme remunerazione di Marchionne non paga il suo merito ma il suo potere di distruggere l'industria italiana dell'auto e non solo). Qui ci vogliono nuove regole fiscali, molti dei benefizi che i grandi manager ricevono sfuggono ad ogni controllo fiscale. Un adeguamento delle aliquote fiscali, innalzando quelle quelle dei redditi più alti, deve essere presentata non come un contributo di solidarietà temporale, né come un modo per fare cassa, ma come l'applicazione di un principio di equità. Così come l'IVA per i generi di lusso andrebbe modulata in modo più articolata e variabile a secondo l'entità del valore dell'acquisto (un anello con un brillante avrà un IVA, ma una collana di brillanti e smeraldi ne avrà un'altra più alta). Prendiamo le mosse cher la metà delle pensioni non arriva a 1.000 € al mese.
Tutto questo metterebbe a disposizione rapidamente e risorse utili per salvare gli italiani, sugli indirizzi di tale spese (cosa non da poco) ne parleremo la prossima settimana.
Accordo sulla produttività
Accordo separato, ormai è una tradizione, la CGIL non firma, bene. Il contratto nazionale ridimensionato e pronto a sparire. Doppio livello di contratto, ma questo è il meno, l'operazione è ricattatoria, per godere dell'alleggerimento delle imposte sulla busta paga sulla parte aziendale, Fornero e Passera hanno preteso che fosse introdotto nell'accordo la possibilità del demansionamento, cioè il passaggio ad una mansione inferiore, e della flessibilità degli orari. Non è più il salario una variabile ma lo diventa il lavoratore.
Manifestazioni e violenza
La settimana scorsa in tutta l'Europa meridionale ci sono state più o meno grandi manifestazioni. Lo scandalo è stato individuato nella “violenza”: non si è manifestato democraticamente, silenziosamente e ordinatamente. Ovunque, più o meno duri, scontri con la polizia, da Barcellona a Milano, a Roma, a Madrid, ecc.
La protesta è stata indirizzata ai governi, incapaci di combattere la speculazione finanziaria, se non pagando e tosando i cittadini, e ai simboli del capitale finanziario (banche, soprattutto).
La rabbia e paura dei giovani per il loro futuro e presente, la rabbia e paura dei lavoratori con o già senza lavoro, si è espressa con un tasso di violenza molto inferiore alle sue “potenzialità”. Non si tratta di fare l'elogio della violenza, ma di avere consapevolezza dello stato delle cose. I governi dei paesi in crisi finanziaria e in recessione, come il nostro, quello spagnolo e portoghese e domani quello francese e tedesco, hanno davanti a loro due strade, o provvedimenti che soddisfano i bisogni della popolazione, la crescita economica, la salvaguardia dei diritti, sacrificando la finanza, o la repressione sempre più dura. Ma questa seconda strada fino a quando potrà reggere e fi8no a quando la sopporteremo?
Verso la terza Repubblica
Il cammino pare segnato, addirittura si lanciano manifesti, andiamo verso la terza repubblica.
Che i promotori sperano sia come la prima: egemonizzata da una sorta di neo-DC, hanno anche trovato il loro De Gasperi in Mario Monti. A questo lavorano Casini, Montezemolo, Riccardi, il cardinale Bertone, la Cils, o almeno il suo segretario, ecc. Ma la nostalgia non è mai buona consigliera. Il tempo scorre, la chiesa conta meno, il Pd non è il Psi, i giovani non sanno ma hanno capito.
Un disegno tanto povero quanto meschino, tanto inattuale quanto indeterminato. Il programma è l'agenda Monti, per altro oggetto misterioso nei suoi appuntamenti che non sia il rigore suicida.
Mi pare già difficile che i protagonisti si possano mettere d'accordo, mi pare impossibile (ma forse sbaglio) che possa avere un significativo appeal politico/elettorale, mi pare che si punti ad un moderato successo per ragioni di potere. Meschinità, nonostante le frasi rituali e rimbombanti sulla necessità di salvare l'Italia (degli italiani a questi non interessa).
Napolitano salva Monti
Il presidente della Repubblica, per ragioni politiche e forse anche per affezione personale, ha salvato Monti dall'errore che questo stava commettendo. La sua dichiarazione di incanditabilità elettorale del prof. Monti, perché già senatore a vita, è stato un salvagente.
