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C’è una sola via d’uscita alla crisi politica
Che futuro si vuole assicurare agli italiani?
È angosciante scoprire che tutte le forze politiche presenti in Parlamento antepongono l’interesse di parte (di partito o di movimento) a quello generale, a quello di tutti gli elettori o, almeno, della stragrande maggioranza di essi.
Il dibattito che occupa le prime pagine dei giornali e dei Tg (e cattura anche gli interessi della rete) è tutto incentrato sul braccio di ferro tra posizioni particolaristiche.
Proviamo ad esaminarle. Il Pd propone la formazione di un governo guidato dal segretario Bersani che si presenterà in Parlamento per chiedere il voto (a chi ci sta) su pochi punti qualificanti;
il Pdl propone un governo di tutti per modificare la legge elettorale e tornare, poi, al voto; il Movimento 5 stelle dichiara di non essere disponibile a concedere la fiducia ad alcun governo e propone al Pd e al Pdl di votare la fiducia a un governo del Movimento di Grillo.
Ciascuna forza politica è indisponibile alle proposte altrui. E i problemi degli italiani? La disoccupazione, il debito pubblico, la disgregazione sociale?
A parole, tutti ne parlano, ma nessuno si assume la responsabilità di trasformare le parole, gli auspici, i proclami e i programmi in fatti concreti.
E i fatti, sono obbligatoriamente i seguenti:
a) il Presidente della Repubblica avvierà a breve le consultazioni per affidare l’incarico di formare un nuovo governo all’esponente politico che garantirà di ottenere una maggioranza in Parlamento;
b) nessuno degli eventuali incaricati, stanti le attuali posizioni dei diversi leader, sarà in grado di garantire a Napolitano di poter ottenere una maggioranza;
c) senza maggioranza parlamentare non si può formare un Governo;
d) senza un Governo, lo Stato non è in grado di funzionare.
Tutti i leader politici, come chiunque può facilmente testimoniare, dicono di voler cambiare la situazione drammatica del Paese.
Tra i più ossessivi in questa azione ci sono i veri vincitori delle elezioni, gli esponenti massimi del Movimento 5 stelle, Grillo e Casaleggio. Se in molti possiamo concordare sui singoli temi proposti, in pochissimi potremo invece sentirci garantiti dai toni e dal clima di paura che questi signori preparano.
L’insulto, l’offesa personale, il dileggio di che la pensa diversamente sono il liquido velenoso che costoro spargono a pioggia su una popolazione stremata. Che futuro si vuole assicurare agli italiani?
Il clima nel quale matura l’idea del cambiamento fa orrore. Il linguaggio, anziché segnale di cambiamento e novità, è quanto di peggio è stato proposto nel passato e quanto di peggio si respira nel ventre molle della società: il tifo da stadio, intriso di razzismo; l’insulto o la rissa per un parcheggio, per un sorpasso; la mancanza di rispetto per gli anziani, le donne, i diversi.
Il peggio degli istinti incontrollati, la maleducazione, la violenza, la volontà di schiacciare l’avversario, la mancanza di pietas, l’odio, l’egocentrismo, la megalomania: è questo il miscuglio pestilenziale nel quale viaggia il cambiamento. Chiediamocelo, allora: questo clima, questi atteggiamenti, questi comportamenti irresponsabili e violenti sono forieri di cambiamento? Prefigurano un futuro nel quale ciascuno possa stare meglio? L’assenza totale di solidarietà tra esseri umani, a prescindere dall’appartenenza politica, è il futuro? O, piuttosto, un passato che nessuno vorrebbe rivivere?
Sembra banale, ma più ci allontaniamo dal dettato Costituzionale e più precipitiamo nella barbarie. E non vale, per giustificare l’insulto gratuito e il dileggio degli altri, affermare che la Costituzione non è applicata o non è rispettata. A maggior ragione, anzi, occorre riaffermarla e imporne il rispetto, non contribuire a calpestarla e affossarla.
