Il Teatro comunale ovvero la metafora della vasca bucata
Se il consenso non viene ben custodito, si svuoterà.
Carlo Mannoni |
Circa un mese fa, durante le feste pasquali, avevo annotato, da osservatore-cronista, questa piccola storia di un'amministrazione poco attenta al suo patrimonio.
Uno, due, tre, quattro, cinque locali-box del comune di Alghero in pieno centro, scrivevo, sui quali si imbatte, quale testimonianza dei tempi moderni, il turista che col passo del visitatore incuriosito intende raggiungere, da piazza San Francesco lungo il percorso accanto alle mura storiche, Porta Terra.
Il visitatore si avvicina a passo lento, aggiungevo, attratto inizialmente da alcune composizioni a colori che campeggiano in due dei cinque box. Pensa ad una mostra rappresentativa di qualche artista locale, ma si accorge subito che si tratta di grandi fogli spiegazzati e in disordine posti sui vetri di alcuni dei locali a protezione di non so quale privacy.
I cinque locali sono desolatamente vuoti, annotavo, nonostante una targa, in grande evidenza, ci ricordi che essi fanno parte di un'opera realizzata con i fondi europei ("Progetto finanziato dall'Unione Europea").
Nel domandarmi se alla base di tale abbandono, certamente non una bella testimonianza per Alghero città turistica, ci fossero difficoltà, indecisione o incuria, auspicavo che si facesse quanto prima qualcosa, accontentandomi anche di un uso a rotazione dei locali, gratuito ovviamente, da parte degli artisti algheresi nelle arti figurative.
A poco più di un mese saltano agli onori della cronaca ben altre questioni di patrimonio pubblico che non quella dei cinque locali-box: il Caval Marì nelle condizioni in cui si trova, il piccolo teatro di via La Marmora, da non molto tempo ristrutturato ed inutilizzato e, dulcis in fundo, lo storico Teatro comunale inagibile da quattro mesi a causa di un buco nella vasca antincendio.
La questione della vasca bucata lascia spazio all'esercizio della metafora, quasi un gioco collettivo nel quale ognuno può esprimere la sua fantasia. Sarebbe sin troppo facile partire dalla recente vicenda del Pd nazionale, e per questo tralascio.
Per restare alle questioni locali, rivolgendomi alla maggioranza politica che in questo momento ha l'onore di governare Alghero, mi limiterò a ricordare, sempre in metafora, che se il consenso elettorale non viene, se non alimentato, almeno ben custodito, con esempi di buona amministrazione, la "vasca" del consenso pian piano si svuoterà fino a restare vuota.
E' così difficile ed arduo fare l'amministratore pubblico, oggi più che mai, lo riconosco, che a nulla gioverà continuare a immettere la poca acqua disponibile nella metaforica vasca se essa non sarà adeguatamente e repentinamente riparata. In poco tempo si resterà, infatti, a secco.
Il visitatore si avvicina a passo lento, aggiungevo, attratto inizialmente da alcune composizioni a colori che campeggiano in due dei cinque box. Pensa ad una mostra rappresentativa di qualche artista locale, ma si accorge subito che si tratta di grandi fogli spiegazzati e in disordine posti sui vetri di alcuni dei locali a protezione di non so quale privacy.
I cinque locali sono desolatamente vuoti, annotavo, nonostante una targa, in grande evidenza, ci ricordi che essi fanno parte di un'opera realizzata con i fondi europei ("Progetto finanziato dall'Unione Europea").
Nel domandarmi se alla base di tale abbandono, certamente non una bella testimonianza per Alghero città turistica, ci fossero difficoltà, indecisione o incuria, auspicavo che si facesse quanto prima qualcosa, accontentandomi anche di un uso a rotazione dei locali, gratuito ovviamente, da parte degli artisti algheresi nelle arti figurative.
A poco più di un mese saltano agli onori della cronaca ben altre questioni di patrimonio pubblico che non quella dei cinque locali-box: il Caval Marì nelle condizioni in cui si trova, il piccolo teatro di via La Marmora, da non molto tempo ristrutturato ed inutilizzato e, dulcis in fundo, lo storico Teatro comunale inagibile da quattro mesi a causa di un buco nella vasca antincendio.
La questione della vasca bucata lascia spazio all'esercizio della metafora, quasi un gioco collettivo nel quale ognuno può esprimere la sua fantasia. Sarebbe sin troppo facile partire dalla recente vicenda del Pd nazionale, e per questo tralascio.
Per restare alle questioni locali, rivolgendomi alla maggioranza politica che in questo momento ha l'onore di governare Alghero, mi limiterò a ricordare, sempre in metafora, che se il consenso elettorale non viene, se non alimentato, almeno ben custodito, con esempi di buona amministrazione, la "vasca" del consenso pian piano si svuoterà fino a restare vuota.
E' così difficile ed arduo fare l'amministratore pubblico, oggi più che mai, lo riconosco, che a nulla gioverà continuare a immettere la poca acqua disponibile nella metaforica vasca se essa non sarà adeguatamente e repentinamente riparata. In poco tempo si resterà, infatti, a secco.
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