Questa fu la settimana che fu (17)
Diario 20-26 Gennaio 2012
Alla fine, è giunto il tempo
Pare sia venuto il tempo che il centro sinistra riconosca Monti per quello che è e che rappresenta. È una destra ben vestita, dalla condotta sessuale normale, istruita (non colta), onesta, ma forse non del tutto democratica. Chi rappresenta è un po' più difficile da identificare: sicuramente l'ala oltranzista degli industriali (un suo rappresentante è in lista), la burocrazia europea, le banche, e un ceto medio-professionale che crede alla favola liberista e che non ama né il popolo, né gli operai mentre agogna ad una possibile buona amministrazione.
Il professore Monti si dichiara riformista, ma dice poco delle riforme che intenderebbe fare; la dichiarazione di riformista serve solo per accusare gli altri (quelli che lui odia, intendo odio di classe) di conservatorismo.
A questo punto basta con le dichiarazioni di riconoscimento (risorsa per il paese! Che dio ce ne scampi): il centro-sinistra riaffermi la sua completa autonomia, e soprattutto faccia capire agli elettori non solo i singoli provvedimenti (come cancellare gli F35, ottima decisione) ma anche che tipo di società prospetta, in che società vorrebbe farci vivere: quale e quanto lavoro, quale stato sociale, quali diritti individuali, quale scuola, quale ricerca, quale ambiente, quale pace, quale Europa.
Complessivamente gli elettori non sono di “sinistra”, come ci piacerebbe, ma sono persone che guardano con preoccupazione al futuro e vogliono essere rassicurati, in modo credibile, che il centro-sinistra offrirà un futuro migliore, non il socialismo, ma una società progressista, equa, che possa costituire il piedistallo per un futuro sempre migliore e più avanzato.
Un nuovo piano per il Lavoro
La CGIL e Susanna Camusso rinverdiscono la storia e nel momento di massima crisi, come aveva fatto Di Vittorio, lancia un nuovo piano per il lavoro. Un piano offerto al prossimo governo di centro-sinistra per uscire dalla crisi. Non solo politiche ma anche suggerimenti su dove trovare le risorse: una riforma fiscale molto più progressista e una imposta sui grandi patrimoni.
Su questo piano vorrei tornare la prossima settimana avendo acquisito una diretta documentazione.
La moglie di Cesare
La normalità di questo paese è ancora molto lontana. Il gran discorrere che si fa sulla impresentabilità di alcune persone nelle liste elettorali sembra un esempio dell'anomalia della nostra situazione, di quella dell'opinione pubblica ma anche di quella dell'informazione.
Il garantismo non c'entra niente, come pure il giustizialismo. Sarebbe normale che chiunque in qualche modo coinvolto in atti giudiziari non venisse indicato come possibile rappresentante del “popolo”. In molti paesi democratici è così, da noi no! questa regola banale non vige. Fa discutere se qualcuno viene incluso o escluso e per far escludere proprio qualcuno (con il quale una persona per bene non prenderebbe neanche un caffè), l'opinione pubblica deve fare il quarantotto, e non sempre ci riesce.
Certo è una storia antica che parte, per quanto noto, nel periodo dopo la secondo guerra mondiale, con l'affare Lockheed del 1976 (nell'ambito della discussione parlamentare Aldo Moro affermò “non ci faremo processare”), per esplodere con “mani pulite”. In questo ultimo caso è Craxi che nel 1993, in un intervento alla camera, giustifica la corruzione con il costo della politica. Allora si rubava anche per il partito, nel tempo il partito è svaporato e prevale l'interesse personale.
Che si tratti di una storia antica non giustifica il fatto che sia ancora attuale. Altro che “moglie di Cesare al di sopra di ogni sospetto”, recentemente non il sospetto ma la certezza di implicazioni equivoche è stata garanzia per rappresentare il “popolo”. Del resto alcuni degli esclusi rivendicano il rispettivo consenso di popolo, il che la dice lunga anche sulla qualità del popolo.
Monti si incattivisce ma anche si addolcisce.
Il candidato Monti tira fuori le unghia contro il PD, dopo la dichiarazione di Bersani che escludeva ogni possibile rottura con SEL, Monti ha capito che il centro-sinistro non era disponibile a farsi tutelare dal professore. In sostanza stando così le cose non pensa di poter “salvare il paese”. Ed ecco all'ora fare gli occhi di triglia all'altra sponda. Del resto, l'ho già scritto, ha una maglia diverse ma giocano nella stessa squadra (di destra). Qui l'adescamento è duplice, da una parte agli elettori del PDL, visti come delusi dall'incapacità del PDL di una riforma liberista, dall'altra parte allo stesso PDL, senza Berlusconi, per un incontro post elettorale.
