Delirio amoroso, Thaïs e il risparmio energetico
In particolare questo lavoro teatrale condensa due opere, una letteraria, “Delirio Amoroso” di Alda Merini, ed una letterario-musicale, il “Thaïs” di Massenet.
Delirio amoroso è una sorta di diario nel quale la poetessa parla del suo lungo calvario all'interno del manicomio, del suo abbandono, della solitudine e della progressiva perdita di ogni affetto.
Mentre Thaïs è un'opera lirica in tre atti di Jules Massenet, su libretto di Louis Gallet, tratta dal romanzo omonimo di Anatole France. È la storia della conversione della cortigiana e sacerdotessa di Afrodite Thaïs. Invitata a redimersi dall'asceta Athanaël, respinge i consigli del monaco deridendolo, ma qualcosa filtra nell'ansia della sacerdotessa di rimanere giovane e bella per sempre. Dopo un intenso momento di solitudine si risolve a seguire Athanaël nel deserto. In un austero luogo di preghiere e meditazioni trova la tanto cercata pace interiore, mentre il monaco Athanaël, dopo aver compiuto la sua missione, perde la pace dell'anima e si innamora della sua nuova iniziata. Thaïs morirà assorta nelle visioni del cielo che le si spalanca, e rapita in questa ascesa spirituale, non sentirà la confessione d’amore di Athanaël.
«A pochi giorni dalla Giornata della Donna, - spiegano i promotori della manifestazione - questo progetto vuole omaggiare tutte le donne col ricordo di una grande poetessa italiana scomparsa nel 2009 – Alda Merini – e ribadire, ora più che mai, che il rispetto per la dignità della donna non è un dovere ma una ricchezza, in grado di insegnarci ad essere uomini con più possibilità di superare la difficoltà di questo tempo».
Al lato letterario si affianca, in questa produzione, un lavoro sul limite del movimento: l'interprete principale è paralizzato su una carrozzina posta al di sopra di una pira funeraria. «La sedia a rotelle potrebbe essere il simbolo della malattia mentale vissuta da Alda Merini come invalidità limitante, mentre la pira è un simbolo antico che, ancor prima dei roghi medievali, ci riporta a riti funerari come quello di Didone e ai sacrifici ove l'olocausto ascendeva grazie il fuoco al cielo e agli dei. Questo simbolo, unito alla storia di Thais e alla sua scalata verso la fede e alla sua morte come passaggio alla pienezza e alla liberazione da ogni catena della carne, sfocia e chiude il cerchio con quella sedia a rotelle che era il simbolo di una limitazione mentale più profonda che fisica».
L'iniziativa rientra nel cosiddetto "Percorso illuminato", la campagna di sensibilizzazione al risparmio energetico portata avanti dal settore Agenda 21 del Comune di Alghero. Le scenografie sono realizzate con materiali di riciclo, non solo per una ragione ecologica, «ma con preciso intento attualizzante - spiegano i promotori - i simboli sono antichissimi, ma ricomposti nel nostro presente e con le forme familiari che fanno parte della nostra epoca. L'illuminazione è volutamente suadente, velata, calda». Saranno usate lampadine a basso consumo. AnalfabElfica lancia un appello per fare spettacolo e cultura in una maniera sostenibile.
Al lato letterario si affianca, in questa produzione, un lavoro sul limite del movimento: l'interprete principale è paralizzato su una carrozzina posta al di sopra di una pira funeraria. «La sedia a rotelle potrebbe essere il simbolo della malattia mentale vissuta da Alda Merini come invalidità limitante, mentre la pira è un simbolo antico che, ancor prima dei roghi medievali, ci riporta a riti funerari come quello di Didone e ai sacrifici ove l'olocausto ascendeva grazie il fuoco al cielo e agli dei. Questo simbolo, unito alla storia di Thais e alla sua scalata verso la fede e alla sua morte come passaggio alla pienezza e alla liberazione da ogni catena della carne, sfocia e chiude il cerchio con quella sedia a rotelle che era il simbolo di una limitazione mentale più profonda che fisica».
L'iniziativa rientra nel cosiddetto "Percorso illuminato", la campagna di sensibilizzazione al risparmio energetico portata avanti dal settore Agenda 21 del Comune di Alghero. Le scenografie sono realizzate con materiali di riciclo, non solo per una ragione ecologica, «ma con preciso intento attualizzante - spiegano i promotori - i simboli sono antichissimi, ma ricomposti nel nostro presente e con le forme familiari che fanno parte della nostra epoca. L'illuminazione è volutamente suadente, velata, calda». Saranno usate lampadine a basso consumo. AnalfabElfica lancia un appello per fare spettacolo e cultura in una maniera sostenibile.
Sarà esposto in sala un abito teatrale, interamente realizzato con materiali riciclati, dedicato all'evocazione della sacerdotessa alessandrina Thais.
L'ideazione e la realizzazione del progetto sono di Enrico Fauro, presidente di AnalfabElfica. Lo spettacolo è previsto per sabato 2 e domenica 3 marzo, alle ore 20.45 presso l'Auditorium delle scuole medie di via Malta.
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