La favola del campione algherese
Tore Burruni |
Nell’immediato dopoguerra, mentre con fatica la città avviava un difficile percorso di ricostruzione, il giovane Tore si allenava con tenacia, seguito dai suoi primi allenatori che intravedevano in quel ragazzo piccolo (era alto 1 metro e 59 cm.) ed esile, un grande futuro.
Da dilettante, nel 1954, conquista il titolo italiano dei pesi mosca e, l’anno successivo, a Barcellona, vince i Giochi del Mediterraneo, facendo impazzire di gioia i tifosi catalani, quando scoprono che Tore parla l’algherese, un catalano un po’ strano, curioso, ma catalano. Nello stesso anno vince il titolo mondiale militare e, nel 1956, rappresenta i colori italiani alle olimpiadi di Melbourne. L’anno successivo comincia la carriera da professionista e, tempo un anno, si aggiudica il titolo italiano dei pesi mosca battendo ai punti un altro pugile di origine sarda, Giacomo Spano.
Burruni è un atleta completo, molto sicuro dei suoi mezzi, non teme gli avversari, sale sul ring sereno. Talmente sereno che, talvolta, riesce ad assopirsi sul lettino dei massaggi, poco prima dell’incontro.
Nel 1961, in uno storico incontro ad Alghero, nella ex palestra Giordo, strapazza l’altissimo campione europeo, il finlandese Risto Luukonen, cingendo per la prima volta la cintura continentale dei pesi mosca. Il pubblico presente all’incontro non riesce a frenare l’entusiasmo, i giornali sportivi di tutta Europa non possono fare a meno di decantare le gesta del piccolo grande campione. Tore ritorna sul ring per difendere il suo titolo in cinque occasioni: con Derek Lloyd, a Sanremo (vincendo per KOT alla sesta ripresa), con Mimoun Ben Alì, a Saint Vincent nel 1962, con Pierre Rossi, a Milano nello stesso anno, con René Libeer, nel 1963 ad Alessandria, con Mc Gowan, a Roma, nel 1964.
Sono ormai maturi i tempi per il salto di qualità: Tore vuole il titolo mondiale. Rinuncia a quello europeo per strappare la cintura d’oro al campione tailandese Pone Kingpetch. “Per me – confesserà più tardi Rino Tommasi, allora organizzatore di incontri - un match di cui vado particolarmente fiero è di sicuro il campionato del mondo dei pesi mosca fra Salvatore Burruni e Kingpetch, perché all'epoca era molto difficile convincere un campione del mondo a venire a mettere in palio il titolo in Italia; infatti le trattative con Pone Kingpetch, tailandese, furono davvero impegnative”.
In un bellissimo incontro al limite delle quindici riprese, nell’affollatissimo Palazzetto dello sport di Roma, “l’uomo che danzava sul ring”, impartisce una dura lezione al pugile tailandese e conquista, primo pugile sardo, il titolo mondiale assoluto dei pesi mosca. Era il 23 aprile 1965: Tore aveva appena compiuto 32 anni.
Il rientro ad Alghero è ancora sedimentato nella memoria collettiva della sua città. Grazie al suo campione, Alghero non è più un puntino scuro su una carta geografica, ma il centro del mondo: almeno per gli appassionati di pugilato di tutto il pianeta.
Giusto il tempo di tirare il fiato e, poi, di nuovo sul ring, a difendere il titolo iridato. Vittoria per KO contro Roky Gattellari, a Sidney, nel dicembre del 1965. Poi, a Londra, contro Mc Gowan, che Tore aveva sconfitto nel 1964 nella difesa del titolo europeo. Ma il campione algherese non riesce più a stare nei limiti di peso della categoria (sotto i 51 Kg). Sale sul ring debilitato dalle saune e da diete rigide. Perde, perde pesantemente. È il 1966, Tore ha 33 anni. Capisce che non può e non vuole ombre nella sua carriera. Capisce che non può sfidare l’età e la natura, per restare nei limiti di peso. Sceglie di cambiare categoria: pesi gallo (54 Kg). Ricomincia da capo. Ritorna sul ring. Diciotto incontri e arriva al traguardo: campione europeo dei pesi gallo. A 36 anni si ritira, lasciando vacante il titolo. Entra, definitivamente, nella leggenda. Muore ad Alghero, il 30 marzo del 2004, pochi giorni prima del suo settanttunesimo compleanno. Giovedì 11 aprile è l’ottantesimo anniversario della nascita. Grazie, ancora, Tore. Tutti gli algheresi ti ricorderanno.