Una teoria, aggiornata, dei “due forni” di andreottiana memoria.
Quello che rischia di rimetterci le penne è proprio Casini, infatti Monti si sta mostrando più democristiano di lui, più rotto a tutti i contorcimenti di quanto non lo fosse un vecchio DC. L'unica domanda che ancora non ha trovato risposta è: ma crede veramente di essere il salvatore della patria (se così fosse siamo messi molto male).
Il professore Monti si dichiara riformista, ma dice poco delle riforme che intenderebbe fare; la dichiarazione di riformista serve solo per accusare gli altri (quelli che lui odia, intendo odio di classe) di conservatorismo.
A questo punto basta con le dichiarazioni di riconoscimento (risorsa per il paese! Che dio ce ne scampi): il centro-sinistra riaffermi la sua completa autonomia, e soprattutto faccia capire agli elettori non solo i singoli provvedimenti (come cancellare gli F35, ottima decisione) ma anche che tipo di società prospetta, in che società vorrebbe farci vivere: quale e quanto lavoro, quale stato sociale, quali diritti individuali, quale scuola, quale ricerca, quale ambiente, quale pace, quale Europa.
Complessivamente gli elettori non sono di “sinistra”, come ci piacerebbe, ma sono persone che guardano con preoccupazione al futuro e vogliono essere rassicurati, in modo credibile, che il centro-sinistra offrirà un futuro migliore, non il socialismo, ma una società progressista, equa, che possa costituire il piedistallo per un futuro sempre migliore e più avanzato.
Un nuovo piano per il Lavoro
La CGIL e Susanna Camusso rinverdiscono la storia e nel momento di massima crisi, come aveva fatto Di Vittorio, lancia un nuovo piano per il lavoro. Un piano offerto al prossimo governo di centro-sinistra per uscire dalla crisi. Non solo politiche ma anche suggerimenti su dove trovare le risorse: una riforma fiscale molto più progressista e una imposta sui grandi patrimoni.
Su questo piano vorrei tornare la prossima settimana avendo acquisito una diretta documentazione.
La moglie di Cesare
La normalità di questo paese è ancora molto lontana. Il gran discorrere che si fa sulla impresentabilità di alcune persone nelle liste elettorali sembra un esempio dell'anomalia della nostra situazione, di quella dell'opinione pubblica ma anche di quella dell'informazione.
Il garantismo non c'entra niente, come pure il giustizialismo. Sarebbe normale che chiunque in qualche modo coinvolto in atti giudiziari non venisse indicato come possibile rappresentante del “popolo”. In molti paesi democratici è così, da noi no! questa regola banale non vige. Fa discutere se qualcuno viene incluso o escluso e per far escludere proprio qualcuno (con il quale una persona per bene non prenderebbe neanche un caffè), l'opinione pubblica deve fare il quarantotto, e non sempre ci riesce.
Certo è una storia antica che parte, per quanto noto, nel periodo dopo la secondo guerra mondiale, con l'affare Lockheed del 1976 (nell'ambito della discussione parlamentare Aldo Moro affermò “non ci faremo processare”), per esplodere con “mani pulite”. In questo ultimo caso è Craxi che nel 1993, in un intervento alla camera, giustifica la corruzione con il costo della politica. Allora si rubava anche per il partito, nel tempo il partito è svaporato e prevale l'interesse personale.
Che si tratti di una storia antica non giustifica il fatto che sia ancora attuale. Altro che “moglie di Cesare al di sopra di ogni sospetto”, recentemente non il sospetto ma la certezza di implicazioni equivoche è stata garanzia per rappresentare il “popolo”. Del resto alcuni degli esclusi rivendicano il rispettivo consenso di popolo, il che la dice lunga anche sulla qualità del popolo.
Monti si incattivisce ma anche si addolcisce.
Il candidato Monti tira fuori le unghia contro il PD, dopo la dichiarazione di Bersani che escludeva ogni possibile rottura con SEL, Monti ha capito che il centro-sinistro non era disponibile a farsi tutelare dal professore. In sostanza stando così le cose non pensa di poter “salvare il paese”. Ed ecco all'ora fare gli occhi di triglia all'altra sponda. Del resto, l'ho già scritto, ha una maglia diverse ma giocano nella stessa squadra (di destra). Qui l'adescamento è duplice, da una parte agli elettori del PDL, visti come delusi dall'incapacità del PDL di una riforma liberista, dall'altra parte allo stesso PDL, senza Berlusconi, per un incontro post elettorale.
