Il dramma della disoccupazione e il dovere della solidarietà
Il gioco delle parti, tra le forze politiche cittadine, provoca sempre più crisi di rigetto.
Antonio Budruni |
Il cosiddetto teatrino della politica è diventato come i vecchi programmi “Mediaset” (o “Raisat” ai tempi aurei del cavaliere al governo del Paese).
La gente non ne può più.
Ciò nonostante, coloro che conoscono solo quei copioni, non possono (o non vogliono) occuparsi d’altro.
Per fortuna, qualcosa si muove, in città, e i temi caldi, importanti per l’intera popolazione, si cominciano, finalmente, a portare all’attenzione generale.
Il mese di maggio, da questo punto di vista, è davvero prodigo.
Per fortuna, qualcosa si muove, in città, e i temi caldi, importanti per l’intera popolazione, si cominciano, finalmente, a portare all’attenzione generale.
Il mese di maggio, da questo punto di vista, è davvero prodigo.
Il 7 maggio, si è svolto un importante convegno sullo stato comatoso della laguna del Calich.
Un’area delicatissima, tutelata da numerose norme europee, nazionali e regionali, parte integrante del Parco naturale di Porto Conte, zona di protezione speciale, è stata destinata, da scelte miopi e autolesioniste, ad una fine ingloriosa e dannosa per la città e il suo territorio.
L’ultimo colpo, quello che se non si agirà immediatamente farà perire la laguna, è stato inferto dalla disastrosa scelta di far confluire in quell’area dall’equilibrio delicatissimo i reflui del nuovo depuratore.
Grazie a questo convegno, organizzato da Alguerosa e C’è un’Alghero migliore, la città ha potuto conoscere la realtà vera, dati scientifici alla mano, dei danni che negli anni sono stati arrecati a quell’ecosistema dalla cecità di scelte politiche e tecniche mosse da interessi privati, da pochezza e pressappochismo, dall’incultura e dall’incapacità.
Rimediare al disastro si può, ma serviranno ingenti risorse finanziarie, tempi non brevi e una grande spinta popolare che imponga, con forza, scelte non più rinviabili.
L’11 e il 12 maggio, C’è un’Alghero migliore ha organizzato due giornate di incontri, per discutere e proporre soluzioni sul tema prioritario della città: il lavoro. O, meglio: la mancanza di lavoro. La situazione è davvero drammatica. Migliaia di concittadini hanno perso il posto di lavoro; i nostri giovani sono, per oltre il 50 per cento disoccupati.
L’ultimo colpo, quello che se non si agirà immediatamente farà perire la laguna, è stato inferto dalla disastrosa scelta di far confluire in quell’area dall’equilibrio delicatissimo i reflui del nuovo depuratore.
Grazie a questo convegno, organizzato da Alguerosa e C’è un’Alghero migliore, la città ha potuto conoscere la realtà vera, dati scientifici alla mano, dei danni che negli anni sono stati arrecati a quell’ecosistema dalla cecità di scelte politiche e tecniche mosse da interessi privati, da pochezza e pressappochismo, dall’incultura e dall’incapacità.
Rimediare al disastro si può, ma serviranno ingenti risorse finanziarie, tempi non brevi e una grande spinta popolare che imponga, con forza, scelte non più rinviabili.
L’11 e il 12 maggio, C’è un’Alghero migliore ha organizzato due giornate di incontri, per discutere e proporre soluzioni sul tema prioritario della città: il lavoro. O, meglio: la mancanza di lavoro. La situazione è davvero drammatica. Migliaia di concittadini hanno perso il posto di lavoro; i nostri giovani sono, per oltre il 50 per cento disoccupati.
Gran parte delle donne algheresi non lavora e ha perso persino la speranza di poter trovare un’occupazione. Una città ridotta a queste condizioni dovrebbe allarmare tutti, preoccupare tutti, far agire tutti. Invece, tutto tace, nessuno agisce, e molti di coloro che sono stati eletti dai cittadini per occuparsi dei problemi della collettività si dedicano, quando va bene, al teatrino della politica.
Ebbene, un piccolo movimento politico ha avuto il coraggio di sollevare il velo, di prendere l’iniziativa e di chiamare a raccolta i cittadini per creare solidarietà, per affrontare insieme i problemi, per suggerire soluzioni e avanzare proposte, ma anche per ascoltare le esigenze e per organizzare coloro che vivono il dramma della disoccupazione.
L’11 e il 12 maggio, nell’auditorium dell’Ipia (Istituto Professionale Industria e Artigianato) in via Don Minzoni, grande appuntamento per tutti coloro che non hanno lavoro, che l’hanno perso, che lo cercano disperatamente o hanno abbandonato l’idea di poterne trovare uno. Partecipare è il primo momento per prendere coscienza, per informarsi, per organizzarsi, per lottare, per valutare proposte e per non sentirsi più soli.
Alghero è già una città solidale, ma può e deve esserlo ancora di più. Il lavoro si conquista anche con l’organizzazione, la mobilitazione e la lotta. Più si è forti, più ci si batte per un obiettivo condiviso e maggiori sono le possibilità di vincere.
La libertà, cantava il grande Giorgio Gaber, è partecipazione.
Ebbene, un piccolo movimento politico ha avuto il coraggio di sollevare il velo, di prendere l’iniziativa e di chiamare a raccolta i cittadini per creare solidarietà, per affrontare insieme i problemi, per suggerire soluzioni e avanzare proposte, ma anche per ascoltare le esigenze e per organizzare coloro che vivono il dramma della disoccupazione.
L’11 e il 12 maggio, nell’auditorium dell’Ipia (Istituto Professionale Industria e Artigianato) in via Don Minzoni, grande appuntamento per tutti coloro che non hanno lavoro, che l’hanno perso, che lo cercano disperatamente o hanno abbandonato l’idea di poterne trovare uno. Partecipare è il primo momento per prendere coscienza, per informarsi, per organizzarsi, per lottare, per valutare proposte e per non sentirsi più soli.
Alghero è già una città solidale, ma può e deve esserlo ancora di più. Il lavoro si conquista anche con l’organizzazione, la mobilitazione e la lotta. Più si è forti, più ci si batte per un obiettivo condiviso e maggiori sono le possibilità di vincere.
La libertà, cantava il grande Giorgio Gaber, è partecipazione.
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