La crisi evidente della maggioranza di centrosinistra
Credo che il dibattito pubblico sulla crisi sia assolutamente un bene.
La crisi della maggioranza di centrosinistra al governo della città è palese, chiara, di dominio pubblico.
È un bene? È un male? Credo che il dibattito pubblico sulla crisi sia assolutamente un bene.
I cittadini devono sapere, devono conoscere, devono poter giudicare. La discussione deve uscire dalle segrete stanze.
All’appuntamento di lunedì dovrebbero essere invitati tutti gli organi di informazione: i cittadini hanno il diritto di vedere le facce, di sentire i singoli interventi, di capire. Questa è la democrazia partecipata. Questa è la nuova politica.
Chi ha paura di comunicare le proprie opinioni, di diffondere e difendere le proprie idee ha, assai probabilmente, qualcosa da nascondere o, più semplicemente, ha paura. Ma chi nasconde, chi ha paura non consente ai cittadini di conoscere e di valutare.
Se poi si vogliono nascondere i segreti di Pulcinella, allora oltre al danno si scade nella beffa.
Tutti gli algheresi sanno che la candidatura di Stefano Lubrano alle primarie è stata fortemente voluta da Mario Bruno. Mario Bruno era stato indicato dalla stragrande maggioranza del popolo di centrosinistra come il candidato ideale a sindaco della città. Per far uscire Alghero dal disastro nel quale l’aveva precipitata un decennio di amministrazione di centro-destra. Mario Bruno non se l’è sentita. Ha sempre detto – e gli va riconosciuto – che intendeva mantenere l’impegno con gli elettori a svolgere il mandato da consigliere regionale. E, noi tutti, abbiamo rispettato la sua nobile decisione.
Ha poi individuato un candidato nuovo, fresco, non propriamente di sinistra (aveva votato Cappellacci alle regionali), ma per bene, dinamico, imprenditore. Qualcuno allora (malignamente?), disse che quella candidatura fosse stata inventata per stoppare quella di Enrico Daga. In ogni caso, Lubrano vinse le primarie e vinse le elezioni.
Oggi, a soli otto mesi dall’avvio della nuova esperienza amministrativa, l’intera coalizione di centrosinistra è insoddisfatta. L’amministrazione non riesce a decollare, la gente non trova le risposte ai propri bisogni, ha di fronte un’amministrazione che non comunica, che sembra asserragliata nel bunker, in stato d’assedio. La maggioranza, anziché supportarne l’azione, litiga per i posti, gli incarichi.
Qualcuno sta sbagliando qualcosa? Risposta facile: tutti!
E la soluzione quale sarebbe? Dimissioni entro lunedì per poter votare a maggio e mettersi nelle mani di uno (o più) salvatori della Patria?
Non scherziamo! Solo in un Paese rozzo e barbaro una maggioranza decide di dissolversi dopo solo otto mesi di amministrazione. Chi ha avuto i voti dei cittadini ha l’obbligo di dare risposte, non di scappare a gambe levate. Una maggioranza discute, pubblicamente, chiama i cittadini a raccolta, illustra le cause che determinano la difficoltà di decidere, di intervenire, trova soluzioni. E lo fa pubblicamente, alla luce del sole. E se una maggioranza ritiene che le principali responsabilità siano del sindaco, non chiede il cambio della giunta, ma lavora per suggerire soluzioni (anche di giunta, naturalmente, laddove ci siano intoppi e incongruenze), per supportare il sindaco. E il sindaco deve lasciarsi aiutare, supportare, senza aver paura di poter essere condizionato.
Solo così si esce dalla crisi e si danno risposte ai cittadini.
Lunedì, davanti alla città, il sindaco e la sua maggioranza dovranno essere in grado di indicare soluzioni percorribili e immediatamente apprezzabili dalla maggioranza dei cittadini. Un governo, anche se opera con grande difficoltà, ma è onesto, corretto e pulito, in grado di modificare la propria azione amministrativa è sempre meglio, per i cittadini, di un salto nel buio.