Una teoria, aggiornata, dei “due forni” di andreottiana memoria.
Quello che rischia di rimetterci le penne è proprio Casini, infatti Monti si sta mostrando più democristiano di lui, più rotto a tutti i contorcimenti di quanto non lo fosse un vecchio DC. L'unica domanda che ancora non ha trovato risposta è: ma crede veramente di essere il salvatore della patria (se così fosse siamo messi molto male).
L'affare Monte di Paschi
Il meccanismo truffaldino è chiaro, resta da verificare se si è trattato di un'operazione soltanto per nascondere un buco di bilancio o se qualcuno ne ha tratto vantaggio personale (cosa non difficile da credere). Tuttavia tre domande non pare abbiano trovato risposta:
- che ci sta a fare il Consiglio di Amministrazione e il Collegio dei revisori dei conti? Non si è trattato di noccioline, dormivano? Sono stati messi a tacere in qualche … modo?
- perché il nuovo presidente e il nuovo amministratore delegato hanno impiegato tanto tempo a guardare dentro i cassetti? Anche perché, come ha detto il ministro del Tesoro, la situazione della Banca era nota a tutti;
- Come hanno fatto gli ispettori della Banca d'Italia a non accorgersi di niente? La Banca d'Italia si giustifica con un argomento che farebbe ridere se non fosse tragico: ci hanno nascosto le carte. Ma un sistema di vigilanza deve, costituzionalmente, essere armato da “sospetto”, se non sospetta comunque non vede niente e si accontenta delle carte che gli vengono mostrate. Allora in questo caso è inutile. Ma la Banca d'Italia rivendica la sua azione per la sostituzione del presidente Giuseppe Mussari e dell'amministratore delegato della Banca, ma resta oscuro perché la Banca d'Italia che di Mussari dava un giudizio negativo, tanto da farlo sostituire, non abbia fatto nessuna azione per evitare che lo stesso diventasse presidente dell'ABI, cioè dell'associazione delle banche.
Il meccanismo truffaldino è chiaro, resta da verificare se si è trattato di un'operazione soltanto per nascondere un buco di bilancio o se qualcuno ne ha tratto vantaggio personale (cosa non difficile da credere). Tuttavia tre domande non pare abbiano trovato risposta:
- che ci sta a fare il Consiglio di Amministrazione e il Collegio dei revisori dei conti? Non si è trattato di noccioline, dormivano? Sono stati messi a tacere in qualche … modo?
- perché il nuovo presidente e il nuovo amministratore delegato hanno impiegato tanto tempo a guardare dentro i cassetti? Anche perché, come ha detto il ministro del Tesoro, la situazione della Banca era nota a tutti;
- Come hanno fatto gli ispettori della Banca d'Italia a non accorgersi di niente? La Banca d'Italia si giustifica con un argomento che farebbe ridere se non fosse tragico: ci hanno nascosto le carte. Ma un sistema di vigilanza deve, costituzionalmente, essere armato da “sospetto”, se non sospetta comunque non vede niente e si accontenta delle carte che gli vengono mostrate. Allora in questo caso è inutile. Ma la Banca d'Italia rivendica la sua azione per la sostituzione del presidente Giuseppe Mussari e dell'amministratore delegato della Banca, ma resta oscuro perché la Banca d'Italia che di Mussari dava un giudizio negativo, tanto da farlo sostituire, non abbia fatto nessuna azione per evitare che lo stesso diventasse presidente dell'ABI, cioè dell'associazione delle banche.
Bersani e la sinistra al centro sinistra
Vale la pena accecarsi politicamente per qualche voto in più? Credo proprio di no!
Pierluigi Bersani non è un fulmine di guerra, non è uomo di estrema sinistra, è un moderato riformista, che in un paese di destra come il nostro, non guasta. Spinto dalle necessità della situazione oggettiva (forse anche da qualche preoccupazione elettorale) ha dichiarato: del contratto degli F35 non se ne fa niente, perché le priorità del centro sinistra sono altre, soprattutto il lavoro. Una dichiarazione non di poco conto, impegnativa e, sostanzialmente, di sinistra (da noi).
