Che fretta c'è?
Dopo il 30 aprile non ci sarà bilancio e si interromperanno gli atti di spesa della Regione.
Siamo alla scadenza del quarto mese di esercizio provvisorio del bilancio regionale. Dopo il 30 aprile non ci sarà bilancio e si interromperanno gli atti di spesa della Regione.
Cappellacci e la sua giunta sono i responsabili di questo voluto ritardo ma non c'è fretta. Il Consiglio regionale si riunirà in tutta comodità, infatti, a partire dal prossimo 30 aprile per interrompere i lavori il giorno appresso, festa del primo maggio.
Per restare in sintonia con questo "fervore di opere", il presidente della Regione, forse ispirato dal suo inossidabile assessore degli affari generali Mario Floris, ha deciso di chiudere oggi, 26 aprile, gli uffici della Regione. "Per risparmiare", questa la versione ufficiale. Ma è una gran balla.
Il 26 aprile è un giorno di lavoro come gli altri. Ci sono altri modi per risparmiare risorse che non imporre ponti primaverili ai dipendenti della Regione. A mio avviso è un giorno di lavoro sottratto alla comunità dei sardi per quanto bassa possa essere la produttività dell'apparato regionale.
Intanto il Consiglio regionale fa da specchio all'operosità della giunta regionale ed in soli 10 giorni ha approvato due leggi che per il loro contenuto finiranno come le famose grida manzoniane.
Nella prima (n. 8 del 10 aprile'2013), detta anche "legge salva baretti" del Poetto di Cagliari, si è fatto diventare legge un decreto dell'assessore regionale dell'urbanistica che pero' è inapplicabile al caso, per cui è necessario un altro decreto dell'assessore che renda comprensibile la legge e un'altra legge che renda norma il nuovo decreto dell'assessore. Il filo d'Arianna ha preso ad allungarsi!
A proposito del "filo d'Arianna", ecco la seconda legge approvata lo scorso 18 aprile 2013 in materia di stabilizzazione di lavoratori pubblici a termine. Con tale legge, un articolo unico, è stato modificato un articolo di una legge regionale del febbraio 2013 che aveva modificato un articolo di una precedente legge dello stesso anno che, a sua volta, modificava un articolo di una legge del 2012. Gli"stabilizzandi" attendono fiduciosi.
E pensare che la Regione si è data, da tempo, un programma per la semplificazione dei testi legislativi chiamato, non a caso, "Teseo".
Carlo Mannoni |
Cappellacci e la sua giunta sono i responsabili di questo voluto ritardo ma non c'è fretta. Il Consiglio regionale si riunirà in tutta comodità, infatti, a partire dal prossimo 30 aprile per interrompere i lavori il giorno appresso, festa del primo maggio.
Per restare in sintonia con questo "fervore di opere", il presidente della Regione, forse ispirato dal suo inossidabile assessore degli affari generali Mario Floris, ha deciso di chiudere oggi, 26 aprile, gli uffici della Regione. "Per risparmiare", questa la versione ufficiale. Ma è una gran balla.
Il 26 aprile è un giorno di lavoro come gli altri. Ci sono altri modi per risparmiare risorse che non imporre ponti primaverili ai dipendenti della Regione. A mio avviso è un giorno di lavoro sottratto alla comunità dei sardi per quanto bassa possa essere la produttività dell'apparato regionale.
Intanto il Consiglio regionale fa da specchio all'operosità della giunta regionale ed in soli 10 giorni ha approvato due leggi che per il loro contenuto finiranno come le famose grida manzoniane.
Nella prima (n. 8 del 10 aprile'2013), detta anche "legge salva baretti" del Poetto di Cagliari, si è fatto diventare legge un decreto dell'assessore regionale dell'urbanistica che pero' è inapplicabile al caso, per cui è necessario un altro decreto dell'assessore che renda comprensibile la legge e un'altra legge che renda norma il nuovo decreto dell'assessore. Il filo d'Arianna ha preso ad allungarsi!
A proposito del "filo d'Arianna", ecco la seconda legge approvata lo scorso 18 aprile 2013 in materia di stabilizzazione di lavoratori pubblici a termine. Con tale legge, un articolo unico, è stato modificato un articolo di una legge regionale del febbraio 2013 che aveva modificato un articolo di una precedente legge dello stesso anno che, a sua volta, modificava un articolo di una legge del 2012. Gli"stabilizzandi" attendono fiduciosi.
E pensare che la Regione si è data, da tempo, un programma per la semplificazione dei testi legislativi chiamato, non a caso, "Teseo".
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