Che Monti non si potesse presentare è dubbio, ma è certo che essendo il professore in procinto di farlo (per vanità e presunzione), Napolitano gli ha evitato la morte politica, mentre per Napolitano il professore potrebbe ancora essere utile.
Una lista con capolista Monti, avrebbe avuto, di fatto, bando alle illusioni, un buon successo ma non tale da farlo risultare esaltante tanto da farne il continuatore di se stesso. Di fatto una sconfitta, che lo avrebbe ridotto a livello di Cicchitto o di qualsiasi altro deputato (addio salvatore della patria).
Certo un lista che sbandiera Monti ci sarà, ma senza Monti e senza neanche il suo beneplacito, il massimo che potranno sventolare sarà la famosa agenda.
In questo modo Monti sarà, come si dice, una risorsa buono per somministrare altre quote di rigore agli italiani. Potrà ascendere, nel dissenso della maggioranza degli italiani al colle più alto (un sogno che non aveva mai fatto) e che nonostante la sponsorizzazione di Bersani non è certo che possa realizzarsi, poiché gli aspiranti palesi e nascosti sono tanti.
Scuola, Università e analfabetismo
I giovani continuano a protestare per la insostenibile situazione della scuola e dell'università. Non c'è che essere partecipi di questa protesta. Università e scuola sono ridotti al lumicino: tagli continui, biblioteche parzialmente chiuse e comunque prive di acquisti, professori taglieggiati. Riduzione dell'offerta didattica, ormai i fondi annuali di finanziamento vanno per il 90% agli stipendi, questo vuol dire che non resta nulla per la ricerca, la manutenzione, l'acquisto di libri e riviste, le attrezzature di laboratorio, ecc.
Ma quando parlano di rilancio economico i nostri ministri tecnici a cosa pensano, a si, all'artigianato e all'agricoltura (tradizionale). L'innovazione dove dovrebbe stare?
Il governo, con i suoi ministri tecnici, si gingilla con l'agenda digitale, chiudendo gli occhi sulla situazione di alfabetizzazione della società italiana. Qualche anno fa, la situazione oggi potrebbe essere peggiore, l'OCSE ha condotto una indagine internazionale sulle conoscenze linguistiche utile e necessaria alla vita sociale, in Italia, tra la popolazione compresa tra 16 e 65 anni, il 46% si trova al livello minimo, il 35% al livello intermedio e solo il 19% a livello buono. Tullio De Mauro riferendosi ad una indagine del CEDE ci informa che più di 2 milioni di adulti sono analfabeti, circa 15 milioni sono semianalfabeti, e 15 milioni sono ai margini minimi di comprensione di un testo, di un documento, di una indicazione, di un articolo di giornale. “Il 70% degli italiani non possiede le competenze per orientarsi e risolvere attraverso l'uso appropriato della lingua italiana situazione complesse e problemi della vita quotidiana”.
Paolo di Stefano (La Lettura, del 25 novembre) osserva: “Sono numeri che, in una condizione economica ordinaria (e in un Paese consapevole), farebbe scattare subito l'emergenza sociale”.
Ma non siamo un paese consapevole, o meglio i nostri governanti non sono consapevoli, e non si esce dalla situazione di crisi se non affrontando di petto la questione della formazione, dell'acculturazione della popolazione. Altro che informatica, o meglio come insegnava Don Milani, non vogliono diffondere cultura e sapere per conservare il potere.
Ecco un tema del programma salviamo gli italiani per il prossimo governo.
Governo e Chiesa
Ben fatto ministro Grilli, non avevamo dubbio sulla sua subalternità (e anche inefficienza). Il suo regolamento sull'IMU sul patrimonio della chiesa in sostanza da una parte esonera e dall'altro da delle indicazioni che spingeranno a non pagare creando una situazione di caos. Un governo così liggio verso la UE su questo terreno fa orecchie da mercante, e ancora disattese le correzioni chieste dal Consiglio di stato. Il governo è generoso con la chiesa ma non con gli esodati, i precari, e in generale i cittadini italiani. Questi, in molti casi, per visitare una chiesa devono pagare il biglietto, ma si tratta di un luogo di culto o di un'attività economica (Book shoop compreso?).
Qui la fede di Monti, Grilli e compagnia cantando non c'entra niente, credano quello che vogliano ma non possiamo sopportare favoreggiamenti.
