La scelta di Piero Marras
Il valore degli appuntamenti programmati dall'assessore Caula è ponderato e non certo contro qualcuno.
Mariano Melis |
Sulla scelta di Piero Marras c'è una sola e unica considerazione da fare: è il più rappresentativo cantautore sardo fortemente impegnato anche nella vita civile, sociale e politica della nostra regione, promotore e firmatario della legge del 1993 che ha istituito "Sa Die de sa Sardigna" che quest'anno festeggia 20 anni.
A quei pochi che ignorano l'importanza dell'evento potrà sembrare scontato ma gli assessori alla cultura Romina Caula e ai grandi eventi Alma Cardi, con tutta l'amministrazione comunale, hanno condiviso l'onore di cui Alghero si fregia per la presenza di Piero Marras, patrimonio culturale vivente della Sardegna intera.
Nessuna esclusiva per Piero che dimostra la sua grandezza e umiltà esibendosi con la stessa professionalità e passione anche a Montresta piuttosto che in Vaticano a Roma con Dionne Warwick che canta "Sa oghe 'e Maria".
La richiesta dell'esclusiva su una ricorrenza storica e culturale è un'idiozia, una ricorrenza che rappresenta la profonda tradizione di un popolo che vuole ricordare la sommossa dei vespri sardi del 28 aprile 1794. Non è un caso che il cantautore lo stesso giorno del concerto incontri anche gli alunni delle scuole proprio su suggerimento e progetto dell'assessore alla cultura Romina Caula.
Se chi ha la presunzione di rappresentare "mondi nuovi" denigra la cultura e le tradizioni popolari evidenzia una grande ristrettezza mentale e una cieca visione del futuro.
Questi giovani "mondi nuovi" anziché dimostrare apertura a tutte le culture e a quelle specificità che rendono unica la nostra terra si chiudono in un solo mondo piccolo e globalizzato, alla confusa ricerca di format asettici e inutili che si copiano gli uni con gli altri perché nessuno inventa niente, motivo per cui neppure i rappresentanti del canto a tenores, patrimonio dell'Unesco, potrebbero mai più esibirsi ad Alghero.
Noi siamo creature della nostra terra ed è questa che dobbiamo promuovere e sostenere in ogni istante della nostra vita, pubblica o privata che sia. La nostra unicità, la nostra profonda cultura di cui non possiamo che essere degli umili ambasciatori.
Un breve viaggio d'istruzione a Montresta o a Banari, a Rebeccu o a Gavoi, a Palau o a Berchidda potrebbe insegnare molto a giovani spocchiosi che valutano l'importanza degli eventi dal numero degli abitanti dei piccoli paesi che li organizzano.
Al contrario di quanto si presume con supponenza, il valore degli appuntamenti programmati dall'assessore Romina Caula è ben ponderato e non certo contro qualcuno. In questo momento più che mai le energie non si sprecano "contro" ma si impiegano "per e con".
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