Secal e Alghero In House a rischio scioglimento
Allarme del Pdl: «Partecipate verso la liquidazione».
In base alla norma famosa con il termine spending review, c'è l’obbligo di dismettere le società strumentali degli enti territoriali che abbiano conseguito un fatturato da prestazione di servizi a favore delle pubbliche amministrazioni superiore al 90 per cento dell’intero fatturato, come le due società comunali algheresi. La norma prevede che le società debbano essere sciolte entro il 31 dicembre 2013, o alienate con procedura a evidenza pubblica entro il 30 giugno 2013.
«Qualora l’amministrazione non proceda allo scioglimento o all'alienazione, le società non potranno ricevere ulteriori affidamenti diretti di servizi, né rinnovi degli affidamenti in corso (art. 4, comma 2 del DL 95). Inoltre, - spiegano Tedde, Martinelli e Pais - l’art. 4, comma 8 prevede che, a decorrere dal 1 gennaio 2014, l’affidamento diretto potrà avvenire solo a favore di società a capitale interamente pubblico, nel rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa e dalla giurisprudenza comunitaria per la gestione in house e a condizione che il valore economico del servizio o dei beni oggetto dell’affidamento sia complessivamente pari o inferiore a 200 mila euro annui. La norma, inoltre, stabilisce che sono fatti salvi gli affidamenti in essere fino alla scadenza naturale e comunque fino al 31 dicembre 2014».
«In buona sostanza stiamo andando verso la chiusura delle due società - affermano i tre dell'opposizione - Se ciò avvenisse, le conseguenze per Alghero ed i cittadini algheresi sarebbero catastrofiche in termini di interruzione dei flussi di risorse finanziarie, professionali e umane per offrire loro servizi. Così come sarebbero nefaste le conseguenze in termini di perdita del posto di lavoro per i 65 dipendenti della Alghero in House e per i 15 della Secal. Per quanto attiene infine a Meta, ad oggi, sempre che permangano le sue caratteristiche d fondazione culturale –oggi messe in discussione dall’amministrazione Lubrano- non vi sono ostacoli normativi al suo mantenimento in vita da parte dell’amministrazione comunale».
La legge prevede però alcune eccezioni. «Sono esentate dall’obbligo di dismissione le società che svolgono servizi di interesse generale (cioè i servizi pubblici locali) che abbiano o meno rilevanza economica - riferiscono i consiglieri del Pdl - E ancora, l’art. 4, comma 3, dispone che l’obbligo della messa in liquidazione della società non si applica “qualora, per le peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto, anche territoriale, di riferimento non sia possibile per l’amministrazione pubblica controllante un efficace e utile ricorso al mercato”. La medesima norma prevede che non si giunge allo scioglimento o all’alienazione allorché l’Ente locale – in tempo utile per rispettare i termini imposti dal primo comma per l’eventuale dismissione della società – predisponga un’analisi di mercato che certifichi che le peculiarità del contesto, anche territoriale, non consenta un utile ricorso al mercato per avere gli stessi servizi forniti dalle società da sciogliere o alienare. In tal caso l’analisi con annessa relazione devono essere inviate all’Antitrust, per l’acquisizione di un parere vincolante che dovrà essere comunicato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ma non abbiamo notizia che l’amministrazione si stia muovendo in queste direzioni».
Non solo. A sentire i tre rappresentanti di minoranza c'è un'altra emergenza che la giunta di Stefano Lubrano deve affrontare, ovvero reperire le risorse per mantenere in piedi la società In House: «La Regione Sardegna non ha previsto finanziamenti per gli anni 2014-2015-2016 e preoccupa non poco la situazione dell’Alghero In House che cessa il quinquennio nel 2013».
Da sin. Marco Tedde e Michele Pais |
«Regna la più assoluta confusione nell’amministrazione di Alghero in merito alla sorte delle partecipate Alghero in House e Secal s.p.a., che stanno entrambe correndo il rischio di essere liquidate».
La denuncia arriva dai tre consiglieri comunale del Pdl Marco Tedde, Gianni Martinelli e Michele Pais che questa mattina hanno tenuto una conferenza stampa.