Tornano i derivati
Il Sole 24 Ore, di domenica informa che negli USA sono stati rilanciati i derivati che tanto sconquasso avevano determinato. Come dire mai perdere il vizio, tanto c'è sempre qualcuno che ti ripara il pelo.
Ma non è problema solo USA, anche in Europa la Deutsche Bank ne ha lanciato uno da 754 milioni dio sterline, e un altro dalla Royal Bank of Scotland.
Secondo il quotidiano il punto debole è che “a valutare i prodotti finanziari sono sempre agenzie il cui rating viene pagato dalle stesse banche interessate”, ma non non posso crederci.
Ora si teorizzerà che con un trattamento accorto si tratta di strumenti adatti a combattere la depressione economica, sono pronto a scommettere.
Citazioni: nel bene e nel male
Susanna Camusso, Il Manifesto, 15 novembre, 2012: “Un anno di disastri e di non risposte al mondo del lavoro. Il governo toglie fiducia e speranza ai giovani. E non ci venga a raccontare che c’è luce in fondo al tunnel perché nei mesi che abbiamo di fropnte aumenteranno problemi e disoccupazione.”
Luca Cordero di Montezemolo, Corriere della Sera, 18 novembre 2012: “Noi non chiediamo oggi al premier di assumere la leadership di questo movimento politico, perchè pregiudicherebbe il suo lavoro, e non ce lo possiamo permetter, ma vogliamo dare fondamento democratico e elettorale al percorso iniziato dal suo governo per proseguirlo anche nella prossima legislatura.” (Nella Terza Repubblica l’ipocrisia la fa da padrona e il linguaggio sarà quello della prima Repubblica.)
Mario Monti, La Repubblica, 19 novembre 2012: “Non posso garantire per il futuro.” (Mai il presidente del Consiglio aveva fatto un attacco così netto ai partiti, proprio nel momento in cui Montezemolo lancia una lista che Monti potrebbe guidare. Insomma il presidente ci ha preso gusto e lascia l’ironia inglese (sic!) per l’attacco napoletano. Nella migliore tradizione ha corretto l’interpretazione delle sue parole; ti pareva.)
Nichi Vendola, La Repubblica, 19 novembre 2012: “Sono convinto che domenica ci sarà una grande sorpresa. La sorpresa sarò io. Mi do vincente.”
Nicola Rossi, (già deputato del Pd ora con Montezemolo) Corriere della Sera, 19 novembre 2012: “Io penso di sì" (Che la lista di Montezemolo possa contendere il premio di maggioranza a Bersani e a Grillo), perché ha fondamento in un momento particolare del paese, in cui pensare che l’Italia possa cavarsela non basta. Non si esce dalla crisi proponendo una soluzione interna … Nelle parole di Vendola e di molti del PD che vogliono rottamare l’agenda Monti vedo un programma antitetico. Pensare che gli elettori siano pacchi postali è un’idea sbagliata e offensiva. A chi ha votato il referendum sciagurato sull’acqua o è scesa in piazza contro la riforma delle pensioni non si può dire abbiamo scherzato” (per chi si appella alla coscienza civica parlare di un referendum sciagurato pare un paradosso, non è l’unico) ).
Carlo De Benedetti, La Repubblica, 20 novembre 2012: “Sul Quirinale ho una fantasia: mi piacerebbe una donna.” (È una fantasia che abbiamo in molti, ma la donna cambia. Tra le più gettonate la Bonino, a me non gradita perché iperliberista, la Rosy Bindi, è da me preferita anche se cattolica e se ha commesso qualche errore di troppo; non parliamo della ... che sconfitta a Palermo è fuggita. Nella realtà il più probabile è un maschietto: Monti.)
Basta con la retorica di “Salva Italia” e di tutti i suoi derivati, alla vigilia dell'elezioni politiche è necessario un progetto/programma salva italiani; un progetto/programma che metta al centro non un'astratta Italia (che puoi ha significato, qualsiasi cosa raccontino, salva finanza), ma una concreta popolazione di giovani, di precari, di disoccupati, di pensionati, di famiglie in sofferenza sociale, di malati abbandonati, di esodati, di licenziati. Un programma che punti sulla crescita economica (aggiornata, innovativa, verde, sostenibile, come si vuole), sulla formazione qualificata, sulla difesa dei diritti di cittadinanza, sulle istituzioni pubbliche, sulla salvaguardia dei diritti individuali.
