L'esempio Marghera per le bonifiche
Illustrate in un incontro al Consorzio nuove procedure per accelerare i tempi dei lavori.
A Porto Torres può essere mutuato l'esempio di Marghera, dove l'unione tra gli enti locali e una forte volontà politica hanno accelerato l'iter per le bonifiche dei siti industriali inquinati.
E' quanto emerso in un seminario che si è tenuto venerdì 15 marzo, a cura del Consorzio industriale provinciale di Sassari, cui hanno partecipato rappresentanti dei soci (Provincia di Sassari e Comuni di Sassari, Porto Torres e Alghero), dirigenti di Syndial e i tecnici dell'ente consortile. I lavori, aperti dal presidente del Consorzio Franco Borghetto, hanno evidenziato come sia riproducibile anche nel nordovest della Sardegna l'esempio di Porto Marghera – dove nello scorso gennaio sono stati siglati i protocolli attuativi dell'accordo di programma per la bonifica e la riqualificazione ambientale del Sin –, ottenendo un duplice risultato: restituire alla produttività un'ampia porzione di territorio e, nel contempo, risanare finalmente l'ambiente.
«Il fattore tempo – ha spiegato il presidente Borghetto – è una delle criticità maggiori delle operazioni che dovranno essere condotte anche a Porto Torres: l'accordo tra le istituzioni e i soggetti attuatori delle bonifiche in Veneto ha snellito le procedure che solitamente dilatano in modo indefinito i tempi di realizzazione».
A illustrare l'esempio di Marghera sono stati Giovanni Squitieri, amministratore delegato di Invitalia Attività Produttive spa, e Salvatore Acampora, responsabile delle gare d'appalto della società. In meno di duecento giorni e senza alcuna deroga alla legislazione vigente in tema ambientale, per Marghera sono stati approvati ben 17 progetti, in un agglomerato identificato - come Porto Torres - quale Sito d'interesse nazionale. L'approccio definito dagli accordi, è stato spiegato, è unico nel suo genere in Italia, e nonostante sia specifico per quel Sin costituisce un esempio di azione concertata tra enti e imprese coinvolte nel progetto per la riconversione e il rilancio dell'area produttiva. E diventando, come sottolineato dal ministro Clini che l'ha siglato per conto del governo, «propedeutico per gli altri siti altamente inquinati d'interesse nazionale».
Tra le novità di quegli accordi, rivestono importanza fondamentale l'accelerazione e la semplificazione delle procedure di caratterizzazione delle aree ricomprese nel Sito. Il piano, infatti, non necessita di preventiva autorizzazione, a condizione che vengano seguite le procedure concordate. In questo modo, i piani di caratterizzazione possono essere eseguiti con tempi estremamente ridotti, senza dover attendere la conclusione del lungo iter autorizzativo.
Enti locali e imprese, lavorando fianco a fianco, consentono alle ditte interessate di presentare la documentazione necessaria per eseguire successivamente le caratterizzazioni, e vengono anche definite le attività di controllo che l'Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) deve svolgere per accertare la corretta esecuzione dei lavori, con un calendario certo. In questo modo, ha detto Squitieri, è possibile riutilizzare rapidamente le aree in condizioni di sicurezza per l'ambiente e la popolazione, e consentire il riutilizzo per le attività di reindustrializzazione.
Nel modello veneziano vengono individuate tecnologie di bonifica standardizzate, che in funzione dei contaminanti presenti in suolo e acque di falda, possono essere utilizzate nell'area del Sin. Secondo la procedura, sono definite le modalità di messa in sicurezza, consentendo la predisposizione di progetti di edificazione non pregiudicando la bonifica delle acque di falda.
Altro aspetto innovativo e vantaggioso per imprese e territorio è la riduzione degli oneri economici da versare al ministero. Attualmente per i progetti di bonifica l'Ambiente chiede una garanzia finanziaria che ammonta al 50 per cento dell'importo dei lavori. Secondo il protocollo siglato per Marghera, invece, il contributo si riduce al 1 per cento, e solo per le imprese che non hanno stipulato con lo Stato il contratto di transazione per la riparazione del danno ambientale, mentre queste ultime sono esonerate totalmente dalla spesa. Cosi facendo, le aziende possono concentrare le risorse economiche esclusivamente sui lavori di bonifica.
Viene infine estremamente snellito l'avvio delle attività sperimentali di bonifica, che non necessitano di autorizzazione preventiva, sinora richiesta dal ministero con un iter di estrema lentezza. Si passa, quindi, da un controllo preventivo e documentale delle attività a un controllo dei risultati reali direttamente ottenuti sul campo.
Durante l'incontro è stato anche illustrato un innovativo metodo di bonifica che ha interessato la discarica di Manfredonia, in Puglia, messa in sicurezza senza spostare i rifiuti, risanando l'ambiente e risparmiando una spesa molto ingente. Anche in questo modo, è stato spiegato, gli enti locali hanno collaborato fattivamente per la risoluzione dell'emergenza.
Da più parti è stata quindi richiamata la necessità di unire le forze e raccogliere tutti gli attori in campo intorno a una cabina di regia che coordini le istanze del territorio. Il presidente Borghetto ha ricordato che il sito di Porto Torres già gode già di un protocollo d'intesa interistituzionale, quello sulla 'chimica verde', che va ulteriormente implementato di norme specifiche nei contenuti e nei tempi di realizzazione.
Tutti, comunque, al termine di un confronto utile e proficuo, hanno concordato sull'esigenza di una volontà politica comune per velocizzare le procedure e restituire finalmente le aree all'economia e al territorio: «Coincidono le esigenze, ora occorre dare una forma alle intenzioni», è stata la conclusione dell'incontro.
