Fallito il tentativo di evasione
Tre albanesi sono stati bloccati dagli agenti mentre cercavano di calarsi dal tetto.
Con un seghetto e dell'acido hanno ricavato un'apertura di circa sessanta centimetri quadrati tra le sbarre della loro cella.
Poi sono saliti sul tetto con l'intenzione di calarsi giù legando tra loro lenzuola arrotolate.
Il piano di evasione di tre detenuti albanesi rinchiusi nel penitenziario di Alghero, però è saltato ieri mattina, grazie al sistema di sicurezza antiscavalcamento.
L'agente di guardia davanti alle telecamere ha visto la scena e ha lanciato l'allarme ai suoi colleghi che si sono precipitati a bloccare i tre evasi.
Si tratta di tre albanesi, di 27,31 e 45 anni che stavano scontando una pena per reati di droga.
Uno di loro doveva restare dietro le sbarre per altri dieci anni.
Gli altri avrebbero lasciato il carcere nel 2014 e nel 2016. Su tutti pende comunque un provvedimento di espulsione dallo stato italiano che sarà eseguito una volta terminato il periodo di reclusione.
Da qui la decisione di tentare la fuga. Pare che ad aiutarli ci fosse un altro complice, pare una donna, che li attendeva in strada, sul lato di via Vittorio Emanuele, e che aveva lanciato loro una corda.
Quando sono stati intercettati i tre fuggitivi, uno aveva già scavalcato il muraglione di cinta e si stava calando dall'alto. Sono stati segnalati all'autorità giudiziaria che valuterà il loro trasferimento in un altro penitenziario.
Con molte probabilità l'acido è stato sottratto dal deposito degli attrezzi all'interno della struttura carceraria, a cui i detenuti che svolgono attività lavorative hanno accesso. Per eludere la sorveglianza notturno i tre hanno posizionato nelle brande dei fantocci di stoffa. Un piano dunque studiato nei minimi dettagli dai tre compagni di cella, con l'aiuto esterno, si presume, della convivente di uno di loro, che è fallito grazie ai sistemi di allarme. Ma come è possibile che i detenuti siano riusciti a lasciare la loro cella e ad arrivare fino al tetto?
Ovviamente l'episodio riporta in primo piano il problema di un istituto di pena sovraffollato per un numero troppo basso di agenti di polizia penitenziaria.
Interni carcere |
Poi sono saliti sul tetto con l'intenzione di calarsi giù legando tra loro lenzuola arrotolate.
Il piano di evasione di tre detenuti albanesi rinchiusi nel penitenziario di Alghero, però è saltato ieri mattina, grazie al sistema di sicurezza antiscavalcamento.
L'agente di guardia davanti alle telecamere ha visto la scena e ha lanciato l'allarme ai suoi colleghi che si sono precipitati a bloccare i tre evasi.
Si tratta di tre albanesi, di 27,31 e 45 anni che stavano scontando una pena per reati di droga.
Uno di loro doveva restare dietro le sbarre per altri dieci anni.
Gli altri avrebbero lasciato il carcere nel 2014 e nel 2016. Su tutti pende comunque un provvedimento di espulsione dallo stato italiano che sarà eseguito una volta terminato il periodo di reclusione.
Da qui la decisione di tentare la fuga. Pare che ad aiutarli ci fosse un altro complice, pare una donna, che li attendeva in strada, sul lato di via Vittorio Emanuele, e che aveva lanciato loro una corda.
Quando sono stati intercettati i tre fuggitivi, uno aveva già scavalcato il muraglione di cinta e si stava calando dall'alto. Sono stati segnalati all'autorità giudiziaria che valuterà il loro trasferimento in un altro penitenziario.
Con molte probabilità l'acido è stato sottratto dal deposito degli attrezzi all'interno della struttura carceraria, a cui i detenuti che svolgono attività lavorative hanno accesso. Per eludere la sorveglianza notturno i tre hanno posizionato nelle brande dei fantocci di stoffa. Un piano dunque studiato nei minimi dettagli dai tre compagni di cella, con l'aiuto esterno, si presume, della convivente di uno di loro, che è fallito grazie ai sistemi di allarme. Ma come è possibile che i detenuti siano riusciti a lasciare la loro cella e ad arrivare fino al tetto?
Ovviamente l'episodio riporta in primo piano il problema di un istituto di pena sovraffollato per un numero troppo basso di agenti di polizia penitenziaria.
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