Nessuno è contrario ad un simile programma, anche Monti potrebbe dirsi d'accordo, ma poi molti, Monti e i suoi ministri soprattutto, ci direbbero che "mancano le risorse". Bene partiamo da qui (e mi scuso se ripeterò cose già scritte altre volte).
Quello che ci fa mancare le risorse sono sostanzialmente quattro fenomeni: il debito pubblico; l'evasione fiscale; la corruzione; lo squilibrio nella distribuzione del reddito. Ma non si tratta di “castighi di Dio”, ma più semplicemente di questioni che hanno necessità di scelte politiche che un governo progressista dovrebbe fare; niente rivoluzione, non è ancora tempo, ma semplici (si fa per dire) provvedimenti che siano in linea con la messa a disposizione di risorse per salvare gli italiani.
Nessuno pare disposto ad annullare il debito pubblico: siamo dei signori rispettabili, Monti ci ha reso tali e il debito dobbiamo pagare. Ma come anche un cretino capirebbe, non siamo in grado di pagare gli interessi, restituire quanto prestatoci e ridurre insieme il nostro debito al 60% del PIL, come ci ha imposto la UE. Il prestito fatto all'Italia è stato un cattivo affare, gli investitori dovevano saperlo, inoltre il paese ha altri debiti verso i propri cittadini (pensioni, per esempio), allora?dobbiamo liberarci dallo spread che condiziona i nostri tassi d'interesse. Una via semplice è quella di legiferare affinché tutti i titoli di stato siano rinnovati automaticamente per lo stesso periodo. Non quindi un esproprio ma solo un prolungamento, tenendo conto che gli stessi titoli rinnovati possono essere trattati sul mercato (forse perdendoci qualcosa, certo, ma è il costo per un cattivo investimento). Lo Stato pagherà gli interessi su tutti i titoli calcolati come media semplice di tutti i tassi pagati dai paesi della UE su ogni tipologia di titolo. Lo stato rimborserà la quota di titoli secondo le disponibilità dell'avanzo di bilancio una volta soddisfatti i bisogni di “salva italiani”.
Per combattere l'evasione fiscale mi pare che gli strumenti necessari sono oggi disponibili (bisogna allargare gli accordi con gli altri Stati sui depositi nelle rispettive banche). Tali strumenti andranno applicati con ferrea volontà, che non è persecuzione fiscale, ma semplice “sollecitazione” di onesta pubblica. Si fa qualcosa ma bisogna attivare strumenti per evitare l'espatrio dei capitali. Pare che una famiglia su 5, cioè il 20% evada, e tempo di finire questa storia.
Combattere la corruzione è tutto da fare perché il governo dei tecnici ha solo scherzato. Si tratta di inserire non solo nuove modalità di indagine e nuove fatti specie di reato, ma anche di inasprire le pene, e introdurre l'esproprio dei beni (anche nei casi di inconsapevoli regalie, vedi caso Scajola, ma non pare sia l'unico). Combattere la corruzione è un tutt'uno con il combattere anche la criminalità organizzata.
Per quanto riguarda la distribuzione del reddito la leva fiscale è lo strumento principale, accompagnate con una grande battaglia culturale che chiarisca che le enormi remunerazioni non sono di merito ma di potere (tanto per fare un esempio l'enorme remunerazione di Marchionne non paga il suo merito ma il suo potere di distruggere l'industria italiana dell'auto e non solo). Qui ci vogliono nuove regole fiscali, molti dei benefizi che i grandi manager ricevono sfuggono ad ogni controllo fiscale. Un adeguamento delle aliquote fiscali, innalzando quelle quelle dei redditi più alti, deve essere presentata non come un contributo di solidarietà temporale, né come un modo per fare cassa, ma come l'applicazione di un principio di equità. Così come l'IVA per i generi di lusso andrebbe modulata in modo più articolata e variabile a secondo l'entità del valore dell'acquisto (un anello con un brillante avrà un IVA, ma una collana di brillanti e smeraldi ne avrà un'altra più alta). Prendiamo le mosse cher la metà delle pensioni non arriva a 1.000 € al mese.
Tutto questo metterebbe a disposizione rapidamente e risorse utili per salvare gli italiani, sugli indirizzi di tale spese (cosa non da poco) ne parleremo la prossima settimana.
