Se io fossi un saggio
Leggi, obiettivi, verifiche.
Due giorni fa, senza tanto clamore, è arrivato il responso degli illustrissimi, in 10 punti. Penso che Napolitano si aspettasse – e io, senza farmi illusioni, certamente aspettavo – un'analisi lucida, disincantata e libera del malessere dell'Italia, invece è arrivata una raccolta di banalità.
Le banalità si possono commentare solo accatastandoci sopra altre banalità, e non è per questo che siete arrivati a leggere fino a questa riga, quindi non commenterò il responso di questi cosiddetti saggi. Chi, nonostante tutto, avesse voglia di farsi del male, può darci uno sguardo.
Eppure i problemi del paese sono chiari ed evidenti. Il primo è sicuramente la permanenza al potere di una classe politica avida, autoreferenziale, e complessivamente inetta. Quest'ultima, pur contando al proprio interno anche persone capaci e oneste, nel suo insieme si è dimostrata incapace di gestire i fenomeni di trasformazione planetaria che sinteticamente chiamiamo globalizzazione.
L'incapacità è purtroppo un dato di fatto. Ad esempio, senza andare troppo indietro, la riforma del Lavoro, a firma del ministro Fornero, e l'introduzione dell' Imposta Municipale Unica (IMU) sulla prima casa, sono stati approvati dai due principali partiti che hanno sostenuto il governo Monti. Quegli stessi partiti, senza cambiare leader né linea politica, adesso criticano aspramente entrambi i provvedimenti, promettendone l'eliminazione non appena arriveranno al governo. E' o non è una pagliacciata?
Ma è solo un esempio. In Italia siamo pieni di leggi assurde, che tutti criticano. E spesso i critici sono quelli stessi che le hanno votate. Ecco, se io fossi stato uno dei 10 saggi di Napolitano, avrei proposto di partire da qui. Istituzionalizzare una pagella per il personale politico: una sorta di patente a punti.
Proporrei di imporre ai presentatori di qualunque legge (sì, anche quelle astruse tipo “si propone di modificare l'articolo 144/ter della legge X, che estende l'applicazione del decreto Y, limitatamente agli ambiti definiti nel regolamento Z, etc.”) di aggiungere sempre in calce a qualunque proposta due sezioni conclusive: “obiettivi” e “verifiche”.
Vuoi riformare il diritto del lavoro? Vuoi eliminare gli sprechi della pubblica amministrazione? Vuoi evitare la bancarotta dell'INPS? Vuoi riscrivere la legge elettorale? Benissimo. Fai la tua proposta e in calce scrivi, ad esempio: “Obiettivi: si vuole aumentare il numero di occupati, con contratto a tempo indeterminato, di 1.000.000 (un milione) di unità.” E di seguito: “Verifiche: a tre mesi dalla pubblicazione della legge si osserverà un incremento di non meno di 100.000 nuovi assunti, che arriveranno a 1.000.000 nel giro di 12, massimo 18 mesi.”
L'opposizione parlamentare, invece di organizzare manifestazioni di piazza delle mie ròtule, avrebbe l'utile mansione di vigliare che all'emanazione delle leggi facciano seguito le verifiche positive descritte dal proponente. Se gli scopi prefissi sono raggiunti, meglio per tutti, ma se la legge sortisce effetti diversi da quelli previsti, o addirittura negativi, si scalano al firmatario un po' di punti dalla “patente”. Quando il punteggio arriva a zero, invece di stare in Parlamento a fare altri danni, il politico sarà destinato ad un programma di recupero, tipo a servire pasti ai poveri della Caritas: resta lì, a millecinquecento euro al mese, finchè non ha ri-caricato la “patente”. Una settimana vale un punto.
Giuseppe Pala |
Quindici giorni fa, il Presidente della Repubblica Napolitano, di fronte alle difficoltà incontrate nel trovare un politico in grado di formare un nuovo governo, ha deciso di affidare la diagnosi e la conseguente terapia per il Paese ammalato ad un consesso di dieci saggi.
Due giorni fa, senza tanto clamore, è arrivato il responso degli illustrissimi, in 10 punti. Penso che Napolitano si aspettasse – e io, senza farmi illusioni, certamente aspettavo – un'analisi lucida, disincantata e libera del malessere dell'Italia, invece è arrivata una raccolta di banalità.
Le banalità si possono commentare solo accatastandoci sopra altre banalità, e non è per questo che siete arrivati a leggere fino a questa riga, quindi non commenterò il responso di questi cosiddetti saggi. Chi, nonostante tutto, avesse voglia di farsi del male, può darci uno sguardo.
Eppure i problemi del paese sono chiari ed evidenti. Il primo è sicuramente la permanenza al potere di una classe politica avida, autoreferenziale, e complessivamente inetta. Quest'ultima, pur contando al proprio interno anche persone capaci e oneste, nel suo insieme si è dimostrata incapace di gestire i fenomeni di trasformazione planetaria che sinteticamente chiamiamo globalizzazione.
L'incapacità è purtroppo un dato di fatto. Ad esempio, senza andare troppo indietro, la riforma del Lavoro, a firma del ministro Fornero, e l'introduzione dell' Imposta Municipale Unica (IMU) sulla prima casa, sono stati approvati dai due principali partiti che hanno sostenuto il governo Monti. Quegli stessi partiti, senza cambiare leader né linea politica, adesso criticano aspramente entrambi i provvedimenti, promettendone l'eliminazione non appena arriveranno al governo. E' o non è una pagliacciata?
Ma è solo un esempio. In Italia siamo pieni di leggi assurde, che tutti criticano. E spesso i critici sono quelli stessi che le hanno votate. Ecco, se io fossi stato uno dei 10 saggi di Napolitano, avrei proposto di partire da qui. Istituzionalizzare una pagella per il personale politico: una sorta di patente a punti.
Proporrei di imporre ai presentatori di qualunque legge (sì, anche quelle astruse tipo “si propone di modificare l'articolo 144/ter della legge X, che estende l'applicazione del decreto Y, limitatamente agli ambiti definiti nel regolamento Z, etc.”) di aggiungere sempre in calce a qualunque proposta due sezioni conclusive: “obiettivi” e “verifiche”.
Vuoi riformare il diritto del lavoro? Vuoi eliminare gli sprechi della pubblica amministrazione? Vuoi evitare la bancarotta dell'INPS? Vuoi riscrivere la legge elettorale? Benissimo. Fai la tua proposta e in calce scrivi, ad esempio: “Obiettivi: si vuole aumentare il numero di occupati, con contratto a tempo indeterminato, di 1.000.000 (un milione) di unità.” E di seguito: “Verifiche: a tre mesi dalla pubblicazione della legge si osserverà un incremento di non meno di 100.000 nuovi assunti, che arriveranno a 1.000.000 nel giro di 12, massimo 18 mesi.”
L'opposizione parlamentare, invece di organizzare manifestazioni di piazza delle mie ròtule, avrebbe l'utile mansione di vigliare che all'emanazione delle leggi facciano seguito le verifiche positive descritte dal proponente. Se gli scopi prefissi sono raggiunti, meglio per tutti, ma se la legge sortisce effetti diversi da quelli previsti, o addirittura negativi, si scalano al firmatario un po' di punti dalla “patente”. Quando il punteggio arriva a zero, invece di stare in Parlamento a fare altri danni, il politico sarà destinato ad un programma di recupero, tipo a servire pasti ai poveri della Caritas: resta lì, a millecinquecento euro al mese, finchè non ha ri-caricato la “patente”. Una settimana vale un punto.
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