Questa fu la settimana che fu
Diario 17-23 Febbraio 2013
Il tempo è scaduto
Siamo alla fine, il risultato pare molto incerto, come mai? La campagna elettorale è risultata più scalcagnata di quanto si potesse immaginare. Il perché di questo è riscontrabile sui modi e i contenuti con la quale essa è stata condotta.
L’inizio con la sua discussione sulle “agende”, sebbene stucchevole, aveva il pregio di affrontare alcuni temi della situazione del paese. Ma subito si è voltata pagina e il tema delle alleanze è diventato centrale.
Francesco Indovina |
Siamo alla fine, il risultato pare molto incerto, come mai? La campagna elettorale è risultata più scalcagnata di quanto si potesse immaginare. Il perché di questo è riscontrabile sui modi e i contenuti con la quale essa è stata condotta.
L’inizio con la sua discussione sulle “agende”, sebbene stucchevole, aveva il pregio di affrontare alcuni temi della situazione del paese. Ma subito si è voltata pagina e il tema delle alleanze è diventato centrale.
Non sostengo che sia tema marginale, ma discettare su Monti sì Monti no; se esisteva già un accordo tra PD e Monti o se questa fosse bandiera della lista Rivoluzione civile per accaparrarsi qualche voto; se Monti sarebbe stato più propenso, di accordarsi con la destra (senza Berlusconi) o con il centro sinistra, ecc. ha distolto l’attenzione sui problemi del paese. Non solo ma non costituiva elemento di scelta dell’elettorato che misurava la propria condizione di disagio con il “discorso politico”.
I temi del paese quando sono stati affrontati sono stati coniugati in termini generali: lavoro, equità, giustizia sociale, ecc. oppure populisticamente da Berlusconi e da Grillo, che urlano sfaceli da fare (tutti a casa, Va a fa.., ecc. o mirabolanti proposte come la restituzione dell’Imu, un reddito per tutti di 1000 euro, ecc. la gente applaudiva come ad uno spettacolo, ma sicuro che nulla di questo avrebbe inciso sulla propria situazione.
È propria questa inconsistenza programmatica, seria, responsabile e credibile che determina l’incertezza del risultato. L’elettore non ha criteri sicuri di scelta, certo contano le ideologia di appartenenza, ma aver programmaticamente evitato ogni discorso pregnante sui caratteri della società futura, determinerà un voto casuale di simpatia, o una indifferenza alla partecipazione.
Sebbene si raccogli quello che si semina, si spera nell’intelligenza collettiva.
Comico, Nobel, cantante unite insieme nello spettacolo della politica
Non c’è scandalo; un comico, un premio Nobel, un cantante hanno pieno titolo per scendere (o salire come si dice ora) in politica. Lo scandalo è sulla proposta politica. Non è detto che chi critichi lo “stato di fatto” abbia anche l’obbligo di indicare oltre le malattie le cure, ma se uno si candita al governo allora a questo obbligo deve attenersi. Risposte che non possono essere né il “va fa…”, né li “mandiamo tutti a casa”, ecc. semplificando la politica a spettacolino satirico.
Tutto questo spaventa? Un po’ sì e un po’ no.
Un po’ sì perché se il successo annunziato si realizzasse la probabilità di una situazione instabile sarebbe molto alta, e di in una situazione instabile ove mancasse una strategia del cambiamento ne ha sempre approfittato la destra. Senza dire che è anche possibile che una situazione instabile spinga il governo, chiunque ne faccia parte, ad assumere una faccia e una sostanza autoritaria che gioverebbe soltanto a quell’1% della popolazione di cui si parla.
Un po’ no perché, nel mio sfrenato ottimismo continuo a pensare che gli italiani per quanto diseducati dalla televisione, per quanto educati al populismo (in questo una responsabilità grande è anche di alcune trasmissioni politiche – di sinistra, si fa per dire – che del populismo mascherato da denunzia hanno fatto la loro fortuna) abbiano ancora ragione e sentimento, per riconoscere la politica come esercizio di governo. In questo caso il populismo di Grillo e di Berlusconi, avranno i loro consensi ma non tanto da creare uno stato permanente di instabilità.
Quello che preoccupa non è l’instabilità in sé ma la mancanza di alternative in una situazione instabile.
Parole, parole, quando tacere sarebbe d’obbligo
Il finale di campagna elettorale sta producendo il peggio.
