Il disinteresse dei politici sui temi della malasanità
Chi ricopre un ruolo nelle istituzioni è chiamato ad intervenire quando si evidenziano situazioni di disagio per i cittadini.
Antonio Budruni |
Qualche giorno fa, a commento dell’intervento di una lettrice al mio articolo "Storie di ordinaria malasanità", mi impegnavo a chiedere conto ai responsabili politici – dai Consiglieri regionali in giù – della loro distrazione sul tema trattato. E, quindi, sulla loro distrazione rispetto ai problemi reali, concreti, non rinviabili dei cittadini: soprattutto di quelli più deboli e indifesi.
Debbo, mio malgrado, dare ragione alla lettrice che affermava, con molta sicurezza: “credo che nessuno ne prenderà atto e faccia qualcosa di concreto”.
Debbo, mio malgrado, dare ragione alla lettrice che affermava, con molta sicurezza: “credo che nessuno ne prenderà atto e faccia qualcosa di concreto”.
Ebbene sì, cara lettrice, aveva ragione lei: nessuno ne ha preso atto. Né il sindaco, che è il principale responsabile della salute dei suoi amministrati, né i consiglieri regionali (Alghero ne ha espressi tre: Mario Bruno, Pietrino Fois e Carlo Sechi), né l’assessore provinciale Enrico Daga, né alcuno dei consiglieri comunali.
Che dire? Intanto, che non è obbligatorio leggere le cose che scrivo e, quindi, ancora meno obbligatorio è intervenire nel merito. Però è certamente un obbligo, per chiunque ricopra un ruolo di rappresentanza nelle istituzioni, intervenire quando si evidenziano situazioni che creano disagio ai cittadini. E, ribadisco, soprattutto a quelli più deboli e indifesi.
Sia chiaro: nessuno deve – e tanto meno io mi sono mai posto il problema – rispondere a me o al mio articolo. Ma ritengo che sia doveroso affrontare il tema posto dal cittadino che me ne ha parlato e del cui caso ho trattato nel mio articolo su questo giornale.
Anche perché qualcuno dovrà poi spiegare, ai molti cittadini che quotidianamente affrontano il calvario delle disfunzioni nel servizio sanitario, che è più importante intervenire quotidianamente su questioni anche di interesse molto marginale – o, almeno, marginale rispetto al tema della malasanità – e trascurare questioni di fondamentale importanza per centinaia di cittadini angariati dalla burocrazia, dall’inciviltà, dal menefreghismo di chi ha il dovere di occuparsi di loro e dei loro problemi.
Tutto ciò sembra non interessare. Bene, ne prendo atto e penso che, con me, ne prenderanno atto anche i lettori di questo giornale e i molti altri cittadini che seguono La voce di Alghero sui social network. E magari, molti se ne ricorderanno, quando sarà il momento di esprimere il loro voto.
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Che dire? Intanto, che non è obbligatorio leggere le cose che scrivo e, quindi, ancora meno obbligatorio è intervenire nel merito. Però è certamente un obbligo, per chiunque ricopra un ruolo di rappresentanza nelle istituzioni, intervenire quando si evidenziano situazioni che creano disagio ai cittadini. E, ribadisco, soprattutto a quelli più deboli e indifesi.
Sia chiaro: nessuno deve – e tanto meno io mi sono mai posto il problema – rispondere a me o al mio articolo. Ma ritengo che sia doveroso affrontare il tema posto dal cittadino che me ne ha parlato e del cui caso ho trattato nel mio articolo su questo giornale.
Anche perché qualcuno dovrà poi spiegare, ai molti cittadini che quotidianamente affrontano il calvario delle disfunzioni nel servizio sanitario, che è più importante intervenire quotidianamente su questioni anche di interesse molto marginale – o, almeno, marginale rispetto al tema della malasanità – e trascurare questioni di fondamentale importanza per centinaia di cittadini angariati dalla burocrazia, dall’inciviltà, dal menefreghismo di chi ha il dovere di occuparsi di loro e dei loro problemi.
Tutto ciò sembra non interessare. Bene, ne prendo atto e penso che, con me, ne prenderanno atto anche i lettori di questo giornale e i molti altri cittadini che seguono La voce di Alghero sui social network. E magari, molti se ne ricorderanno, quando sarà il momento di esprimere il loro voto.
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