Accordo sulla produttività
Accordo separato, ormai è una tradizione, la CGIL non firma, bene. Il contratto nazionale ridimensionato e pronto a sparire. Doppio livello di contratto, ma questo è il meno, l'operazione è ricattatoria, per godere dell'alleggerimento delle imposte sulla busta paga sulla parte aziendale, Fornero e Passera hanno preteso che fosse introdotto nell'accordo la possibilità del demansionamento, cioè il passaggio ad una mansione inferiore, e della flessibilità degli orari. Non è più il salario una variabile ma lo diventa il lavoratore.
Manifestazioni e violenza
La settimana scorsa in tutta l'Europa meridionale ci sono state più o meno grandi manifestazioni. Lo scandalo è stato individuato nella “violenza”: non si è manifestato democraticamente, silenziosamente e ordinatamente. Ovunque, più o meno duri, scontri con la polizia, da Barcellona a Milano, a Roma, a Madrid, ecc.
La protesta è stata indirizzata ai governi, incapaci di combattere la speculazione finanziaria, se non pagando e tosando i cittadini, e ai simboli del capitale finanziario (banche, soprattutto).
La rabbia e paura dei giovani per il loro futuro e presente, la rabbia e paura dei lavoratori con o già senza lavoro, si è espressa con un tasso di violenza molto inferiore alle sue “potenzialità”. Non si tratta di fare l'elogio della violenza, ma di avere consapevolezza dello stato delle cose. I governi dei paesi in crisi finanziaria e in recessione, come il nostro, quello spagnolo e portoghese e domani quello francese e tedesco, hanno davanti a loro due strade, o provvedimenti che soddisfano i bisogni della popolazione, la crescita economica, la salvaguardia dei diritti, sacrificando la finanza, o la repressione sempre più dura. Ma questa seconda strada fino a quando potrà reggere e fi8no a quando la sopporteremo?
Verso la terza Repubblica
Il cammino pare segnato, addirittura si lanciano manifesti, andiamo verso la terza repubblica.
Che i promotori sperano sia come la prima: egemonizzata da una sorta di neo-DC, hanno anche trovato il loro De Gasperi in Mario Monti. A questo lavorano Casini, Montezemolo, Riccardi, il cardinale Bertone, la Cils, o almeno il suo segretario, ecc. Ma la nostalgia non è mai buona consigliera. Il tempo scorre, la chiesa conta meno, il Pd non è il Psi, i giovani non sanno ma hanno capito.
Un disegno tanto povero quanto meschino, tanto inattuale quanto indeterminato. Il programma è l'agenda Monti, per altro oggetto misterioso nei suoi appuntamenti che non sia il rigore suicida.
Mi pare già difficile che i protagonisti si possano mettere d'accordo, mi pare impossibile (ma forse sbaglio) che possa avere un significativo appeal politico/elettorale, mi pare che si punti ad un moderato successo per ragioni di potere. Meschinità, nonostante le frasi rituali e rimbombanti sulla necessità di salvare l'Italia (degli italiani a questi non interessa).
Napolitano salva Monti
Il presidente della Repubblica, per ragioni politiche e forse anche per affezione personale, ha salvato Monti dall'errore che questo stava commettendo. La sua dichiarazione di incanditabilità elettorale del prof. Monti, perché già senatore a vita, è stato un salvagente.
Che Monti non si potesse presentare è dubbio, ma è certo che essendo il professore in procinto di farlo (per vanità e presunzione), Napolitano gli ha evitato la morte politica, mentre per Napolitano il professore potrebbe ancora essere utile.
Una lista con capolista Monti, avrebbe avuto, di fatto, bando alle illusioni, un buon successo ma non tale da farlo risultare esaltante tanto da farne il continuatore di se stesso. Di fatto una sconfitta, che lo avrebbe ridotto a livello di Cicchitto o di qualsiasi altro deputato (addio salvatore della patria).
Certo un lista che sbandiera Monti ci sarà, ma senza Monti e senza neanche il suo beneplacito, il massimo che potranno sventolare sarà la famosa agenda.