Uno pensa che la sinistra potrebbe e dovrebbe inchiodare Bersani a questa dichiarazione, ma quando mai; Rivoluzione civile, ma in questo sostenuta molto da Il Manifesto, fa l'operazione inversa: sbeffeggiare la dichiarazione di Bersani, come elettorale, dichiarare che non verrà mantenuta, Bersani e Vendola non sono affidabili , ecc. Un'operazione miope, impolitica e sostanzialmente elettorale. La linea di Rivoluzione civile è quella di dichiarare il PD già abbracciato a Monti; ma il problema è evitare questo o no? Vacci a capire.
Quello che di cui non mi pare sia abbia cognizione e che la sinistra ha perso il suo popolo, egemonizzato da una cultura di destra (semplifico), e che, come ho scritto un'altra volta, il popolo non ha più le “orecchie apposite” per sentire certe proposte e certe parole, c'è da ricostruire, come si dice, una egemonia, cosa non facile. Non credo che ci sia un popolo pronto a cambiare il mondo, basterebbe guidarlo (Ingroia?). Questa è una illusione. Il lavoro è più lungo, più difficile ma necessario.
No! la massoneria
Tra le altre cose l'affare della Banca del Monte dei Paschi ha fatto emergere l'esistenza della massoneria, anzi di ben due massonerie. So di sembrare ingenuo ma la cosa mi appare ridicola: grembiulini, compassi, mantelli, riti, ecc. anche se da tutto questo emerge un “potere” reale, a me pare impossibile. Già ai tempi della P2 la cosa che più mi meravigliava era come persone normali (o forse no), che avevano anche raggiunto posti di ruolo (generali, e assimilati) si prestassero ai riti imposti da Gelli del giro della tavola con i calzoni abbassati.
Certo proibirli per legge non si può, ma una campagna per renderli ridicoli si può fare.
Citazioni: nel bene e nel male
Pierluigi Bersani, Corriere della Sera, 23 gennaio 2013: “Bisogna assolutamente rivedere il nostro impegno per gli F35. La nostra priorità non sono i caccia, la nostra priorità è il lavoro”.
Giulio Marcon, Il Manifesto, 23 gennaio 2013: “Eppure la partita è ancora aperta: se il centro-sinistra vincesse nettamente alla camera e anche al senato (e Sel, la sinistra del centro sinistra, ottenesse un buon risultato) conquistandosi l'autosufficienza politica e numerica, allo sarebbe possibile – con tutte le difficoltà e strettoie immaginabili – cambiare strada rispetto al passato. E sarebbe importante, allora, che anche chi non si riconosce in quella coalizione vedesse in questo risultato una discontinuità importante, da valutare senza preclusioni”
Silvio Berlusconi, Corriere della Sera, 23 gennaio 2013: “Abbiamo dovuto chiedere a nostri amici, colleghi, di rinunciare ad essere presenti nelle liste perché una magistratura politicizzata li aveva attaccati. Senza quelle esclusioni poteva diminuire il nostro consenso.” (Colpa della magistratura politicizzata non dei suoi colleghi colpevoli di maneggi poco puliti e qualche volta criminali. Ma la cosa più speciosa è che un “amico” come Silvio è meglio perderlo, di lui non ti puoi fidare, per un po' di consenso vederebbe anche ...)
Vale la pena accecarsi politicamente per qualche voto in più? Credo proprio di no!
Pierluigi Bersani non è un fulmine di guerra, non è uomo di estrema sinistra, è un moderato riformista, che in un paese di destra come il nostro, non guasta. Spinto dalle necessità della situazione oggettiva (forse anche da qualche preoccupazione elettorale) ha dichiarato: del contratto degli F35 non se ne fa niente, perché le priorità del centro sinistra sono altre, soprattutto il lavoro. Una dichiarazione non di poco conto, impegnativa e, sostanzialmente, di sinistra (da noi).
Uno pensa che la sinistra potrebbe e dovrebbe inchiodare Bersani a questa dichiarazione, ma quando mai; Rivoluzione civile, ma in questo sostenuta molto da Il Manifesto, fa l'operazione inversa: sbeffeggiare la dichiarazione di Bersani, come elettorale, dichiarare che non verrà mantenuta, Bersani e Vendola non sono affidabili , ecc. Un'operazione miope, impolitica e sostanzialmente elettorale. La linea di Rivoluzione civile è quella di dichiarare il PD già abbracciato a Monti; ma il problema è evitare questo o no? Vacci a capire.
