L'atto aziendale della Asl delude. «Alghero penalizzata»
Il Comitato per la sanità ospedaliera di Alghero si ribella.
Ospedale civile di Alghero |
Non soddisfa l'atto aziendale varato dalla Asl n.1.
Secondo il Comitato per la sanità del territorio di Alghero la riorganizzazione proposta ha dei meccanismi troppo complessi e difficilmente gestibili.
«Ad esempio il dipartimento di cure chirurgiche prevede ben 15 strutture distribuite in tutte le sedi della Asl Sassari-Alghero Ozieri - rileva il presidente del Comitato algherese Domenica Casu - questa organizzazione vanifica il ruolo del presidio di Alghero quale ospedale di rete sede di Dipartimento di Emergenza e Accettazione di I livello che richiede, fra l’altro, un sufficiente grado di autonomia gestionale, così come prevede la normativa vigente».Al contrario, con questa soluzione «si accentua l’accentramento gestionale ed organizzativo nella sede di Sassari, si incrementano le disfunzioni, le inefficienze e le conflittualità svuota di competenze il presidio di Alghero e viene meno l’integrazione sia in senso verticale che orizzontale, considerato inoltre che i direttori dovranno continuare a garantire le funzioni assistenziali di pertinenza».
Il Comitato locale suggerisce l’aggregazione delle strutture del presidio ospedaliero di Alghero in tre dipartimenti intra-presidio (area medica-area chirurgica, area servizi), «fermo restando che le varie strutture del presidio possono essere incardinate in dipartimenti aziendali di tipo funzionale come ad esempio il dipartimento di emergenza urgenza-dipartimento materno-infantile dipartimento della riabilitazione-oncologico, del farmaco etc.)».
Lo stesso discorso è valido per l’organizzazione territoriale in cui si prevedono, fra l’altro, due strutture complesse a cui dovranno afferire servizi sanitari di stretta competenza del Distretto. «L’organizzazione proposta - incalza Domenica Casu - vanifica ancora una volta l’autonomia gestionale da sempre annunciata ma mai di fatto realizzata. E’ improponibile la chiusura di endoscopia chirurgica e di artroscopia aggregata all’U.O. di Ortopedia, considerato che nel corso degli anni hanno espresso un buon livello di attività sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo con un discreto indice di attrazione».
Inoltre il Comitato non condivide la riclassificazione delle strutture esistenti ed in particolare il declassamento da struttura complessa a struttura semplice dell’U.O di Nefrologia e Dialisi e da struttura semplice dipartimentale a struttura semplice dell’oncologia medica. «Considerato che i flussi di attività sino ad oggi erogati e della ben definita caratterizzazione dell’utenza che afferisce ad entrambe le strutture, in particolare nel periodo estivo in cui cresce notevolmente la domanda dei pazienti dializzati, si chiede la rimodulazione a strutture semplici dipartimentali con previsione di letti per attività a ciclo diurno, eventualmente da reperire nell’ambito del dipartimento di riferimento (l’oncologia disponeva di 5 letti a ciclo diurno di area medica, utilizzati per attività chemioterapia antiblastica; per la nefrologia/dialisi potrebbero essere sufficienti 2 letti di nuova istituzione)».
Il Comitato locale suggerisce l’aggregazione delle strutture del presidio ospedaliero di Alghero in tre dipartimenti intra-presidio (area medica-area chirurgica, area servizi), «fermo restando che le varie strutture del presidio possono essere incardinate in dipartimenti aziendali di tipo funzionale come ad esempio il dipartimento di emergenza urgenza-dipartimento materno-infantile dipartimento della riabilitazione-oncologico, del farmaco etc.)».
Lo stesso discorso è valido per l’organizzazione territoriale in cui si prevedono, fra l’altro, due strutture complesse a cui dovranno afferire servizi sanitari di stretta competenza del Distretto. «L’organizzazione proposta - incalza Domenica Casu - vanifica ancora una volta l’autonomia gestionale da sempre annunciata ma mai di fatto realizzata. E’ improponibile la chiusura di endoscopia chirurgica e di artroscopia aggregata all’U.O. di Ortopedia, considerato che nel corso degli anni hanno espresso un buon livello di attività sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo con un discreto indice di attrazione».
Inoltre il Comitato non condivide la riclassificazione delle strutture esistenti ed in particolare il declassamento da struttura complessa a struttura semplice dell’U.O di Nefrologia e Dialisi e da struttura semplice dipartimentale a struttura semplice dell’oncologia medica. «Considerato che i flussi di attività sino ad oggi erogati e della ben definita caratterizzazione dell’utenza che afferisce ad entrambe le strutture, in particolare nel periodo estivo in cui cresce notevolmente la domanda dei pazienti dializzati, si chiede la rimodulazione a strutture semplici dipartimentali con previsione di letti per attività a ciclo diurno, eventualmente da reperire nell’ambito del dipartimento di riferimento (l’oncologia disponeva di 5 letti a ciclo diurno di area medica, utilizzati per attività chemioterapia antiblastica; per la nefrologia/dialisi potrebbero essere sufficienti 2 letti di nuova istituzione)».
Relativamente alla Unità Operativa di Recupero e Rieducazione Funzionale, «tenuto conto che la struttura da oltre un trentennio e a tutt’oggi rappresenta l’unico centro ospedaliero di riabilitazione intensiva nel nord Sardegna», il gruppo presieduto dalla Casu chiede la ripartizione dei 26 posti letto, con 15 per riabilitazione intensiva, 6 per riabilitazione estensiva e 5 per il Day Hospital riabilitativo.
«Tenuto conto che dal mese di dicembre è stato collocato in quiescenza il direttore della struttura complessa di chirurgia generale di Alghero e che dal mese di marzo del corrente anno andrà in quiescenza il direttore di Nefrologia/dialisi, si chiede l’immediata attivazione delle procedure concorsuali e non la mobilità aziendale, come è avvenuto in alcune strutture sanitarie del presidio di Alghero».
Il Comitato, chiede poi l’immediata attivazione dei posti letto di lungodegenza e il completamento dei lavori di ristrutturazione dell’ospedale civile in corso ormai da troppo tempo, la cui ultimazione rappresenta la condizione essenziale per l’attivazione dei diversi servizi sanitari quali ad esempio l’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica.
Altri in
Recenti in
Recenti in
Commenti