Inquinamenti e bonifiche: quale politica?
Eternit, prima della bonifica va accertato il rischio.
Durante la mia infanzia cagliaritana, avevo imparato ad individuare, sui muri della città, strani segnali neri,quadrati, con la dicitura: ddt -off limits.
Enrico Muttoni |
Ci sono voluti poi piú di dieci anni perché mi imbattessi, su un libro di testo, nel dicloro difenil tricloroetano, il DDT, appunto.
Il quale fu usato, dalla fondazione Rockefeller, per l'eradicazione della malaria dalla Sardegna.
Son dovuti trascorrere altri anni, molti, prima che mi dovessi imbattere nella richiesta di determinare il DDT nell'ambiente.
La richiesta era la conseguenza della constatazione che questo composto è praticamente indistruttibile, e della possibilitá tecnica di analizzarla grazie alle nuove strumentazioni, che hanno consentito di verificare come questa molecola viaggi nell'ambiente fino a depositarsi nei grassi animali (umani compresi, è ovvio), e potenzialmente cancerogena.
Attualmente il DDT é tuttora in uso solo in quelle zone in cui l'Onu riconosce la necessità di debellare definitivamente la malaria, tramite l'eliminazione della zanzara anofele.
Il DDT, dunque, è stato un bene o un male, visto che ormai è disperso finissimamente nell'ambiente, e che non può essere recuperato?
Non voglio risposte, ma mi piacerebbe che qualcuno riflettesse su questa domanda.
In questi giorni si discuterá in consiglio comunale, ad Alghero, del pericolo amianto e della rimozione dello stesso, sarebbe meglio dire dei manufatti di cemento- amianto. La storia di questo materiale ha molte analogie con quella del DDT, e di altri prodotti che la tecnologia ha introdotto nell'uso corrente e,obbligatoriamente, nell'ambiente.
L'amianto è una roccia fibrosa largamente presente in natura e in grado di essere tessuta. É stato accertato che le fibre di amianto, più sottili di un capello, causano una serie di patologie tumorali, principalmente agli organi respiratori.
L'eternit, ovvero il cemento-amianto per antonomasia, contrariamente al DDT, lo vedono tutti: sui tetti di case e capannoni, nei serbatoi d'acqua, e in una miriade di altri manufatti.
La diffusione dell'eternit, una volta manifestatasi la sua pericolositá, ha peró suscitato un allarme nella popolazione che va al di lá dell'effettiva consistenza del rischio.
Voglio dire che il pericolo insito nell'amianto riguarda, nella stragrande maggioranza dei casi, lavoratori o
residenti che sono stati esposti a lungo alle lavorazioni del cemento amianto, nelle fasi in cui questo si trovava sotto forma di polvere da impasto per coibentazioni, oppure durante le fasi di taglio o perforazione di lastre ed ondulati.
Esiste poi la possibilità che fibre di amianto si disperdano nell'ambiente a causa del deteriorarsi di manufatti non adeguatamente manutenzionati.
L'eternit, dunque, é stato un bene o un male, e visto che é installato dappertutto, deve essere totalmente recuperato?
É opportuno iniziare una bonifica, senza avere dati analitici che confermino la dispersione nell'ambiente dell'agente inquinante?
Ricordo che sia il DDT che l'eternit, nelle rispettive epoche d'uso, non avevano alternative, e si è parlato della loro eliminazione solo dopo che la tecnologia ha trovato dei sostituti.
Poiché la bonifica completa prevede costi rilevanti, mi piacerebbe che la discussione in consiglio comunale prendesse in considerazione: quante patologie derivanti da amianto sono state registrate nel comune di Alghero (e sottolineo Alghero) negli ultimi trent'anni; quante tonnellate di materiale si stima vadano
obbligatoriamente rimosse; se tale rimozione vada effettuata dietro rilevazioni analitiche ambientali, fatte naturalmente da un ente indipendente; quale percorso farà, in dettaglio, il rifiuto fino alla destinazione finale.
In altre e più semplici parole, meglio accertare il rischio sito per sito, prima di decidere la bonifica. Perché in caso contrario, attuando una pulizia rimuovendo anche il materiale regolarmente in opera e non pericoloso,
assisteremmo soltanto all'ennesimo spreco di denaro pubblico.