Dal Corriere della Sera dell’11 aprile 2003
Il sardo compie oggi 70 anni
La favola di Burruni il piccolo pugile che fece grande l' Italia
È stato il piccolo grande uomo del pugilato italiano. Si chiama Salvatore Burruni e oggi compie 70 anni. Sardo di Alghero, 159 centimetri di statura, peso mosca, nella storia dei pugni è stato il quinto italiano a conquistare un titolo mondiale, che all' epoca valeva molto di più, perché le categorie erano soltanto undici e il detentore era unico. Steve Klaus, il leggendario allenatore che ha guidato le prime stagioni professionistiche di Burruni, diceva di lui: «È un fenomeno. Di pugili così ne ho conosciuti pochi». E Umberto Branchini, il manager che nel ' 61 ereditò da Klaus la procura di «Tore», riferiva di non essersi mai imbattuto in un pugile tanto sereno. Spesso infatti si addormentava tranquillo sul lettino dei massaggi, e lo fece anche quel 23 aprile ' 65 a Roma, quando diventò campione del mondo. Burruni aveva già 32 anni e alle spalle nove stagioni professionistiche con due titoli, italiano e europeo. Campione in carica era il thailandese Pone Kingpetch. Taciturno, scontroso e diffidente, Kingpetch aveva preteso il versamento anticipato di una borsa ragguardevole (50mila dollari, 30 milioni di lire) e aveva chiesto di allenarsi al riparo da sguardi indiscreti, schivando tutti i giornalisti italiani. Burruni però fu più bravo di lui, incalzandolo senza tregua per tutte le 15 riprese di un match spettacolare e meritandosi un verdetto che nemmeno il clan di Kingpetch contestò. «Tore» entrava nella storia dopo Carnera, D' Agata, Loi e Mazzinghi. Da campione del mondo, Burruni accettò una sfida mondiale a Sidney contro Rocky Gattellari, un giovane e promettente italo-australiano che finì k.o al 13° round. Poi arrivò lo scozzese Walter McGowan. Ormai «Tore» faticava sempre di più a restare nei limiti di peso e sul ring di Londra si presentò la sua ombra. Due giorni di digiuno e di saune furono il prologo a un' inevitabile sconfitta. Era il 14 giugno 1966. Da quel giorno Burruni avrebbe speso i restanti spiccioli della carriera nella categoria superiore, che gli consentiva quasi tre chili in più di peso. Altri 18 incontri e la conquista del titolo europeo dei gallo, lasciato vacante nel ' 69 dopo aver annunciato il proprio ritiro. A 36 anni il piccolo grande uomo si faceva da parte. Aveva vinto 99 combattimenti su 109 e lasciava il ricordo di una boxe scintillante, fatta di talento e professionalità, ritmo e aggressività, tecnica e coraggio. Mario Gherarducci Un mondiale CHI È Salvatore Burruni (foto) è nato ad Alghero l' 11 aprile ' 33. Da professionista ha sostenuto 109 incontri: 99 vittorie, 1 pari e 9 sconfitte. CAMPIONE È stato campione del mondo dei pesi mosca dal 23 aprile ' 65 al 14 giugno ' 66. Campione europeo dei gallo, ha lasciato il titolo vacante nel ' 69, a 36 anni, quando si è ritirato.
Gherarducci Mario
Iniziative per celebrare questa data:
- Giovedì 11 aprile 2013 (Torre di Sant Joan, ore 18.00). Apertura della Mostra di cimeli, targhe, coppe e foto di Tore Burruni (a cura della famiglia).
- Sabato 13 aprile 2013 (Sala META, ore 17,30). Alghero ricorda il campione del mondo dei pesi mosca, Salvatore Burruni, nell’ottantesimo anniversario della nascita. Intervengono: i familiari, gli ex pugili algheresi, Andreino Silanos (campione italiano dei pesi leggeri) e Carmelo Chessa; uno dei suoi primi allenatori, Priami, il giornalista di Rai 3 (oggi in pensione), Carmelo Alfonso. È prevista una selezione di video relativi alla carriera pugilistica del campione algherese e la lettura di alcuni articoli pubblicati in occasione delle più significative vittorie.
- Sabato 13 aprile 2013 (Piazza Pino Piras, ore 20,30) Concerto in onore di Salvatore Burruni. Con: Claudia Crabuzza, Claudio Sanna, Zaira Zingone, Paolo Zicconi.
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