In questo modo Monti sarà, come si dice, una risorsa buono per somministrare altre quote di rigore agli italiani. Potrà ascendere, nel dissenso della maggioranza degli italiani al colle più alto (un sogno che non aveva mai fatto) e che nonostante la sponsorizzazione di Bersani non è certo che possa realizzarsi, poiché gli aspiranti palesi e nascosti sono tanti.
Scuola, Università e analfabetismo
I giovani continuano a protestare per la insostenibile situazione della scuola e dell'università. Non c'è che essere partecipi di questa protesta. Università e scuola sono ridotti al lumicino: tagli continui, biblioteche parzialmente chiuse e comunque prive di acquisti, professori taglieggiati. Riduzione dell'offerta didattica, ormai i fondi annuali di finanziamento vanno per il 90% agli stipendi, questo vuol dire che non resta nulla per la ricerca, la manutenzione, l'acquisto di libri e riviste, le attrezzature di laboratorio, ecc.
Ma quando parlano di rilancio economico i nostri ministri tecnici a cosa pensano, a si, all'artigianato e all'agricoltura (tradizionale). L'innovazione dove dovrebbe stare?
Il governo, con i suoi ministri tecnici, si gingilla con l'agenda digitale, chiudendo gli occhi sulla situazione di alfabetizzazione della società italiana. Qualche anno fa, la situazione oggi potrebbe essere peggiore, l'OCSE ha condotto una indagine internazionale sulle conoscenze linguistiche utile e necessaria alla vita sociale, in Italia, tra la popolazione compresa tra 16 e 65 anni, il 46% si trova al livello minimo, il 35% al livello intermedio e solo il 19% a livello buono. Tullio De Mauro riferendosi ad una indagine del CEDE ci informa che più di 2 milioni di adulti sono analfabeti, circa 15 milioni sono semianalfabeti, e 15 milioni sono ai margini minimi di comprensione di un testo, di un documento, di una indicazione, di un articolo di giornale. “Il 70% degli italiani non possiede le competenze per orientarsi e risolvere attraverso l'uso appropriato della lingua italiana situazione complesse e problemi della vita quotidiana”.
Paolo di Stefano (La Lettura, del 25 novembre) osserva: “Sono numeri che, in una condizione economica ordinaria (e in un Paese consapevole), farebbe scattare subito l'emergenza sociale”.
Ma non siamo un paese consapevole, o meglio i nostri governanti non sono consapevoli, e non si esce dalla situazione di crisi se non affrontando di petto la questione della formazione, dell'acculturazione della popolazione. Altro che informatica, o meglio come insegnava Don Milani, non vogliono diffondere cultura e sapere per conservare il potere.
Ecco un tema del programma salviamo gli italiani per il prossimo governo.
Governo e Chiesa
Ben fatto ministro Grilli, non avevamo dubbio sulla sua subalternità (e anche inefficienza). Il suo regolamento sull'IMU sul patrimonio della chiesa in sostanza da una parte esonera e dall'altro da delle indicazioni che spingeranno a non pagare creando una situazione di caos. Un governo così liggio verso la UE su questo terreno fa orecchie da mercante, e ancora disattese le correzioni chieste dal Consiglio di stato. Il governo è generoso con la chiesa ma non con gli esodati, i precari, e in generale i cittadini italiani. Questi, in molti casi, per visitare una chiesa devono pagare il biglietto, ma si tratta di un luogo di culto o di un'attività economica (Book shoop compreso?).
Qui la fede di Monti, Grilli e compagnia cantando non c'entra niente, credano quello che vogliano ma non possiamo sopportare favoreggiamenti.
Tornano i derivati
Il Sole 24 Ore, di domenica informa che negli USA sono stati rilanciati i derivati che tanto sconquasso avevano determinato. Come dire mai perdere il vizio, tanto c'è sempre qualcuno che ti ripara il pelo.
Ma non è problema solo USA, anche in Europa la Deutsche Bank ne ha lanciato uno da 754 milioni dio sterline, e un altro dalla Royal Bank of Scotland.
Secondo il quotidiano il punto debole è che “a valutare i prodotti finanziari sono sempre agenzie il cui rating viene pagato dalle stesse banche interessate”, ma non non posso crederci.
Ora si teorizzerà che con un trattamento accorto si tratta di strumenti adatti a combattere la depressione economica, sono pronto a scommettere.