A Porto Torres può essere mutuato l'esempio di Marghera, dove l'unione tra gli enti locali e una forte volontà politica hanno accelerato l'iter per le bonifiche dei siti industriali inquinati.
E' quanto emerso in un seminario che si è tenuto venerdì 15 marzo, a cura del Consorzio industriale provinciale di Sassari, cui hanno partecipato rappresentanti dei soci (Provincia di Sassari e Comuni di Sassari, Porto Torres e Alghero), dirigenti di Syndial e i tecnici dell'ente consortile. I lavori, aperti dal presidente del Consorzio Franco Borghetto, hanno evidenziato come sia riproducibile anche nel nordovest della Sardegna l'esempio di Porto Marghera – dove nello scorso gennaio sono stati siglati i protocolli attuativi dell'accordo di programma per la bonifica e la riqualificazione ambientale del Sin –, ottenendo un duplice risultato: restituire alla produttività un'ampia porzione di territorio e, nel contempo, risanare finalmente l'ambiente.
«Il fattore tempo – ha spiegato il presidente Borghetto – è una delle criticità maggiori delle operazioni che dovranno essere condotte anche a Porto Torres: l'accordo tra le istituzioni e i soggetti attuatori delle bonifiche in Veneto ha snellito le procedure che solitamente dilatano in modo indefinito i tempi di realizzazione».
A illustrare l'esempio di Marghera sono stati Giovanni Squitieri, amministratore delegato di Invitalia Attività Produttive spa, e Salvatore Acampora, responsabile delle gare d'appalto della società. In meno di duecento giorni e senza alcuna deroga alla legislazione vigente in tema ambientale, per Marghera sono stati approvati ben 17 progetti, in un agglomerato identificato - come Porto Torres - quale Sito d'interesse nazionale. L'approccio definito dagli accordi, è stato spiegato, è unico nel suo genere in Italia, e nonostante sia specifico per quel Sin costituisce un esempio di azione concertata tra enti e imprese coinvolte nel progetto per la riconversione e il rilancio dell'area produttiva. E diventando, come sottolineato dal ministro Clini che l'ha siglato per conto del governo, «propedeutico per gli altri siti altamente inquinati d'interesse nazionale».
Tra le novità di quegli accordi, rivestono importanza fondamentale l'accelerazione e la semplificazione delle procedure di caratterizzazione delle aree ricomprese nel Sito. Il piano, infatti, non necessita di preventiva autorizzazione, a condizione che vengano seguite le procedure concordate. In questo modo, i piani di caratterizzazione possono essere eseguiti con tempi estremamente ridotti, senza dover attendere la conclusione del lungo iter autorizzativo.
Enti locali e imprese, lavorando fianco a fianco, consentono alle ditte interessate di presentare la documentazione necessaria per eseguire successivamente le caratterizzazioni, e vengono anche definite le attività di controllo che l'Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) deve svolgere per accertare la corretta esecuzione dei lavori, con un calendario certo. In questo modo, ha detto Squitieri, è possibile riutilizzare rapidamente le aree in condizioni di sicurezza per l'ambiente e la popolazione, e consentire il riutilizzo per le attività di reindustrializzazione.
Nel modello veneziano vengono individuate tecnologie di bonifica standardizzate, che in funzione dei contaminanti presenti in suolo e acque di falda, possono essere utilizzate nell'area del Sin. Secondo la procedura, sono definite le modalità di messa in sicurezza, consentendo la predisposizione di progetti di edificazione non pregiudicando la bonifica delle acque di falda.
Altro aspetto innovativo e vantaggioso per imprese e territorio è la riduzione degli oneri economici da versare al ministero. Attualmente per i progetti di bonifica l'Ambiente chiede una garanzia finanziaria che ammonta al 50 per cento dell'importo dei lavori. Secondo il protocollo siglato per Marghera, invece, il contributo si riduce al 1 per cento, e solo per le imprese che non hanno stipulato con lo Stato il contratto di transazione per la riparazione del danno ambientale, mentre queste ultime sono esonerate totalmente dalla spesa. Cosi facendo, le aziende possono concentrare le risorse economiche esclusivamente sui lavori di bonifica.
Viene infine estremamente snellito l'avvio delle attività sperimentali di bonifica, che non necessitano di autorizzazione preventiva, sinora richiesta dal ministero con un iter di estrema lentezza. Si passa, quindi, da un controllo preventivo e documentale delle attività a un controllo dei risultati reali direttamente ottenuti sul campo.
Durante l'incontro è stato anche illustrato un innovativo metodo di bonifica che ha interessato la discarica di Manfredonia, in Puglia, messa in sicurezza senza spostare i rifiuti, risanando l'ambiente e risparmiando una spesa molto ingente. Anche in questo modo, è stato spiegato, gli enti locali hanno collaborato fattivamente per la risoluzione dell'emergenza.
Da più parti è stata quindi richiamata la necessità di unire le forze e raccogliere tutti gli attori in campo intorno a una cabina di regia che coordini le istanze del territorio. Il presidente Borghetto ha ricordato che il sito di Porto Torres già gode già di un protocollo d'intesa interistituzionale, quello sulla 'chimica verde', che va ulteriormente implementato di norme specifiche nei contenuti e nei tempi di realizzazione.
Tutti, comunque, al termine di un confronto utile e proficuo, hanno concordato sull'esigenza di una volontà politica comune per velocizzare le procedure e restituire finalmente le aree all'economia e al territorio: «Coincidono le esigenze, ora occorre dare una forma alle intenzioni», è stata la conclusione dell'incontro.
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