I tre consiglieri ricordano che la costituzione di Alghero in House, nell’aprile del 2008, «ha consentito – tra le altre cose - la stabilizzazione di 65 lavoratori socialmente utili, dando loro un’esistenza dignitosa, anche facendo ricorso a risorse regionali consistenti nei seguenti contributi: il 90 per cento del capitale sociale; 60mila euro per ogni Lsu stabilizzato in quote annuali di 12 mila euro per 5 anni; un contributo speciale rapportato agli oneri diretti e riflessi riferiti ai Lsu nella misura del 50 per cento per il primo triennio e del 25 per cento per il biennio successivo».
In base alla norma famosa con il termine spending review, c'è l’obbligo di dismettere le società strumentali degli enti territoriali che abbiano conseguito un fatturato da prestazione di servizi a favore delle pubbliche amministrazioni superiore al 90 per cento dell’intero fatturato, come le due società comunali algheresi. La norma prevede che le società debbano essere sciolte entro il 31 dicembre 2013, o alienate con procedura a evidenza pubblica entro il 30 giugno 2013.
«Qualora l’amministrazione non proceda allo scioglimento o all'alienazione, le società non potranno ricevere ulteriori affidamenti diretti di servizi, né rinnovi degli affidamenti in corso (art. 4, comma 2 del DL 95). Inoltre, - spiegano Tedde, Martinelli e Pais - l’art. 4, comma 8 prevede che, a decorrere dal 1 gennaio 2014, l’affidamento diretto potrà avvenire solo a favore di società a capitale interamente pubblico, nel rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa e dalla giurisprudenza comunitaria per la gestione in house e a condizione che il valore economico del servizio o dei beni oggetto dell’affidamento sia complessivamente pari o inferiore a 200 mila euro annui. La norma, inoltre, stabilisce che sono fatti salvi gli affidamenti in essere fino alla scadenza naturale e comunque fino al 31 dicembre 2014».
«In buona sostanza stiamo andando verso la chiusura delle due società - affermano i tre dell'opposizione - Se ciò avvenisse, le conseguenze per Alghero ed i cittadini algheresi sarebbero catastrofiche in termini di interruzione dei flussi di risorse finanziarie, professionali e umane per offrire loro servizi. Così come sarebbero nefaste le conseguenze in termini di perdita del posto di lavoro per i 65 dipendenti della Alghero in House e per i 15 della Secal. Per quanto attiene infine a Meta, ad oggi, sempre che permangano le sue caratteristiche d fondazione culturale –oggi messe in discussione dall’amministrazione Lubrano- non vi sono ostacoli normativi al suo mantenimento in vita da parte dell’amministrazione comunale».
La legge prevede però alcune eccezioni. «Sono esentate dall’obbligo di dismissione le società che svolgono servizi di interesse generale (cioè i servizi pubblici locali) che abbiano o meno rilevanza economica - riferiscono i consiglieri del Pdl - E ancora, l’art. 4, comma 3, dispone che l’obbligo della messa in liquidazione della società non si applica “qualora, per le peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto, anche territoriale, di riferimento non sia possibile per l’amministrazione pubblica controllante un efficace e utile ricorso al mercato”. La medesima norma prevede che non si giunge allo scioglimento o all’alienazione allorché l’Ente locale – in tempo utile per rispettare i termini imposti dal primo comma per l’eventuale dismissione della società – predisponga un’analisi di mercato che certifichi che le peculiarità del contesto, anche territoriale, non consenta un utile ricorso al mercato per avere gli stessi servizi forniti dalle società da sciogliere o alienare. In tal caso l’analisi con annessa relazione devono essere inviate all’Antitrust, per l’acquisizione di un parere vincolante che dovrà essere comunicato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ma non abbiamo notizia che l’amministrazione si stia muovendo in queste direzioni».
Non solo. A sentire i tre rappresentanti di minoranza c'è un'altra emergenza che la giunta di Stefano Lubrano deve affrontare, ovvero reperire le risorse per mantenere in piedi la società In House: «La Regione Sardegna non ha previsto finanziamenti per gli anni 2014-2015-2016 e preoccupa non poco la situazione dell’Alghero In House che cessa il quinquennio nel 2013».
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