La torre di Babele
Della marea gialla, incubo ricorrente che turba la notti di ogni buon algherese, si è detto quasi tutto.
Enrico Muttoni |
Ma nessuno, finora, ha segnalato la totale assenza di posizioni ufficialmente espresse dalle amministrazioni pubbliche dei vari livelli.
Dunque se ad Alghero sbarcasse un tour operator di grosse dimensioni e notasse, o avesse sentito parlare del fenomeno, chiedendo notizie ai pubblici funzionari avrebbe per tutta risposta un mah imbarazzato.
Riassumiamo: la colorazione anomala del mare si presenta da circa tre anni deturpando la spiaggia di Maria Pia, e i primi a farne le spese sono stati i gestori degli stabilimenti balneari, costretti ad assistere, impotenti, alla distruzione dei loro redditi.E le amministrazioni? nulla. Per fortuna, o per disgrazia, questo fenomeno riguarda solo Alghero.
Se, invece, fosse stato coinvolto un comune limitrofo, o una realtà economica ben più robusta di tre o quattro operatori balneari, un grosso resort, per esempio , la musica sarebbe stata ben altra, e probabilmente la magistratura si sarebbe destata dal suo letargo. Con calma olimpica, le amministrazioni che si sono succedute non hanno alzato sopracciglio, con gli assessori all'ambiente costretti a recitare la parte dell'ispettore Clouseau nella Pantera Rosa. Ovvero a guardarsi attorno, a riconoscere che , sì, i problemi ci sono, ma le cause sono molteplici, vanno ricercate con attenzione, servono dati, bisogna educare l'utenza, il Calich era già malato, c'è un eccesso di enterococchi. Ma quanto a prendere una posizione e indicare priorità, silenzio tombale.
In queste ore, il sindaco e due dei tre consiglieri regionali espressi dalla nostra città (mi dispiace che il terzo non abbia partecipato, perché niente è più trasversale dei liquami di fogna) hanno, dopo aver nuovamente ribadito la gravità della situazione, chiesto la nomina di un commissario ad acta.
In queste ore, il sindaco e due dei tre consiglieri regionali espressi dalla nostra città (mi dispiace che il terzo non abbia partecipato, perché niente è più trasversale dei liquami di fogna) hanno, dopo aver nuovamente ribadito la gravità della situazione, chiesto la nomina di un commissario ad acta.
Una decisione scaturita dalla saggezza della vecchia, buona politica, quella che, dilazionando e minimizzando, non tradisce mai e consente di tranquillizzare i cittadini perché, ormai, c'è il commissario.
Commissario a che?È in atto, da tre anni, un'azione lesiva del territorio. Questo fenomeno, come ho inutilmente tentato di spiegare, è inarrestabile: non possiamo esimerci dall'utilizzare i servizi igienici. E chi dovesse essere chiamato a rimediare, dovrebbe opporre, a questa azione, un'altra per porvi rimedio.
È una parola. Esistono quattro ordini di problemi: tecnico, finanziario, burocratico e umano. Tecnico, perché bisognerà fare delle scelte in materia di posizionamento degli scarichi, per il quale non esiste una posizione che abbia solo vantaggi; finanziario, perché bisognerà trovare i soldi; burocratico, perché le norme impongono la presentazione di preventivi su lavori la cui entità non è precisamente definibile a priori, col terrore che l'Ue si accorga dell'uso fatto dei finanziamenti; umano, perché tutti coloro, e sono tanti ed in servizio, che hanno preso parte politica, tecnica e gestionale a questa avventura penseranno solo alla propria difesa, altro che aiutare il commissario!
Mi chiedo cosa si possa ipotizzare riguardo al profilo professionale di questo taumaturgo: sarà un ingegnere idraulico, un ambientalista, un amministratore, un esperto e ossequioso burocrate conoscitore di quel che accade nelle segrete stanze? Noi, intanto, continueremo a salire la torre di Babele, aspettandone il crollo.
È mia convinzione che le strade da percorrere per rimediare a questa situazione siano solo due: o costruire un impianto di depurazione ex novo, come se Alghero non lo avesse; o ripristinare il vecchio. Per fare questo ci vogliono tantissimi soldi e molto, molto coraggio: e sarà quest'ultimo a mancare.
È mia convinzione che le strade da percorrere per rimediare a questa situazione siano solo due: o costruire un impianto di depurazione ex novo, come se Alghero non lo avesse; o ripristinare il vecchio. Per fare questo ci vogliono tantissimi soldi e molto, molto coraggio: e sarà quest'ultimo a mancare.
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