Il golf: un ottimo pretesto
No al land-grabbing. In ogni parte del mondo.
Arnaldo Cecchini |
Il golf è un ottimo pretesto. Come gli stadi.
Volete costruire alberghi, centri commerciali, seconde case?
Basta dire che volete fare un campo da golf. Basta dire che volete fare uno stadio.
Non importa se l’acqua è un bene raro, se siete in una zona vincolata, se il piano regolatore non lo prevede, se siete sopra il palazzo di Diocleziano.
Un’idea dello sviluppo e del turismo che fa a pugni con il passato, con il presente e con il futuro: una rapina di suolo e di territorio e non importa che a investire siano i fondi pensione Usa, gli emiri del Qatar, gli investitori israeliani.
Non è tanto perché il golf è uno sport di ricchi (in Irlanda ad esempio non è così, anche i disoccupati giocano a golf: ma avete presente quanto piove in Irlanda) e i ricchi in genere sono o delle cavallette o degli espropriatori (dico i “ricchi – ricchi”, quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio: avete presente la cruna dell’ago?), ma perché ci sono vocazioni dei territori che li rendono quel che sono e che danno loro valore, anche economico.
No al land-grabbing. In ogni parte del mondo.
Volete costruire alberghi, centri commerciali, seconde case?
Basta dire che volete fare un campo da golf. Basta dire che volete fare uno stadio.
Non importa se l’acqua è un bene raro, se siete in una zona vincolata, se il piano regolatore non lo prevede, se siete sopra il palazzo di Diocleziano.
Un’idea dello sviluppo e del turismo che fa a pugni con il passato, con il presente e con il futuro: una rapina di suolo e di territorio e non importa che a investire siano i fondi pensione Usa, gli emiri del Qatar, gli investitori israeliani.
Non è tanto perché il golf è uno sport di ricchi (in Irlanda ad esempio non è così, anche i disoccupati giocano a golf: ma avete presente quanto piove in Irlanda) e i ricchi in genere sono o delle cavallette o degli espropriatori (dico i “ricchi – ricchi”, quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio: avete presente la cruna dell’ago?), ma perché ci sono vocazioni dei territori che li rendono quel che sono e che danno loro valore, anche economico.
No al land-grabbing. In ogni parte del mondo.
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