Quello che di cui non mi pare sia abbia cognizione e che la sinistra ha perso il suo popolo, egemonizzato da una cultura di destra (semplifico), e che, come ho scritto un'altra volta, il popolo non ha più le “orecchie apposite” per sentire certe proposte e certe parole, c'è da ricostruire, come si dice, una egemonia, cosa non facile. Non credo che ci sia un popolo pronto a cambiare il mondo, basterebbe guidarlo (Ingroia?). Questa è una illusione. Il lavoro è più lungo, più difficile ma necessario.
No! la massoneria
Tra le altre cose l'affare della Banca del Monte dei Paschi ha fatto emergere l'esistenza della massoneria, anzi di ben due massonerie. So di sembrare ingenuo ma la cosa mi appare ridicola: grembiulini, compassi, mantelli, riti, ecc. anche se da tutto questo emerge un “potere” reale, a me pare impossibile. Già ai tempi della P2 la cosa che più mi meravigliava era come persone normali (o forse no), che avevano anche raggiunto posti di ruolo (generali, e assimilati) si prestassero ai riti imposti da Gelli del giro della tavola con i calzoni abbassati.
Certo proibirli per legge non si può, ma una campagna per renderli ridicoli si può fare.
Citazioni: nel bene e nel male
Pierluigi Bersani, Corriere della Sera, 23 gennaio 2013: “Bisogna assolutamente rivedere il nostro impegno per gli F35. La nostra priorità non sono i caccia, la nostra priorità è il lavoro”.
Giulio Marcon, Il Manifesto, 23 gennaio 2013: “Eppure la partita è ancora aperta: se il centro-sinistra vincesse nettamente alla camera e anche al senato (e Sel, la sinistra del centro sinistra, ottenesse un buon risultato) conquistandosi l'autosufficienza politica e numerica, allo sarebbe possibile – con tutte le difficoltà e strettoie immaginabili – cambiare strada rispetto al passato. E sarebbe importante, allora, che anche chi non si riconosce in quella coalizione vedesse in questo risultato una discontinuità importante, da valutare senza preclusioni”
Silvio Berlusconi, Corriere della Sera, 23 gennaio 2013: “Abbiamo dovuto chiedere a nostri amici, colleghi, di rinunciare ad essere presenti nelle liste perché una magistratura politicizzata li aveva attaccati. Senza quelle esclusioni poteva diminuire il nostro consenso.” (Colpa della magistratura politicizzata non dei suoi colleghi colpevoli di maneggi poco puliti e qualche volta criminali. Ma la cosa più speciosa è che un “amico” come Silvio è meglio perderlo, di lui non ti puoi fidare, per un po' di consenso vederebbe anche ...)
Mario Monti, Il Manifesto, 24 gennaio 2013: “Ho la responsabilità sociale di salvare gli italiani vittime di politici che si sono impegnati in promesse false” (Salvare gli italiani è un po' forte ; anche perché se misurassimo gli italiani che vorrebbero essere salvati dai voti della lista di Monti, si tratta di una sparuta minoranza, per fortuna)
Mario Monti, La Repubblica, 26 gennaio 2013: “Chi è contento del passato ha una scelta facile: votare per il PD collegato con l'estrema sinistra o il PDL collegato con la Lega. Che hanno tenuto in piedi o in ginocchio l'Italia per vent'anni”. (Chi non è contento del passato voti Monti, così avrà la ripetizione per cinque anni della politica di questo ultimo anno, nel quale l'attenzione massima del presidente Monti era per la finanza e la minima per gli italiani. Ma non ha proprio niente da dire sulla crisi economica? Sul disastro dell'occupazione, soprattutto giovanile, sui pensionati, ecc. Ma Monti lo guarda il paese? A prendere atto delle indicazione dei primi provvedimenti sembra di no, ha dichiarato infatti che la prima cosa che farebbe un suo governo sarebbe la riforma della legge elettorale, no, che so, il reddito di cittadinanza)
Nichi Vendola, La Repubblica, 26 gennaio 2013: “Le élites che chiedono lo scalpo della Cgil vogliono abolire il punto di vista del mondo del lavoro, ma senza il lavoro la democrazia è incompiuta. C'è chi continua a fare il Grillo con il loden, e racconta che i guai dell'Italia sono figli della destra e della sinistra. La verità è che la destra ha governato e avuto l'egemonia culturale degli ultimi vent'anni”