Cominciamo con Mario Monti: la sua furba dichiarazione circa la contrarietà della Merkel per una vittoria del PD, certo che non ha detto “la cancelliera mi ha detto”, ma questo era il senso che voleva comunicare, ma alla fine a sbattuto la faccia contro u comunicato tedesco che negava qualsiasi intromissioni nella campagna elettorale italiana. Una figura da profittatore delle sue amicizie.
Oscar Giannino sta per essere accreditato di una dirittura morale che non ha. Non è rilevante che si sia dimesso, è rilevante il millantato credito dei suoi titoli accademici. Adesso addirittura dichiara di “portare la croce”. Un po’ troppo. La vanità fa brutti scherzi. Senza dire che a partire delle posizioni del suo movimento sul merito avrebbe potuto “vendere” politicamente, il non essere laureato, essere un autodidatta ma anche autorevole (si dice). Invece ha sperato che niente venisse fuori.
Il falso facsimile inviato da Silvio Berlusconi alle famiglie ha fatto mettere in fila presso gli uffici postali tanti pensionati che hanno creduto al rimborso dell’IMU. Un boomerang.
Corruzione
Il tema della corruzione, non casualmente, è all’ordine del giorno e ha investito il dibattito politico. Non voglio discutere delle soluzioni, ma del frastuono che il tema ha creato fuorviando l’opinione pubblica.
Intanto la similitudine con “mani pulite”. In quel caso la corruzione ha investito i partiti la cui corruzione serviva al “costo della politica”. Non è una giustificazione, né si sottovaluta come risorse finanziarie finivano per rimanere incollate alle mani di chi li maneggiava, ma solo una descrizione.
Oggi la corruzione serve solo per il tornaconto personale, i costi della politica non c’entrano o ci entrano in minima parte. In realtà, avviene proprio il contrario, come la cronaca ha evidenziato si rubano i soldi della politica a proprio personale interesse.
È propria questa inconsistenza programmatica, seria, responsabile e credibile che determina l’incertezza del risultato. L’elettore non ha criteri sicuri di scelta, certo contano le ideologia di appartenenza, ma aver programmaticamente evitato ogni discorso pregnante sui caratteri della società futura, determinerà un voto casuale di simpatia, o una indifferenza alla partecipazione.
Sebbene si raccogli quello che si semina, si spera nell’intelligenza collettiva.
Comico, Nobel, cantante unite insieme nello spettacolo della politica
Non c’è scandalo; un comico, un premio Nobel, un cantante hanno pieno titolo per scendere (o salire come si dice ora) in politica. Lo scandalo è sulla proposta politica. Non è detto che chi critichi lo “stato di fatto” abbia anche l’obbligo di indicare oltre le malattie le cure, ma se uno si candita al governo allora a questo obbligo deve attenersi. Risposte che non possono essere né il “va fa…”, né li “mandiamo tutti a casa”, ecc. semplificando la politica a spettacolino satirico.
Tutto questo spaventa? Un po’ sì e un po’ no.
Un po’ sì perché se il successo annunziato si realizzasse la probabilità di una situazione instabile sarebbe molto alta, e di in una situazione instabile ove mancasse una strategia del cambiamento ne ha sempre approfittato la destra. Senza dire che è anche possibile che una situazione instabile spinga il governo, chiunque ne faccia parte, ad assumere una faccia e una sostanza autoritaria che gioverebbe soltanto a quell’1% della popolazione di cui si parla.
Un po’ no perché, nel mio sfrenato ottimismo continuo a pensare che gli italiani per quanto diseducati dalla televisione, per quanto educati al populismo (in questo una responsabilità grande è anche di alcune trasmissioni politiche – di sinistra, si fa per dire – che del populismo mascherato da denunzia hanno fatto la loro fortuna) abbiano ancora ragione e sentimento, per riconoscere la politica come esercizio di governo. In questo caso il populismo di Grillo e di Berlusconi, avranno i loro consensi ma non tanto da creare uno stato permanente di instabilità.
Quello che preoccupa non è l’instabilità in sé ma la mancanza di alternative in una situazione instabile.
Parole, parole, quando tacere sarebbe d’obbligo
Il finale di campagna elettorale sta producendo il peggio.
