Igiene urbana, municipalizzata o ditta esterna?
Enrico Daga apre il dibattito. Serra: «Prima una riflessione partecipata». Tedde: «Proposta interessante ma ci sono alcuni ostacoli da superare».
«L’esperienza del bando pubblico per individuare aziende private per la pulizia e raccolta rifiuti si è dimostrata fallimentare», osserva Enrico Daga.
«Dalla Saspi alla Slia, dalla Manutencop alla Aimeri, i suonatori si sono avvicendati, ma la musica è rimasta sempre la stessa. Alghero resta una città sporca e maleodorante, è anche per questo che perdiamo inesorabilmente, seppur lentamente, quote di turisti».
Secondo il consigliere comunale del Partito democratico le ragioni dell'inefficienza sono da ricondurre ad un appalto che, «anziché selezionare imprese virtuose e con una visione di medio lungo periodo, ci ha consegnato meri speculatori che hanno badato esclusivamente al proprio tornaconto economico a discapito del servizio e della qualità della vita dei residenti e dei turisti».
Una vera svolta a parere di Daga si potrà avere solo con il ritorno a una gestione pubblica del servizio di nettezza urbana. Il rappresentante di maggioranza pensa a una società in house interamente partecipata dal comune di Alghero. «Tale progetto potrebbe prevedere l’affidamento del servizio alla stessa In House già in essere nel nostro comune, attraverso un'estensione delle competenze, anche per corrispondere alla esigenza di razionalizzazione prevista dalla normativa statale vigente».
Secondo il capogruppo di C'è un'Alghero Migliore, Maria Graziella Serra, parlare di municipalizzata per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani è certamente affascinante ma in questo momento storico un po' problematico atteso che la normativa nazionale sembrerebbe imporre una drastica riduzione delle società partecipate. «Credo comunque che una prima analisi dovrebbe riguardare i benefici e i costi tenendo presente la situazione delle altre municipalizzate presenti in Sardegna ed i rilevanti costi dello smaltimento nella nostra Regione». La rappresentante di Ceam propone di aprire quindi un preliminare percorso partecipativo con la cittadinanza chiamandola ad esprimersi su quali servizi vorrebbe modificare.
«Parliamone, approfondiamo il tema ma si proceda immediatamente a fare un piano di fattibilità tecnico-finanziaria. Oggi», ribatte il capogruppo Pdl Marco Tedde. Ma ci sono dei limiti alla proposta di Daga.
Intanto di tipo giuridico. Impossibile, spiega l'ex sindaco ampliare l'oggetto sociale della Alghero in House o costituire una società in house ad hoc considerata l’esistenza di Secal, società di riscossione dei tributi.
Ma si potrebbe superare l'ostacolo con un'unica società in house comunale che accorpi tutte le competenze.
«Questa Newco, tra l’altro, potrebbe -o dovrebbe- assumere le dimensione di società al servizio di un bacino territoriale composto da più comuni vicini», rileva Tedde
Poi ci sono problemi di tipo finanziario: «In applicazione della normativa in materia di consolidamento dei costi fra ente locale e partecipate una nuova società provocherebbe problemi in merito alle assunzioni di tutti i dipendenti Aimeri, ai tetti in tema di costi del personale e soprattutto al patto di stabilità» .
In terzo luogo di tipo politico. «La istituzione di un vero e proprio colosso industriale – finanziario pubblico al servizio del Nord Ovest della Sardegna, che rischierebbe nel breve termine di diventare un carrozzone politico, sarebbe uno schiaffo alle “lenzuolate” di liberalizzazioni di bersaniana memoria, e rischierebbe di farci fare un passo indietro verso un’economia di stampo statalista e dirigista. Un carrozzone la cui produttività, efficacia ed efficienza sarebbero tutte da dimostrare».
Compattatore Aimeri Ambiente |
«Dalla Saspi alla Slia, dalla Manutencop alla Aimeri, i suonatori si sono avvicendati, ma la musica è rimasta sempre la stessa. Alghero resta una città sporca e maleodorante, è anche per questo che perdiamo inesorabilmente, seppur lentamente, quote di turisti».
Secondo il consigliere comunale del Partito democratico le ragioni dell'inefficienza sono da ricondurre ad un appalto che, «anziché selezionare imprese virtuose e con una visione di medio lungo periodo, ci ha consegnato meri speculatori che hanno badato esclusivamente al proprio tornaconto economico a discapito del servizio e della qualità della vita dei residenti e dei turisti».
Una vera svolta a parere di Daga si potrà avere solo con il ritorno a una gestione pubblica del servizio di nettezza urbana. Il rappresentante di maggioranza pensa a una società in house interamente partecipata dal comune di Alghero. «Tale progetto potrebbe prevedere l’affidamento del servizio alla stessa In House già in essere nel nostro comune, attraverso un'estensione delle competenze, anche per corrispondere alla esigenza di razionalizzazione prevista dalla normativa statale vigente».
Secondo il capogruppo di C'è un'Alghero Migliore, Maria Graziella Serra, parlare di municipalizzata per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani è certamente affascinante ma in questo momento storico un po' problematico atteso che la normativa nazionale sembrerebbe imporre una drastica riduzione delle società partecipate. «Credo comunque che una prima analisi dovrebbe riguardare i benefici e i costi tenendo presente la situazione delle altre municipalizzate presenti in Sardegna ed i rilevanti costi dello smaltimento nella nostra Regione». La rappresentante di Ceam propone di aprire quindi un preliminare percorso partecipativo con la cittadinanza chiamandola ad esprimersi su quali servizi vorrebbe modificare.
«Parliamone, approfondiamo il tema ma si proceda immediatamente a fare un piano di fattibilità tecnico-finanziaria. Oggi», ribatte il capogruppo Pdl Marco Tedde. Ma ci sono dei limiti alla proposta di Daga.
Intanto di tipo giuridico. Impossibile, spiega l'ex sindaco ampliare l'oggetto sociale della Alghero in House o costituire una società in house ad hoc considerata l’esistenza di Secal, società di riscossione dei tributi.
Ma si potrebbe superare l'ostacolo con un'unica società in house comunale che accorpi tutte le competenze.
«Questa Newco, tra l’altro, potrebbe -o dovrebbe- assumere le dimensione di società al servizio di un bacino territoriale composto da più comuni vicini», rileva Tedde
Poi ci sono problemi di tipo finanziario: «In applicazione della normativa in materia di consolidamento dei costi fra ente locale e partecipate una nuova società provocherebbe problemi in merito alle assunzioni di tutti i dipendenti Aimeri, ai tetti in tema di costi del personale e soprattutto al patto di stabilità» .
In terzo luogo di tipo politico. «La istituzione di un vero e proprio colosso industriale – finanziario pubblico al servizio del Nord Ovest della Sardegna, che rischierebbe nel breve termine di diventare un carrozzone politico, sarebbe uno schiaffo alle “lenzuolate” di liberalizzazioni di bersaniana memoria, e rischierebbe di farci fare un passo indietro verso un’economia di stampo statalista e dirigista. Un carrozzone la cui produttività, efficacia ed efficienza sarebbero tutte da dimostrare».
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