Nichi Vendola, La Repubblica, 26 gennaio 2013: “Le élites che chiedono lo scalpo della Cgil vogliono abolire il punto di vista del mondo del lavoro, ma senza il lavoro la democrazia è incompiuta. C'è chi continua a fare il Grillo con il loden, e racconta che i guai dell'Italia sono figli della destra e della sinistra. La verità è che la destra ha governato e avuto l'egemonia culturale degli ultimi vent'anni”
Nichi Vendola, Il Manifesto, 26 gennaio 2013: “Dopo il voto, se non c'è una maggioranza sul nostro programma, il centro sinistra, diciamo così, mollerà la presa. Bisogna essere seri con i propri elettori”. (Mollare la presa significa tante cose, dipenderà dalle circostanze, ma mi pare una dichiarazione chiara e impegnativa)
Guido Rossi, Il Sole 24 Ore, 27 gennaio 2013: “L'Europa si appalesa ancora una volta come il nostro destino. La conseguenza dovrebbe essere quella che invece di decadere in degradanti e antiche accuse e insinuazioni elettorali, l'intera classe dirigente italiana offrisse un livello di approfondimento dei programmi di più elevato contenuto, per proseguire la straordinaria avventura europea, elemento fondante del diritto cosmopolita kantiano al quale vado da tempo riferendomi e più che mai necessario oggi per salvarci dalla finanza globale”
Alfio Mastropaolo, Il Manifesto, 27 gennaio 2013: “Del tutto coerenti con questa rivelazione, che a guardare le politiche del governo Monti tanto rivelazione non è, sono gli attacchi grevi condotti da monti stesso con tro il maggior sindacato italiano e alfine direttamente contro il PD. Per fortuna, Monti ha dissipato ogni dubbio e mostrato senza più ipocrisie quale partita si giochi alle prossime elezioni. È una partita che riguarda, tra l'altro, lo stesso regime democratico: non nasconde il suo odio contro il sindacato ma anche contro i partiti, Monti rivela una vena decisamente inquietante di salazarismo”
Susanna Camusso, Il Manifesto, 27 gennaio 2013: “Pensiamo che la patrimoniale serve a questo paese, serve discuterne e farne una vera. Anche se capiamo le difficoltà di parlarne in campagna elettorale” (Forse la campagna elettorale, al contrario, è l'occasione per parlarne)
Mario Monti, La Repubblica, 27 gennaio 2013: “Siamo elettoralmente avversari della sinistra, a maggior ragione della sinistra di Vendola. E ci preoccupa l'influenza della CGIL su Bersani” (ma perché si preoccupa dell'influenza della CGIL su Bersani, non è un avversario? O non lo considera di sinistra? O vorrebbe forgiare come piacerebbe a lui anche gli avversari? I giocatori di bigliardo dicono: calma e gesso)
Guido Rossi, Il Sole 24 Ore, 27 gennaio 2013: “L'Europa si appalesa ancora una volta come il nostro destino. La conseguenza dovrebbe essere quella che invece di decadere in degradanti e antiche accuse e insinuazioni elettorali, l'intera classe dirigente italiana offrisse un livello di approfondimento dei programmi di più elevato contenuto, per proseguire la straordinaria avventura europea, elemento fondante del diritto cosmopolita kantiano al quale vado da tempo riferendomi e più che mai necessario oggi per salvarci dalla finanza globale”
Alfio Mastropaolo, Il Manifesto, 27 gennaio 2013: “Del tutto coerenti con questa rivelazione, che a guardare le politiche del governo Monti tanto rivelazione non è, sono gli attacchi grevi condotti da monti stesso con tro il maggior sindacato italiano e alfine direttamente contro il PD. Per fortuna, Monti ha dissipato ogni dubbio e mostrato senza più ipocrisie quale partita si giochi alle prossime elezioni. È una partita che riguarda, tra l'altro, lo stesso regime democratico: non nasconde il suo odio contro il sindacato ma anche contro i partiti, Monti rivela una vena decisamente inquietante di salazarismo”
Susanna Camusso, Il Manifesto, 27 gennaio 2013: “Pensiamo che la patrimoniale serve a questo paese, serve discuterne e farne una vera. Anche se capiamo le difficoltà di parlarne in campagna elettorale” (Forse la campagna elettorale, al contrario, è l'occasione per parlarne)
Mario Monti, La Repubblica, 27 gennaio 2013: “Siamo elettoralmente avversari della sinistra, a maggior ragione della sinistra di Vendola. E ci preoccupa l'influenza della CGIL su Bersani” (ma perché si preoccupa dell'influenza della CGIL su Bersani, non è un avversario? O non lo considera di sinistra? O vorrebbe forgiare come piacerebbe a lui anche gli avversari? I giocatori di bigliardo dicono: calma e gesso)
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