Cominciamo con Mario Monti: la sua furba dichiarazione circa la contrarietà della Merkel per una vittoria del PD, certo che non ha detto “la cancelliera mi ha detto”, ma questo era il senso che voleva comunicare, ma alla fine a sbattuto la faccia contro u comunicato tedesco che negava qualsiasi intromissioni nella campagna elettorale italiana. Una figura da profittatore delle sue amicizie.
Oscar Giannino sta per essere accreditato di una dirittura morale che non ha. Non è rilevante che si sia dimesso, è rilevante il millantato credito dei suoi titoli accademici. Adesso addirittura dichiara di “portare la croce”. Un po’ troppo. La vanità fa brutti scherzi. Senza dire che a partire delle posizioni del suo movimento sul merito avrebbe potuto “vendere” politicamente, il non essere laureato, essere un autodidatta ma anche autorevole (si dice). Invece ha sperato che niente venisse fuori.
Il falso facsimile inviato da Silvio Berlusconi alle famiglie ha fatto mettere in fila presso gli uffici postali tanti pensionati che hanno creduto al rimborso dell’IMU. Un boomerang.
Corruzione
Il tema della corruzione, non casualmente, è all’ordine del giorno e ha investito il dibattito politico. Non voglio discutere delle soluzioni, ma del frastuono che il tema ha creato fuorviando l’opinione pubblica.
Intanto la similitudine con “mani pulite”. In quel caso la corruzione ha investito i partiti la cui corruzione serviva al “costo della politica”. Non è una giustificazione, né si sottovaluta come risorse finanziarie finivano per rimanere incollate alle mani di chi li maneggiava, ma solo una descrizione.
Oggi la corruzione serve solo per il tornaconto personale, i costi della politica non c’entrano o ci entrano in minima parte. In realtà, avviene proprio il contrario, come la cronaca ha evidenziato si rubano i soldi della politica a proprio personale interesse.
Certo poi ci sono i politici corrotti, che non si accorgono che qualcuno sta pagando una quota della casa acquisita, o chi pensa solo al proprio lusso, alle proprie cene, alle proprie vacanze, ecc. L’attenzione è estrema verso la politica e i politici, ed è giusto, chi si impegna a funzioni politiche deve essere al di sopra di ogni sospetto. Ma l’attenzione alla politica non deve distrarre dalla uguale attenzione alla corruzione privata, diciamo così. Non solo i casi eclatanti messi in evidenza nelle ultime settimane (Finmeccanica, MPS, ecc.) hanno messo in luce come il male affare la fa da padrone anche nelle imprese, Ma non mi pare hanno richiamato l’attenzione sulle imprese, che non “sottostanno” alle leggi del mercato (tanto care al prof. Monti), ma di tali leggi approfittano per il loro illecito arricchimento.
È insito nel sistema capitalista il malaffare, e da qui che è partita l’infezione alla politica. Non semplifichiamo assegnando tutta la responsabilità alla politica, che si risolverebbe con un Va fa… o con un “tutti a casa”. Leggi pregnanti, organi indipendenti efficaci nel controllo, un clima culturale diverso sono necessari per ridurre al minimo il malaffare nell'economia.
Fascismo diffuso
La violenza razzista che caratterizza tante delle manifestazioni di vitalismo giovanile non può essere passata sotto silenzio. Che in Toscana bande di ragazze, molto giovani, pestano una loro compagna “negra” non è una ragazzata, è l’espressione di ciò che è in incubazione nella società civile.
Cosa insegna il caso di Angela Bruno?
Angela Bruno e quella impiegata che in diretta ha subito lo scherzo maschilista e volgare di Silvio Berlusconi, quello difeso dalle donne del PDL tra cui la signora dal dito medio.
Con gli uomini, in generale ma in particolare del tipo di Berlusconi, non si possono avere atteggiamenti mondani neanche per imbarazzo. Bisogna reagire con forza e dignità. Tutte lo sanno ma capisco che di fronte ai capi dell’azienda e al potente Berlusconi si può soccombere.
Citazioni: nel bene e nel male
Marco Mancini, presidente conferenza dei rettori, Corriere della Sera, 18 febbraio 2013: “Se vi fosse una Maastricht delle università, noi saremmo ormai fuori dall’Europa.”
Mario Monti, La Repubblica, 19 febbraio 2013: “Non ho e non avrò niente in comune con questa coalizione di sinistra.” (Parole chiare e nette, ma anche molto bugiarde: il professore spera in un accordo che in qualche modo gli riconsegni un ruolo.)
