Centri commerciali e moschee
Dappertutto, in Turchia come in Cina, comincia a esserci una resistenza, capeggiata da giovani colti e liberi da pregiudizi.
Arnaldo 'Bibo' Cecchini |
Non si capisce perché i poteri forti, la finanza internazionale e il turbo-capitalismo dovrebbero aver paura degli “islamisti”. E infatti non ne hanno paura, ma se li coccolano e li foraggiano.
Questi stravaganti personaggi, custodi di una morale bigotta e sessuofobica non voglio costruire solo moschee (e anche così andrebbe bene: via un parco e dentro una moschea), ma anche centri commerciali, in una bella miscela di sacro e profano.
E così via una pasticceria storica, via un vecchio cinema, via un parco urbano e dentro moschee, centri commerciali, campi da golf, alberghi, residenze.
Ma dappertutto, in Turchia come in Cina, comincia a esserci una resistenza, capeggiata da giovani colti, liberi da pregiudizi, non ideologici che ci tengono agli alberi in città, a potersi bere una birra, a baciarsi per strada.
Magari li vorremmo più schierati, ma loro sono schieratissimi invero, per la libertà di parola, di azione, di comportamento, in una parola per la libertà. Giovani, con le loro storie e la loro patria, ma cittadini del mondo.
In Erasmus in tutta Europa le giovani donne turche e alcuni giovani uomini turchi, non sono stati buoni e hanno spinto i loto colleghi in Erasmus e gli studenti “locali” a unirsi alle loro proteste.
Né moschee né centri commerciali, ma parchi, giardini, piazze. A Istanbul e in tutta Europa.
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