Nessuno deve più essere lasciato solo
Se le istituzioni non lo comprendono, questo obiettivo deve essere fatto proprio dai cittadini.
Antonio Budruni |
Lo stillicidio di suicidi di operai, pensionati, “esodati” (brutta parola per indicare chi è senza pensione e senza lavoro) e imprenditori indica – anzi: urla – meglio e più di qualunque statistica il dramma che milioni di persone vivono nel nostro belpaese. Un dramma rispetto al quale la politica appare sempre più impotente e, a tratti, persino disinteressata.
Eppure, tutti coloro che hanno ricoperto incarichi di governo negli ultimi anni hanno giurato, subito dopo la nomina, di osservare la Costituzione. Ma, sanno? Sapevano su che cosa stavano giurando? Per esempio, sapevano che l’art. 3 della Costituzione impone a Governo e Parlamento l’obbligo di “eliminare gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”?
Sapevano che l’art. 4 della Costituzione impone loro di “creare le condizioni” per rendere effettivo il diritto al lavoro per tutti? E, ancora, che l’art. 36 statuisce che: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa”? E che l’art. 2 impone a tutti, e in primo luogo a chi ha il potere legislativo ed esecutivo, il dovere di solidarietà politica, economica e sociale?
La stragrande maggioranza degli italiani ignora la Costituzione, la legge fondamentale dello Stato e, a quanto ci viene rappresentato da alcune trasmissioni televisive, sembra che una parte non trascurabile dei nostri parlamentari e ministri la conoscano poco e male. E tuttavia, la stragrande maggioranza della popolazione sa, perché lo vive sulla propria pelle, che chi ha governato il Paese assai spesso lo ha fatto non già seguendo il dettato della Costituzione, ma agendo in direzione opposta ai principi e agli obblighi in essa contenuti e ai diritti di tutti i cittadini, soprattutto di quelli più deboli.
E oggi? In che cosa è impegnata la nostra classe politica? In grandi e piccole manovre per formare un Governo, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, per litigare al proprio interno.
Tutto ciò è, non solo vergognoso e disgustoso, ma anche disastroso per la popolazione e per la stessa politica, che non può permettersi di perdere ancora credibilità. La novità, in questi giorni, è che la perdita di credibilità riguarda tutte le forze politiche, a cominciare da quelle nuovissime, come il M5S, che anziché occuparsi degli interessi di coloro che, in preda alla disperazione, li hanno votati, sono intenti esclusivamente a favorire il fallimento degli altri per poi governare il Paese con il 100% dei consensi. Ma questa strategia politica (politica?), non solo è antidemocratica, ma anche autolesionista, oltre che tragicamente inutile per i destini di milioni di italiani.
Io credo che sia arrivato il momento per un impegno di tutti affinché nessuno sia più lasciato solo. Se le istituzioni non sono in grado di comprenderlo, prima ancora di attuarlo, questo obiettivo deve essere fatto proprio dai cittadini. Non c’è più tempo da perdere. Da domani, tutti saremo responsabili della nostra indifferenza, del nostro disimpegno.
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