Pierferdinando Casini, La Repubblica, 19 febbraio 2013: “Per Monti un risultato tra il 14 e il 15%. È fuori dal mondo che non arriviamo al 10%.” (Sarà fuori dal mondo ma è una possibilità con alta probabilità.).
Urbano Cairo, La Repubblica, 19 febbraio 2013: “La sfida è titanica, ma quando presi la Giorgio Mondadori mantenni tutto il personale. Vorrei fare lo stesso a La7.” (“Vorrei”? ma ci piacerebbe sapere i legami di Cairo con Berlusconi.)
Mario Monti, Corriere della Sera, 19 febbraio 2013: “La scelta di proporre una grande coalizione compete al presidente della Repubblica. Io, come è noto, sono da tanti anni fautore di grandi coalizioni per risolvere i problemi seri del Paese. Del resto quello che abbiano fatto quest’anno è stata una strana grande coalizione.” (Il sogno di Monti e di fare il gallo in un pollaio.)
Sergio Cesaretto, Il Manifesto, 21 febbraio 2013: “Abbiamo la speranza che, tuttavia, il bello debba ancora venire, e che lo vedremo nel dopo-elezioni quando i nodi sociali che si sono elusi in questa deprimente campagna elettorale verranno finalmente al pettine. A meno che l’assuefazione al peggio finisca per prevalere, assecondata purtroppo da una sinistra che mai come ora ci è apparsa al di sotto delle sfide a cui le sorti del paese la chiamavano.”
Carlo Flamigni e Stefano Rodotà, Il Manifesto, 22 febbraio 2013: “Molti cittadini sono favorevoli alla donazione di gameti, alla pillola del giorno dopo, all’uso della Ru486 per abortire e al matrimonio dello stesso sesso. Eppure i partiti continuano a ignorare e tacere questi argomenti, di grande attualità nella società contemporanea. Eppoi, La Chiesa Cattolica è giusto che sia l’unica rappresentante di una morale valida in Italia?.”
Bruno Palermo, Il Manifesto, 22 febbraio 2013: “Signor Silvio Berlusconi, trovo che all’indecenza non ci sia più limite e argine. Lei ha inviato la lettera ‘Rimborso Imu 2012’ a mio padre, Domenico Palermo. Vede signor Berlusconi mio padre è deceduto 26 anni fa, quando ne aveva 67. … Faceva il muratore, lavorava saltuariamente, me è sempre stata una persona onesta e un lavoratore infaticabile. … Se mio padre fosse ancora in vita, alla visione della lettera sarebbe salito sul primo treno, e si sarebbe fatto mille chilometri per raggiungere i cancelli di Arcore e lanciargliela dietro la sua lettera… Come si permette, signor Berlusconi, di importunare persone di cui non conosce niente, la storia politica, quella familiare?”
Silvio Berlusconi, La Repubblica, 23 febbraio 2013: “Non ho mai messo un dito su quella ragazzina [Noemi].” (Esagerato ma gli credo, è un bambinone. Con quella ragazzina quando l’andava a trovare chiacchieravano come due bambini, giocavano con le bambole, qualche volta apparecchiavano e cucinavano con la cucina giocattolo, raramente, ma tra bambini capita, giocavano al dottore).
Susanna Camusso, Il Manifesto, 23 febbraio 2013: “La Cgil è stata e resta un’organizzazione lavorista, che crede nella dignità del lavoro e punta alla piena occupazione.”
È insito nel sistema capitalista il malaffare, e da qui che è partita l’infezione alla politica. Non semplifichiamo assegnando tutta la responsabilità alla politica, che si risolverebbe con un Va fa… o con un “tutti a casa”. Leggi pregnanti, organi indipendenti efficaci nel controllo, un clima culturale diverso sono necessari per ridurre al minimo il malaffare nell'economia.
Fascismo diffuso
La violenza razzista che caratterizza tante delle manifestazioni di vitalismo giovanile non può essere passata sotto silenzio. Che in Toscana bande di ragazze, molto giovani, pestano una loro compagna “negra” non è una ragazzata, è l’espressione di ciò che è in incubazione nella società civile.
Cosa insegna il caso di Angela Bruno?