Se verrà presa,come appare probabile, la decisione di bonificare il territorio comunale, si dovrebbe tentare di appaltare i lavori suddividendoli in due lotti, da affidare a due ditte diverse, in modo da poter confrontare il rapporto costo/beneficio. So che questo contrasta con qualche regolamento: ma buona parte della pessima
riuscita dei pubblici servizi dipende proprio dagli appalti dati in esclusiva ed al ribasso.
Il quale fu usato, dalla fondazione Rockefeller, per l'eradicazione della malaria dalla Sardegna.
Son dovuti trascorrere altri anni, molti, prima che mi dovessi imbattere nella richiesta di determinare il DDT nell'ambiente.
La richiesta era la conseguenza della constatazione che questo composto è praticamente indistruttibile, e della possibilitá tecnica di analizzarla grazie alle nuove strumentazioni, che hanno consentito di verificare come questa molecola viaggi nell'ambiente fino a depositarsi nei grassi animali (umani compresi, è ovvio), e potenzialmente cancerogena.
Attualmente il DDT é tuttora in uso solo in quelle zone in cui l'Onu riconosce la necessità di debellare definitivamente la malaria, tramite l'eliminazione della zanzara anofele.
Il DDT, dunque, è stato un bene o un male, visto che ormai è disperso finissimamente nell'ambiente, e che non può essere recuperato?
Non voglio risposte, ma mi piacerebbe che qualcuno riflettesse su questa domanda.
In questi giorni si discuterá in consiglio comunale, ad Alghero, del pericolo amianto e della rimozione dello stesso, sarebbe meglio dire dei manufatti di cemento- amianto. La storia di questo materiale ha molte analogie con quella del DDT, e di altri prodotti che la tecnologia ha introdotto nell'uso corrente e,obbligatoriamente, nell'ambiente.
L'amianto è una roccia fibrosa largamente presente in natura e in grado di essere tessuta. É stato accertato che le fibre di amianto, più sottili di un capello, causano una serie di patologie tumorali, principalmente agli organi respiratori.
L'eternit, ovvero il cemento-amianto per antonomasia, contrariamente al DDT, lo vedono tutti: sui tetti di case e capannoni, nei serbatoi d'acqua, e in una miriade di altri manufatti.
La diffusione dell'eternit, una volta manifestatasi la sua pericolositá, ha peró suscitato un allarme nella popolazione che va al di lá dell'effettiva consistenza del rischio.
Voglio dire che il pericolo insito nell'amianto riguarda, nella stragrande maggioranza dei casi, lavoratori o
residenti che sono stati esposti a lungo alle lavorazioni del cemento amianto, nelle fasi in cui questo si trovava sotto forma di polvere da impasto per coibentazioni, oppure durante le fasi di taglio o perforazione di lastre ed ondulati.
Esiste poi la possibilità che fibre di amianto si disperdano nell'ambiente a causa del deteriorarsi di manufatti non adeguatamente manutenzionati.
L'eternit, dunque, é stato un bene o un male, e visto che é installato dappertutto, deve essere totalmente recuperato?
É opportuno iniziare una bonifica, senza avere dati analitici che confermino la dispersione nell'ambiente dell'agente inquinante?
Ricordo che sia il DDT che l'eternit, nelle rispettive epoche d'uso, non avevano alternative, e si è parlato della loro eliminazione solo dopo che la tecnologia ha trovato dei sostituti.
Poiché la bonifica completa prevede costi rilevanti, mi piacerebbe che la discussione in consiglio comunale prendesse in considerazione: quante patologie derivanti da amianto sono state registrate nel comune di Alghero (e sottolineo Alghero) negli ultimi trent'anni; quante tonnellate di materiale si stima vadano
obbligatoriamente rimosse; se tale rimozione vada effettuata dietro rilevazioni analitiche ambientali, fatte naturalmente da un ente indipendente; quale percorso farà, in dettaglio, il rifiuto fino alla destinazione finale.
In altre e più semplici parole, meglio accertare il rischio sito per sito, prima di decidere la bonifica. Perché in caso contrario, attuando una pulizia rimuovendo anche il materiale regolarmente in opera e non pericoloso,
assisteremmo soltanto all'ennesimo spreco di denaro pubblico.
Se verrà presa,come appare probabile, la decisione di bonificare il territorio comunale, si dovrebbe tentare di appaltare i lavori suddividendoli in due lotti, da affidare a due ditte diverse, in modo da poter confrontare il rapporto costo/beneficio. So che questo contrasta con qualche regolamento: ma buona parte della pessima
riuscita dei pubblici servizi dipende proprio dagli appalti dati in esclusiva ed al ribasso.
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