Scriveva Gramsci, nel 1921, quando ancora il fascismo non aveva conquistato il potere:
Certo, la situazione attuale non può essere paragonata a quella del ’21, ma alcuni movimenti sociali si riproducono quando alcune condizioni generali lo consentono. Oggi, la crisi economica colpisce in profondità e morde la carne viva di milioni di italiani; lo Stato e le istituzioni sono molto deboli e non in grado di dare risposte alle legittime aspettative di gran parte della popolazione. In un contesto con queste caratteristiche, le analisi serie sono facilmente soppiantate da slogan ad effetto; la ricerca di soluzioni praticabili, che richiedono capacità di analisi e competenze adeguate, sono semplificate in relazione ai bisogni. Per esempio, le risorse per attribuire il reddito di cittadinanza, secondo il programma del Movimento 5 stelle, si recuperano tagliando gli stipendi pubblici e le pensioni.
E non è facile, di fronte alla disperazione, alla disillusione, alla stanchezza, invitare alla calma, alla riflessione, alla serietà e alla solidarietà. Il tempo è finito. Chi lo ha sperperato, senza riuscire ad affrontare e risolvere i problemi vitali di milioni di persone, oggi deve prenderne atto e comportarsi con generosità, trovando, qui ed ora, i rimedi possibili.
Credo che oggi non ci siano alternative possibili, se non si vuole precipitare ancor più il Paese nel marasma e nella crisi, a quella che subito dopo l’esito del voto ho avanzato su questo giornale:
Il Pd e il centrosinistra devono consentire la nascita di un governo garantendo il voto di fiducia a un esecutivo guidato da Beppe Grillo. Votare tutti i provvedimenti del governo che rispondano agli interessi della collettività, creando un clima di fiducia tra le forze parlamentari che, sui contenuti e sui programmi presentati agli elettori, mostrano maggiori affinità. Il tempo dirà se questa scelta è quella più rispondente agli interessi del Paese.
In ogni caso, comunque, il centrosinistra potrebbe sempre decretare la fine dell’esperienza del governo Grillo, qualora si determinassero situazioni e scenari pericolosi per gli italiani.
Avrà il Pd la lungimiranza, la disponibilità e il senso di responsabilità necessari per affrontare la difficile situazione?
Ho molti dubbi, ma come cittadino italiano me lo auguro vivamente.
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Antonio Budruni |
Il dibattito che occupa le prime pagine dei giornali e dei Tg (e cattura anche gli interessi della rete) è tutto incentrato sul braccio di ferro tra posizioni particolaristiche.
Proviamo ad esaminarle. Il Pd propone la formazione di un governo guidato dal segretario Bersani che si presenterà in Parlamento per chiedere il voto (a chi ci sta) su pochi punti qualificanti;
il Pdl propone un governo di tutti per modificare la legge elettorale e tornare, poi, al voto; il Movimento 5 stelle dichiara di non essere disponibile a concedere la fiducia ad alcun governo e propone al Pd e al Pdl di votare la fiducia a un governo del Movimento di Grillo.
Ciascuna forza politica è indisponibile alle proposte altrui. E i problemi degli italiani? La disoccupazione, il debito pubblico, la disgregazione sociale?
A parole, tutti ne parlano, ma nessuno si assume la responsabilità di trasformare le parole, gli auspici, i proclami e i programmi in fatti concreti.
E i fatti, sono obbligatoriamente i seguenti:
a) il Presidente della Repubblica avvierà a breve le consultazioni per affidare l’incarico di formare un nuovo governo all’esponente politico che garantirà di ottenere una maggioranza in Parlamento;
b) nessuno degli eventuali incaricati, stanti le attuali posizioni dei diversi leader, sarà in grado di garantire a Napolitano di poter ottenere una maggioranza;
c) senza maggioranza parlamentare non si può formare un Governo;
d) senza un Governo, lo Stato non è in grado di funzionare.
Tutti i leader politici, come chiunque può facilmente testimoniare, dicono di voler cambiare la situazione drammatica del Paese.
Tra i più ossessivi in questa azione ci sono i veri vincitori delle elezioni, gli esponenti massimi del Movimento 5 stelle, Grillo e Casaleggio. Se in molti possiamo concordare sui singoli temi proposti, in pochissimi potremo invece sentirci garantiti dai toni e dal clima di paura che questi signori preparano.
L’insulto, l’offesa personale, il dileggio di che la pensa diversamente sono il liquido velenoso che costoro spargono a pioggia su una popolazione stremata. Che futuro si vuole assicurare agli italiani?
Il clima nel quale matura l’idea del cambiamento fa orrore. Il linguaggio, anziché segnale di cambiamento e novità, è quanto di peggio è stato proposto nel passato e quanto di peggio si respira nel ventre molle della società: il tifo da stadio, intriso di razzismo; l’insulto o la rissa per un parcheggio, per un sorpasso; la mancanza di rispetto per gli anziani, le donne, i diversi.
