Il risultato del voto: preoccupazione e speranza
Il popolo sovrano deve richiamare tutti alle proprie responsabilità.
Secondo comma dell’art. 1 della Costituzione:
Il popolo sovrano ha deciso per l’ingovernabilità dell’Italia. La legge elettorale, il famigerato “porcellum”, ha attribuito alla coalizione di centrosinistra, che ha vinto – seppur con lieve distacco dalla coalizione di centro-destra – la maggioranza assoluta alla Camera dei deputati.
Al Senato, al contrario, il centrosinistra, pur avendo un numero di senatori maggiore rispetto al centro-destra, non ha la maggioranza assoluta.
Il vero protagonista di queste elezioni è stato, indubbiamente, il Movimento 5 stelle, che ha cambiato il volto politico dell’Italia.
La nostra Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica il ruolo di nominare il Presidente del Consiglio dei ministri. La nomina avviene sulla base della possibilità che il presidente incaricato possa avere una maggioranza parlamentare (in entrambi i rami del Parlamento).
Oggi, al Senato, non è possibile alcuna maggioranza. Quindi, si rivoterà? È una delle ipotesi più realistiche, se si fa riferimento alle recenti dichiarazioni dei leader dei partiti. Grillo, il capo assoluto del Movimento 5 stelle, ha già detto che non sarà possibile fare parte di alcuna coalizione di Governo. Il Pd ha affermato che non farà accordi con il Pdl. Non ci sono vie d’uscita.
A questo punto, però, il popolo sovrano deve richiamare tutti alle proprie responsabilità, soprattutto i veri vincitori di questa competizione elettorale, il Movimento 5 Stelle. Spetta soprattutto a chi ha vinto le elezioni fare proposte per la soluzione dei problemi degli elettori.
Se, infatti, milioni di italiani ti hanno votato, tu hai il dovere di dare risposte. Bersani, che certamente riceverà da Napolitano l’incarico di provare a formare il governo, dovrebbe immediatamente rinunciare e chiedere al Presidente della Repubblica di nominare il leader del Movimento 5 stelle, assicurandogli la disponibilità a votare la fiducia, riservandosi di votare i singoli provvedimenti del governo Grillo, ogniqualvolta essi coincidessero con il programma del centrosinistra e con gli interessi generali.
Grillo accetterebbe? Io penso che fuggirebbe con orrore. Non so, però, se i gli eletti del Movimento avrebbero questo stesso atteggiamento. E penso, anche, che avrebbero qualche difficoltà a spiegare agli elettori il perché ci si sottrae a una responsabilità che, normalmente, in ogni democrazia, spetta ai vincitori. A meno che, non rispolverino la tesi che per poter accettare il governo dell’Italia bisogna aspettare di avere la maggioranza del 100%, dopo aver cacciato via dal Parlamento tutti gli altri.
Credo che questa scelta, invece, non sarà minimamente presa in considerazione, perché anche il centrosinistra è ipnotizzato dalla paura di questo nuovo Movimento. Diranno che al Pd e al centrosinistra spetta la responsabilità di dare un governo al Paese, sapendo che sarà impossibile riuscirci, se non arrivando ad un accordo col Pdl, cosa che determinerebbe la morte prematura dell’esperienza del Pd e della coalizione del centrosinistra in Italia.
La mia proposta, al contrario, renderebbe evidente il senso di responsabilità del Pd e del centrosinistra per il bene del Paese, renderebbe palese l’inadeguatezza della leadership di Grillo al governo di uno Stato importante come l’Italia – oppure, se il governo lavorasse bene, ne prenderebbe atto con soddisfazione –, renderebbe evidente al popolo sovrano la differenza che corre tra una campagna elettorale tutta insulti e urla e la capacità di governare e di scegliere, determinerebbe, quasi certamente, un bel dibattito all’interno dei gruppi parlamentari del Movimento 5 stelle, i suoi aderenti, simpatizzanti ed elettori.
Il ritorno alle urne nel giro di qualche mese, invece, significherebbe creare le condizioni per un disastro difficilmente rimediabile per la vita concreta di milioni di italiani, renderebbe lo scontro politico incandescente e spianerebbe la strada all’ennesimo uomo della provvidenza del quale, certamente, il Paese non ha davvero bisogno.