Angela Bruno e quella impiegata che in diretta ha subito lo scherzo maschilista e volgare di Silvio Berlusconi, quello difeso dalle donne del PDL tra cui la signora dal dito medio.
Con gli uomini, in generale ma in particolare del tipo di Berlusconi, non si possono avere atteggiamenti mondani neanche per imbarazzo. Bisogna reagire con forza e dignità. Tutte lo sanno ma capisco che di fronte ai capi dell’azienda e al potente Berlusconi si può soccombere.
Citazioni: nel bene e nel male
Marco Mancini, presidente conferenza dei rettori, Corriere della Sera, 18 febbraio 2013: “Se vi fosse una Maastricht delle università, noi saremmo ormai fuori dall’Europa.”
Mario Monti, La Repubblica, 19 febbraio 2013: “Non ho e non avrò niente in comune con questa coalizione di sinistra.” (Parole chiare e nette, ma anche molto bugiarde: il professore spera in un accordo che in qualche modo gli riconsegni un ruolo.)
Pierferdinando Casini, La Repubblica, 19 febbraio 2013: “Per Monti un risultato tra il 14 e il 15%. È fuori dal mondo che non arriviamo al 10%.” (Sarà fuori dal mondo ma è una possibilità con alta probabilità.).
Urbano Cairo, La Repubblica, 19 febbraio 2013: “La sfida è titanica, ma quando presi la Giorgio Mondadori mantenni tutto il personale. Vorrei fare lo stesso a La7.” (“Vorrei”? ma ci piacerebbe sapere i legami di Cairo con Berlusconi.)
Mario Monti, Corriere della Sera, 19 febbraio 2013: “La scelta di proporre una grande coalizione compete al presidente della Repubblica. Io, come è noto, sono da tanti anni fautore di grandi coalizioni per risolvere i problemi seri del Paese. Del resto quello che abbiano fatto quest’anno è stata una strana grande coalizione.” (Il sogno di Monti e di fare il gallo in un pollaio.)
Sergio Cesaretto, Il Manifesto, 21 febbraio 2013: “Abbiamo la speranza che, tuttavia, il bello debba ancora venire, e che lo vedremo nel dopo-elezioni quando i nodi sociali che si sono elusi in questa deprimente campagna elettorale verranno finalmente al pettine. A meno che l’assuefazione al peggio finisca per prevalere, assecondata purtroppo da una sinistra che mai come ora ci è apparsa al di sotto delle sfide a cui le sorti del paese la chiamavano.”
Carlo Flamigni e Stefano Rodotà, Il Manifesto, 22 febbraio 2013: “Molti cittadini sono favorevoli alla donazione di gameti, alla pillola del giorno dopo, all’uso della Ru486 per abortire e al matrimonio dello stesso sesso. Eppure i partiti continuano a ignorare e tacere questi argomenti, di grande attualità nella società contemporanea. Eppoi, La Chiesa Cattolica è giusto che sia l’unica rappresentante di una morale valida in Italia?.”
Bruno Palermo, Il Manifesto, 22 febbraio 2013: “Signor Silvio Berlusconi, trovo che all’indecenza non ci sia più limite e argine. Lei ha inviato la lettera ‘Rimborso Imu 2012’ a mio padre, Domenico Palermo. Vede signor Berlusconi mio padre è deceduto 26 anni fa, quando ne aveva 67. … Faceva il muratore, lavorava saltuariamente, me è sempre stata una persona onesta e un lavoratore infaticabile. … Se mio padre fosse ancora in vita, alla visione della lettera sarebbe salito sul primo treno, e si sarebbe fatto mille chilometri per raggiungere i cancelli di Arcore e lanciargliela dietro la sua lettera… Come si permette, signor Berlusconi, di importunare persone di cui non conosce niente, la storia politica, quella familiare?”
Silvio Berlusconi, La Repubblica, 23 febbraio 2013: “Non ho mai messo un dito su quella ragazzina [Noemi].” (Esagerato ma gli credo, è un bambinone. Con quella ragazzina quando l’andava a trovare chiacchieravano come due bambini, giocavano con le bambole, qualche volta apparecchiavano e cucinavano con la cucina giocattolo, raramente, ma tra bambini capita, giocavano al dottore).
Susanna Camusso, Il Manifesto, 23 febbraio 2013: “La Cgil è stata e resta un’organizzazione lavorista, che crede nella dignità del lavoro e punta alla piena occupazione.”
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