Il peggio degli istinti incontrollati, la maleducazione, la violenza, la volontà di schiacciare l’avversario, la mancanza di pietas, l’odio, l’egocentrismo, la megalomania: è questo il miscuglio pestilenziale nel quale viaggia il cambiamento. Chiediamocelo, allora: questo clima, questi atteggiamenti, questi comportamenti irresponsabili e violenti sono forieri di cambiamento? Prefigurano un futuro nel quale ciascuno possa stare meglio? L’assenza totale di solidarietà tra esseri umani, a prescindere dall’appartenenza politica, è il futuro? O, piuttosto, un passato che nessuno vorrebbe rivivere?
Sembra banale, ma più ci allontaniamo dal dettato Costituzionale e più precipitiamo nella barbarie. E non vale, per giustificare l’insulto gratuito e il dileggio degli altri, affermare che la Costituzione non è applicata o non è rispettata. A maggior ragione, anzi, occorre riaffermarla e imporne il rispetto, non contribuire a calpestarla e affossarla.
Scriveva Gramsci, nel 1921, quando ancora il fascismo non aveva conquistato il potere:
“Il fascismo si è presentato come l’antipartito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo, con la sua promessa di impunità, a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia barbarica e antisociale di alcuni strati del popolo italiano, non modificati ancora da una tradizione nuova, dalla scuola, dalla convivenza in uno Stato bene ordinato e bene amministrato (…).
La lotta di classe ha sempre assunto in Italia un carattere asprissimo per questa immaturità “umana” di alcuni strati della popolazione. La crudeltà e l’assenza di simpatia sono due caratteri peculiari del popolo italiano, che passa dal sentimentalismo fanciullesco alla ferocia più brutale e sanguinaria, dall’ira passionale alla fredda contemplazione del male altrui. Su questo terreno semibarbarico, che lo Stato ancora gracile e incerto nelle sue articolazioni più vitali a stento riusciva lentamente a dissodare, pullulano oggi, dopo la decomposizione dello Stato, tutti i miasmi”.
Certo, la situazione attuale non può essere paragonata a quella del ’21, ma alcuni movimenti sociali si riproducono quando alcune condizioni generali lo consentono. Oggi, la crisi economica colpisce in profondità e morde la carne viva di milioni di italiani; lo Stato e le istituzioni sono molto deboli e non in grado di dare risposte alle legittime aspettative di gran parte della popolazione. In un contesto con queste caratteristiche, le analisi serie sono facilmente soppiantate da slogan ad effetto; la ricerca di soluzioni praticabili, che richiedono capacità di analisi e competenze adeguate, sono semplificate in relazione ai bisogni. Per esempio, le risorse per attribuire il reddito di cittadinanza, secondo il programma del Movimento 5 stelle, si recuperano tagliando gli stipendi pubblici e le pensioni.
E non è facile, di fronte alla disperazione, alla disillusione, alla stanchezza, invitare alla calma, alla riflessione, alla serietà e alla solidarietà. Il tempo è finito. Chi lo ha sperperato, senza riuscire ad affrontare e risolvere i problemi vitali di milioni di persone, oggi deve prenderne atto e comportarsi con generosità, trovando, qui ed ora, i rimedi possibili.
Credo che oggi non ci siano alternative possibili, se non si vuole precipitare ancor più il Paese nel marasma e nella crisi, a quella che subito dopo l’esito del voto ho avanzato su questo giornale:
Il Pd e il centrosinistra devono consentire la nascita di un governo garantendo il voto di fiducia a un esecutivo guidato da Beppe Grillo. Votare tutti i provvedimenti del governo che rispondano agli interessi della collettività, creando un clima di fiducia tra le forze parlamentari che, sui contenuti e sui programmi presentati agli elettori, mostrano maggiori affinità. Il tempo dirà se questa scelta è quella più rispondente agli interessi del Paese.
In ogni caso, comunque, il centrosinistra potrebbe sempre decretare la fine dell’esperienza del governo Grillo, qualora si determinassero situazioni e scenari pericolosi per gli italiani.
Avrà il Pd la lungimiranza, la disponibilità e il senso di responsabilità necessari per affrontare la difficile situazione?
Ho molti dubbi, ma come cittadino italiano me lo auguro vivamente.
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