Antonio Budruni |
È un bene? È un male? Credo che il dibattito pubblico sulla crisi sia assolutamente un bene.
I cittadini devono sapere, devono conoscere, devono poter giudicare. La discussione deve uscire dalle segrete stanze.
All’appuntamento di lunedì dovrebbero essere invitati tutti gli organi di informazione: i cittadini hanno il diritto di vedere le facce, di sentire i singoli interventi, di capire. Questa è la democrazia partecipata. Questa è la nuova politica.
Chi ha paura di comunicare le proprie opinioni, di diffondere e difendere le proprie idee ha, assai probabilmente, qualcosa da nascondere o, più semplicemente, ha paura. Ma chi nasconde, chi ha paura non consente ai cittadini di conoscere e di valutare.
Se poi si vogliono nascondere i segreti di Pulcinella, allora oltre al danno si scade nella beffa.
Tutti gli algheresi sanno che la candidatura di Stefano Lubrano alle primarie è stata fortemente voluta da Mario Bruno. Mario Bruno era stato indicato dalla stragrande maggioranza del popolo di centrosinistra come il candidato ideale a sindaco della città. Per far uscire Alghero dal disastro nel quale l’aveva precipitata un decennio di amministrazione di centro-destra. Mario Bruno non se l’è sentita. Ha sempre detto – e gli va riconosciuto – che intendeva mantenere l’impegno con gli elettori a svolgere il mandato da consigliere regionale. E, noi tutti, abbiamo rispettato la sua nobile decisione.
Ha poi individuato un candidato nuovo, fresco, non propriamente di sinistra (aveva votato Cappellacci alle regionali), ma per bene, dinamico, imprenditore. Qualcuno allora (malignamente?), disse che quella candidatura fosse stata inventata per stoppare quella di Enrico Daga. In ogni caso, Lubrano vinse le primarie e vinse le elezioni.
Oggi, a soli otto mesi dall’avvio della nuova esperienza amministrativa, l’intera coalizione di centrosinistra è insoddisfatta. L’amministrazione non riesce a decollare, la gente non trova le risposte ai propri bisogni, ha di fronte un’amministrazione che non comunica, che sembra asserragliata nel bunker, in stato d’assedio. La maggioranza, anziché supportarne l’azione, litiga per i posti, gli incarichi.
Qualcuno sta sbagliando qualcosa? Risposta facile: tutti!
E la soluzione quale sarebbe? Dimissioni entro lunedì per poter votare a maggio e mettersi nelle mani di uno (o più) salvatori della Patria?
Non scherziamo! Solo in un Paese rozzo e barbaro una maggioranza decide di dissolversi dopo solo otto mesi di amministrazione. Chi ha avuto i voti dei cittadini ha l’obbligo di dare risposte, non di scappare a gambe levate. Una maggioranza discute, pubblicamente, chiama i cittadini a raccolta, illustra le cause che determinano la difficoltà di decidere, di intervenire, trova soluzioni. E lo fa pubblicamente, alla luce del sole. E se una maggioranza ritiene che le principali responsabilità siano del sindaco, non chiede il cambio della giunta, ma lavora per suggerire soluzioni (anche di giunta, naturalmente, laddove ci siano intoppi e incongruenze), per supportare il sindaco. E il sindaco deve lasciarsi aiutare, supportare, senza aver paura di poter essere condizionato.
Solo così si esce dalla crisi e si danno risposte ai cittadini.
Lunedì, davanti alla città, il sindaco e la sua maggioranza dovranno essere in grado di indicare soluzioni percorribili e immediatamente apprezzabili dalla maggioranza dei cittadini. Un governo, anche se opera con grande difficoltà, ma è onesto, corretto e pulito, in grado di modificare la propria azione amministrativa è sempre meglio, per i cittadini, di un salto nel buio.
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