Le tre maree di Alghero
Oltre alla naturale e la gialla, se ne è aggiunta quella delle idee e dei consigli per rimediare al guaio.
Enrico Muttoni |
La marea, per sua natura e definizione è un fenomeno ciclico. Alghero, come ogni altro punto della Terra bagnato dal mare, ne subisce l'effetto.
Da tre anni a questo se ne è aggiunto un'altro, meno regolare ma più vistoso, che colora di giallo quello che era il mare cristallino di Maria Pia.
Da tre anni a questo se ne è aggiunto un'altro, meno regolare ma più vistoso, che colora di giallo quello che era il mare cristallino di Maria Pia.
La causa del fenomeno, senza ombra di dubbio, è lo scarico delle acque reflue nello stagno di Calich, le quali giungono al mare tramite il canale del porto di Fertilia. Lo stagno, da tempo in sofferenza per varie cause, ha superato cosí il limite di rottura, diventando un serbatoio costiero di reflui, in perenne svuotamento per troppopieno. Perdendo così i movimenti periodici che lo tenevano in (precario) equilibrio: le maree lunari e
l'alternanza tra la stagione secca e quella delle piogge.
Dopo oltre tre anni di questo regime, alle due maree, naturale e gialla, se ne è aggiunta un'altra ancora: quella delle idee e dei consigli per rimediare al guaio.
E qui, da tempo, si è scatenata la fantasia popolare; dalle prime proposte per l'utilizzo dei reflui per l'irrigazione della Nurra, all'abbattimento del molo di Fertilia, al pompaggio delle acque nel Rio Mannu a Porto Torres, a uno sbarramento tipo MOSE veneziano per tener pulite le acque del mare di giorno per sporcarle di notte, e chi più ne ha più ne metta.
Ora, è fuor di dubbio che, se la priorità è la pulizia del mare, è obbligatorio dirottare i reflui dal percorso Rio Filibertu-Calich-Canale di Fertilia- spiaggia di Maria Pia. Ma come, e soprattutto a quali costi, e con che rischi, nessuno lo sa. Perché i geniali propositori dei rimedi di cui sopra si guardano bene dal calcolare i relativi costi, senza conoscere i quali si rischia di si far la fine dei napoletani, che mandano le ecoballe in Germania. Non è infatti impossibile riempire una grossa cisterna di reflui e mandarla a scaricare in mare aperto (sia chiaro che questa soluzione serve solo ad esempio). E riguardo ai rischi concernenti l'installazione di dispositivi privi di precedenti esperienze, nessuno si sbilancia.
A questo succedersi di maree, che rischiano di travolgere il destino turistico e quindi economico di Alghero, fa da contraltare l'immobilismo delle amministrazioni e della magistratura. Quest'ultima non si è accorta, o peggio si è accorta, dell'accaduto, e sta ferma.
Le amministrazioni comunali, provinciali e regionali dovrebbero dar via libera alla presentazione di progetti per l'intera rivisitazione del sistema trattamento reflui di Alghero.
Ma i costi sono così giganteschi e le responsabilità così ben distribuite tra le forze politiche che non si riesce ad intravedere nessun movimento. Anche perché non c'è pietanza più indigesta per un politico di doversi rivolgere ad un tecnico, che dato il problema, dev'essere bravo e insindacabile.
Attenderemo così lunghi anni. A meno che si faccia il governo di larghe intese, dove i nostri eletti si ritrovino tutti insieme rappresentati, e si proceda. Insabbiando, beninteso, tutte le responsabilità.
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