Citazioni: nel bene e nel male
Susanna Camusso, Il Manifesto, 15 novembre, 2012: “Un anno di disastri e di non risposte al mondo del lavoro. Il governo toglie fiducia e speranza ai giovani. E non ci venga a raccontare che c’è luce in fondo al tunnel perché nei mesi che abbiamo di fropnte aumenteranno problemi e disoccupazione.”
Luca Cordero di Montezemolo, Corriere della Sera, 18 novembre 2012: “Noi non chiediamo oggi al premier di assumere la leadership di questo movimento politico, perchè pregiudicherebbe il suo lavoro, e non ce lo possiamo permetter, ma vogliamo dare fondamento democratico e elettorale al percorso iniziato dal suo governo per proseguirlo anche nella prossima legislatura.” (Nella Terza Repubblica l’ipocrisia la fa da padrona e il linguaggio sarà quello della prima Repubblica.)
Mario Monti, La Repubblica, 19 novembre 2012: “Non posso garantire per il futuro.” (Mai il presidente del Consiglio aveva fatto un attacco così netto ai partiti, proprio nel momento in cui Montezemolo lancia una lista che Monti potrebbe guidare. Insomma il presidente ci ha preso gusto e lascia l’ironia inglese (sic!) per l’attacco napoletano. Nella migliore tradizione ha corretto l’interpretazione delle sue parole; ti pareva.)
Nichi Vendola, La Repubblica, 19 novembre 2012: “Sono convinto che domenica ci sarà una grande sorpresa. La sorpresa sarò io. Mi do vincente.”
Nicola Rossi, (già deputato del Pd ora con Montezemolo) Corriere della Sera, 19 novembre 2012: “Io penso di sì" (Che la lista di Montezemolo possa contendere il premio di maggioranza a Bersani e a Grillo), perché ha fondamento in un momento particolare del paese, in cui pensare che l’Italia possa cavarsela non basta. Non si esce dalla crisi proponendo una soluzione interna … Nelle parole di Vendola e di molti del PD che vogliono rottamare l’agenda Monti vedo un programma antitetico. Pensare che gli elettori siano pacchi postali è un’idea sbagliata e offensiva. A chi ha votato il referendum sciagurato sull’acqua o è scesa in piazza contro la riforma delle pensioni non si può dire abbiamo scherzato” (per chi si appella alla coscienza civica parlare di un referendum sciagurato pare un paradosso, non è l’unico) ).
Carlo De Benedetti, La Repubblica, 20 novembre 2012: “Sul Quirinale ho una fantasia: mi piacerebbe una donna.” (È una fantasia che abbiamo in molti, ma la donna cambia. Tra le più gettonate la Bonino, a me non gradita perché iperliberista, la Rosy Bindi, è da me preferita anche se cattolica e se ha commesso qualche errore di troppo; non parliamo della ... che sconfitta a Palermo è fuggita. Nella realtà il più probabile è un maschietto: Monti.)
Stefano Rodotà, Pubblico, 20 novembre 2012: “Senza l'uguaglianza, senza quel capolavoro che nella Costituzione è rappresentato dall'art. 3, i diritti non ci sono. Mentre oggi rischiamo di tornare ad una forma di cittadinanza censitaria, come nell'ottocento.”
Franco Frattini, Corriere della Sera, 22 novembre 2012: “Non lo definirei (Monti) un premier tecnocratico, ma un primo ministro con una visione per il futuro dell'Italia.” (Che caro ex ministro; lo vede bene, ma ha una visione per il futuro degli italiani?)
Sandro Bondi, La Repubblica, 25 novembre 2012: “Chi aveva pensato di costruire un nuovo centro destra senza o contro Berlusconi non solo è uno smemorato dal punto di vista morale, ma è soprattutto un velleitario dal punto di vista Politico.” (L'innamorato Bondi non poteva dire di meno, a parte l'oscuro significato dello smemorato morale. Torna in campo “penso io”, povero Berlusconi il suo velleitarismo è patologico, cosa pensa di fare, quale popolo pensa di trascinare? Ma!, sarà uno dei tanti di Montecitorio, come dire un Bondi qualunque, e gli verrà la depressione. Non ha neanche il vantaggio di evitare l'eventuale arresto perché data l'età difficilmente varcherà il portone di un carcere. Né gli riuscirà di introdurre il quarto livello di giudizio. Ma, misteri della vanità e velleità.)
Altri in
Recenti in
Recenti in
Commenti