La flebile memoria degli italiani
Antonio Budruni |
“molti chiedono che l’ex premier venga processato per le sue frasi”.L’Unione Europea ha respinto con sdegno le valutazioni di Berlusconi sul fascismo italiano e in molti chiedono che venga espulso dal consesso dei leader politici dell’Europa democratica.
Insomma, ciò che appare chiaro e inoppugnabile nel mondo, rimane opaco, sfocato, gelatinoso in Italia. Perché?
Sembra quasi che da noi sia rimasto un sottofondo – magari non confessato, come una brace sotto la cenere – di accettazione di un periodo della storia nazionale che la nostra Costituzione colloca, senza mezzi termini, fuori dal nuovo Stato democratico, nato dalla Resistenza e per ciò stesso antifascista.
Berlusconi è stato l’unico uomo politico capace di raccogliere tutto il ciarpame dell’ideologia fascista, che era rimasto per quasi mezzo secolo confinato negli scuri antri dei partiti neofascisti, sdoganandolo e portandolo al potere. La storia d’Italia virata in barzellette, sorrisini, ammiccamenti e stupidaggini da bar, è diventata la versione governativa della Storia.
E, perciò, tutte le storielle sugli oppositori politici del duce mandati in “vacanza in località di mare”, sul duce “che non ha mai ammazzato nessuno”, “che ha fatto molte cose buone, a parte le leggi razziali” sono espressione profonda di una considerazione del fascismo come cosa buona e giusta. Sono la sensazione di “invidia”, come ha dichiarato donna Assunta (la moglie di Almirante), di Berlusconi per il governo Mussolini.
Berlusconi è un dittatore dentro, è profondamente antidemocratico, chiede, dopo decenni di gestione del potere, di avere la maggioranza assoluta per poter governare (come piace a lui), sostiene che con questa Costituzione è impossibile governare il Paese. Insomma, lui ha bisogno del potere assoluto, di sbarazzarsi della Costituzione democratica e antifascista – sulla quale ha giurato più volte come capo del governo – e per questo ha frequentato e frequenta i peggiori uomini politici del mondo, da Gheddafi a Putin, che hanno tenuto e tengono i loro popoli sotto un giogo opprimente e senza alcuno spazio di democrazia reale.
Questa pseudocultura dittatoriale è penetrata nel ventre molle della società italiana e, proprio nei giorni scorsi, ne abbiamo avuto la conferma anche in città, quando degli individui inqualificabili, nascosti dietro pseudonimi, hanno insultato con frasi razziste e xenofobe Ivan Blêcić, presidente di “C’è un’Alghero migliore”, per il semplice fatto di essere nato in Croazia.
Lo sforzo della memoria deve essere costante. Non possiamo dimenticare, purtroppo, che in molti aderenti al partito personale di Berlusconi, albergano le stesse pulsioni, si respira lo stesso ciarpame culturale inoculato dal capo. Lo stesso ex sindaco Marco Tedde mostrò in più circostante di aver assaporato le idee del capo. Più volte vietò alla banda musicale cittadina di eseguire la canzone “Bella ciao” nella manifestazione pubblica del 25 aprile, perché, a suo dire, era una canzone di parte. Ed egli, per non essere di parte, impose che sulla lapide commemorativa dei concittadini caduti in guerra, ci fossero anche i nomi di coloro che si schierarono con la Repubblica di Salò.
La Costituzione italiana, all’articolo 21, riconosce a tutti i cittadini il diritto di esprimere liberamente il proprio pensiero con la parola e con ogni altro mezzo di comunicazione.
Il fascismo, non solo impediva, fisicamente – olio di ricino, purghe, arresti, tribunali speciali, confini, assassinii – qualsiasi libertà democratica, ma faceva arrestare i parlamentari dell’opposizione, nonostante la loro immunità parlamentare. Gramsci, che era deputato del PDC’I, fu arrestato e processato dal tribunale speciale e condannato a oltre vent’anni di carcere, soprattutto perché il regime esigeva che “a quel cervello si proibisse di pensare”.
Il fascismo fu una pagina tristissima e dolorosissima della storia italiana e la sua uscita di scena si ebbe solo dopo il disastro della seconda guerra mondiale.
Chi ancora oggi ritiene che quel regime abbia fatto anche cose buone, non solo è un ignorante, come acutamente ha osservato uno degli ultimi italiani sopravvissuti ai lager nazisti, ma è un antidemocratico, un nemico della civiltà e della pacifica convivenza.
Chi professa quelle ideologie appartiene, intellettualmente, alla società della barbarie, della sopraffazione, della violenza, del dominio dei pochi sulle masse. Chi professa simili ideologie non merita il voto delle persone civili.
Antonio Budruni è docente di diritto ed economia, scrittore e storico.
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