Antonio Budruni |
“La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.Dunque, il popolo sovrano ha votato e ha deciso la composizione del nuovo Parlamento: maggioranza assoluta alla Camera dei deputati per il centrosinistra e nessuna maggioranza al Senato.
Il popolo sovrano ha deciso per l’ingovernabilità dell’Italia. La legge elettorale, il famigerato “porcellum”, ha attribuito alla coalizione di centrosinistra, che ha vinto – seppur con lieve distacco dalla coalizione di centro-destra – la maggioranza assoluta alla Camera dei deputati.
Al Senato, al contrario, il centrosinistra, pur avendo un numero di senatori maggiore rispetto al centro-destra, non ha la maggioranza assoluta.
Il vero protagonista di queste elezioni è stato, indubbiamente, il Movimento 5 stelle, che ha cambiato il volto politico dell’Italia.
La nostra Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica il ruolo di nominare il Presidente del Consiglio dei ministri. La nomina avviene sulla base della possibilità che il presidente incaricato possa avere una maggioranza parlamentare (in entrambi i rami del Parlamento).
Oggi, al Senato, non è possibile alcuna maggioranza. Quindi, si rivoterà? È una delle ipotesi più realistiche, se si fa riferimento alle recenti dichiarazioni dei leader dei partiti. Grillo, il capo assoluto del Movimento 5 stelle, ha già detto che non sarà possibile fare parte di alcuna coalizione di Governo. Il Pd ha affermato che non farà accordi con il Pdl. Non ci sono vie d’uscita.
A questo punto, però, il popolo sovrano deve richiamare tutti alle proprie responsabilità, soprattutto i veri vincitori di questa competizione elettorale, il Movimento 5 Stelle. Spetta soprattutto a chi ha vinto le elezioni fare proposte per la soluzione dei problemi degli elettori.
Se, infatti, milioni di italiani ti hanno votato, tu hai il dovere di dare risposte. Bersani, che certamente riceverà da Napolitano l’incarico di provare a formare il governo, dovrebbe immediatamente rinunciare e chiedere al Presidente della Repubblica di nominare il leader del Movimento 5 stelle, assicurandogli la disponibilità a votare la fiducia, riservandosi di votare i singoli provvedimenti del governo Grillo, ogniqualvolta essi coincidessero con il programma del centrosinistra e con gli interessi generali.
Grillo accetterebbe? Io penso che fuggirebbe con orrore. Non so, però, se i gli eletti del Movimento avrebbero questo stesso atteggiamento. E penso, anche, che avrebbero qualche difficoltà a spiegare agli elettori il perché ci si sottrae a una responsabilità che, normalmente, in ogni democrazia, spetta ai vincitori. A meno che, non rispolverino la tesi che per poter accettare il governo dell’Italia bisogna aspettare di avere la maggioranza del 100%, dopo aver cacciato via dal Parlamento tutti gli altri.
Credo che questa scelta, invece, non sarà minimamente presa in considerazione, perché anche il centrosinistra è ipnotizzato dalla paura di questo nuovo Movimento. Diranno che al Pd e al centrosinistra spetta la responsabilità di dare un governo al Paese, sapendo che sarà impossibile riuscirci, se non arrivando ad un accordo col Pdl, cosa che determinerebbe la morte prematura dell’esperienza del Pd e della coalizione del centrosinistra in Italia.
La mia proposta, al contrario, renderebbe evidente il senso di responsabilità del Pd e del centrosinistra per il bene del Paese, renderebbe palese l’inadeguatezza della leadership di Grillo al governo di uno Stato importante come l’Italia – oppure, se il governo lavorasse bene, ne prenderebbe atto con soddisfazione –, renderebbe evidente al popolo sovrano la differenza che corre tra una campagna elettorale tutta insulti e urla e la capacità di governare e di scegliere, determinerebbe, quasi certamente, un bel dibattito all’interno dei gruppi parlamentari del Movimento 5 stelle, i suoi aderenti, simpatizzanti ed elettori.
Il ritorno alle urne nel giro di qualche mese, invece, significherebbe creare le condizioni per un disastro difficilmente rimediabile per la vita concreta di milioni di italiani, renderebbe lo scontro politico incandescente e spianerebbe la strada all’ennesimo uomo della provvidenza del quale, certamente, il Paese non ha davvero bisogno.
Altri in
Recenti in
Recenti in
Commenti