Serve chiarezza sui voli cancellati
Per due giorni, l’aeroporto di Olbia è stato chiuso al traffico e quello di Alghero ha operato in maniera ridotta.
Arnaldo Boeddu |
Le compagnie, si giustificano dichiarando che, questa situazione si verifica ogni anno e che i passeggeri sono stati avvertiti mentre, i politici a livello nazionale si sono subito scandalizzati.
L’atteggiamento tenuto da entrambi gli attori è oramai una consuetudine ma, a mio avviso, non è stata fatta chiarezza su quanto accaduto e soprattutto su quanto potrà accadere nei nostri aeroporti dall’oggi al domani senza che, i politici preposti, al netto di dichiarazioni mirabolanti, facciano qualche cosa di concreto.
Il non aver predisposto un bando di gara per la continuità territoriale e l’aver concordato una proroga sino al mese di settembre 2013, senza di fatto alcun obbligo di oneri di servizio pubblico e peraltro solo sui collegamenti della prima continuità territoriale, poteva far immaginare che si sarebbero potute verificare situazioni al limite del paradosso.
Ormai è palese, è sotto gli occhi di tutti ed è stato certificato. I vettori, qualora non ritengano “remunerativa” una tratta, decidono di cancellarla.
Solo per poter proclamare uno sciopero per la rivendicazione dei diritti dei lavoratori, deve seguire una specifica procedura che richiede dall’atto della proclamazione sino alla possibile data di effettuazione dello sciopero vero e proprio non meno di venti giorni.
Inoltre, anche una volta esperita tutta la procedura e decisa la data dello sciopero, questa non solo non potrà essere concomitante con altri scioperi del settore ma, dovranno essere garantiti i servizi minimi, senza contare che, in alcuni periodi dell’anno (festività, ponti festivi, grandi esodi, votazioni, etc.), è stato precluso lo sciopero.
Ebbene, a fronte di tutte queste norme a danno di un diritto costituzionalmente garantito qual è quello dello sciopero per garantire un altrettanto diritto costituzionale, ovvero quello della mobilità, in un paese civile si dovrebbe impedire che un aeroporto chiuda per ben due giorni ed un altro operi a ranghi ridotti, cancellando di fatto il diritto alla mobilità del cittadino ed isolando una intera regione.
Anche in merito alla informazione data ai passeggeri, ho una puntualizzazione da fare: non mi risulta che i cittadini siano stati informati per tempo.
Infatti, così come in caso di proclamazione di uno sciopero nel settore del servizio pubblico, tutte le aziende, comprese quindi quelle operanti nel trasporto aereo, debbono informare la cittadinanza dei possibili disagi (disagi e non cancellazioni di tutti i voli per l’intera giornata) almeno cinque giorni prima tramite gli organi di stampa tv nazionali e locali.
In questo caso, non risulta che ciò sia avvenuto, anche perché se fosse stata l’ufficialità delle cancellazioni per la bassa redditività del volo, le stesse compagnie avrebbero ammesso l’interruzione del servizio pubblico.
Ma tutto questo è già passato. Adesso perché non si verifichino nuovamente situazioni simili, è necessario che, nel più breve tempo possibile, la Regione riconvochi i vettori e, oltre a farsi dare spiegazioni ufficiali e plausibili, faccia in maniera che episodi simili non si ripetano in futuro.
Non più tardi di una settimana fa e per l’ennesima volta, ho dichiarato che il non aver bandito la gara internazionale soggetta ad oneri di servizio pubblico ed eventuali compensazioni economiche quantificate precedentemente al bando in un tavolo tecnico, avrebbe potuto comportare, così come sta accadendo, che il vettore, chiunque esso sia, decida di non garantire più la tratta perché non remunerativa.
L’atteggiamento tenuto da entrambi gli attori è oramai una consuetudine ma, a mio avviso, non è stata fatta chiarezza su quanto accaduto e soprattutto su quanto potrà accadere nei nostri aeroporti dall’oggi al domani senza che, i politici preposti, al netto di dichiarazioni mirabolanti, facciano qualche cosa di concreto.
Il non aver predisposto un bando di gara per la continuità territoriale e l’aver concordato una proroga sino al mese di settembre 2013, senza di fatto alcun obbligo di oneri di servizio pubblico e peraltro solo sui collegamenti della prima continuità territoriale, poteva far immaginare che si sarebbero potute verificare situazioni al limite del paradosso.
Ormai è palese, è sotto gli occhi di tutti ed è stato certificato. I vettori, qualora non ritengano “remunerativa” una tratta, decidono di cancellarla.
Solo per poter proclamare uno sciopero per la rivendicazione dei diritti dei lavoratori, deve seguire una specifica procedura che richiede dall’atto della proclamazione sino alla possibile data di effettuazione dello sciopero vero e proprio non meno di venti giorni.
Inoltre, anche una volta esperita tutta la procedura e decisa la data dello sciopero, questa non solo non potrà essere concomitante con altri scioperi del settore ma, dovranno essere garantiti i servizi minimi, senza contare che, in alcuni periodi dell’anno (festività, ponti festivi, grandi esodi, votazioni, etc.), è stato precluso lo sciopero.
Ebbene, a fronte di tutte queste norme a danno di un diritto costituzionalmente garantito qual è quello dello sciopero per garantire un altrettanto diritto costituzionale, ovvero quello della mobilità, in un paese civile si dovrebbe impedire che un aeroporto chiuda per ben due giorni ed un altro operi a ranghi ridotti, cancellando di fatto il diritto alla mobilità del cittadino ed isolando una intera regione.
Anche in merito alla informazione data ai passeggeri, ho una puntualizzazione da fare: non mi risulta che i cittadini siano stati informati per tempo.
Infatti, così come in caso di proclamazione di uno sciopero nel settore del servizio pubblico, tutte le aziende, comprese quindi quelle operanti nel trasporto aereo, debbono informare la cittadinanza dei possibili disagi (disagi e non cancellazioni di tutti i voli per l’intera giornata) almeno cinque giorni prima tramite gli organi di stampa tv nazionali e locali.
In questo caso, non risulta che ciò sia avvenuto, anche perché se fosse stata l’ufficialità delle cancellazioni per la bassa redditività del volo, le stesse compagnie avrebbero ammesso l’interruzione del servizio pubblico.
Ma tutto questo è già passato. Adesso perché non si verifichino nuovamente situazioni simili, è necessario che, nel più breve tempo possibile, la Regione riconvochi i vettori e, oltre a farsi dare spiegazioni ufficiali e plausibili, faccia in maniera che episodi simili non si ripetano in futuro.
Non più tardi di una settimana fa e per l’ennesima volta, ho dichiarato che il non aver bandito la gara internazionale soggetta ad oneri di servizio pubblico ed eventuali compensazioni economiche quantificate precedentemente al bando in un tavolo tecnico, avrebbe potuto comportare, così come sta accadendo, che il vettore, chiunque esso sia, decida di non garantire più la tratta perché non remunerativa.
Per questo, dissi che sarebbe stato opportuno non solo fare una disamina precisa e puntuale su quanto sta accadendo in particolare nel settore del trasporto aereo ma, ragionare su come dare una certa stabilità al sistema.
Altri in
Recenti in
Recenti in
Commenti