Il ratto di Maria Pia
Ci sono rischi di usucapione a Maria Pia? La verifica è dovuta da troppo tempo. La si faccia, subito.
A proposito di Maria Pia, l'assessore all'urbanistica Massimo Canu ci informa con le sue dichiarazioni del 6 Giugno all'Unione Sarda che "c'è da verificare quanto ancora di quei terreni è di proprietà comunale perché c'è il rischio che alcune porzioni siano gravate dagli effetti dell'usucapione".
Ora, consentitemi una breve spiegazione per i meno informati, gli altri mi scusino per la prosopopea. L'usucapione è quella possibilità, prevista dal Codice Civile, che grosso modo dice così: se c'è un bene di cui il proprietario si disinteressa e c'è una seconda persona che ne prende possesso e ne fa uso per un determinato periodo di tempo, allora, a certe condizioni, il bene può diventare di proprietà di questa seconda persona.
Le cose sono un po' più complicate, e certi beni pubblici non possono essere usucapiti, ma questi dettagli non hanno grande importanza qui. Ciò che importa invece è che la situazione di Maria Pia pare ingarbugliata, e però non abbiamo ancora modo di sapere in che modo.
E precisamente questo mi porta alle dichiarazione dell'assessore, che ancora dopo un anno in giunta dichiara che "c'è da verificare" e che "c'è il rischio".
Maria Pia è uno dei più preziosi beni comuni e pezzi di terra della nostra città. Ma anche se non lo fosse, dovremmo poter sapere con precisione quali sono i terreni di proprietà pubblica e se sono a rischio di usucapione, ma soprattutto dovremmo poter sapere che gli amministratori stiano prendendo tutte le misure necessarie per evitare che questo patrimonio pubblico venga così silenziosamente sottratto.
Sono gli amministratori ad avere questo dovere, di verifica, di tutela e di informazione pubblica. Peraltro, solo loro sono nelle condizioni e hanno gli strumenti per farlo. Chi altro mai dovrebbe e potrebbe verificare?
Perché si consolidi il diritto di usucapione devono passare molti anni di possesso, canonicamente almeno venti. Sorprenderebbe dunque che un tale accaparramento della terra possa essere passato inosservato ai passati amministratori.
Ivan Blečić |
Ora, consentitemi una breve spiegazione per i meno informati, gli altri mi scusino per la prosopopea. L'usucapione è quella possibilità, prevista dal Codice Civile, che grosso modo dice così: se c'è un bene di cui il proprietario si disinteressa e c'è una seconda persona che ne prende possesso e ne fa uso per un determinato periodo di tempo, allora, a certe condizioni, il bene può diventare di proprietà di questa seconda persona.
Le cose sono un po' più complicate, e certi beni pubblici non possono essere usucapiti, ma questi dettagli non hanno grande importanza qui. Ciò che importa invece è che la situazione di Maria Pia pare ingarbugliata, e però non abbiamo ancora modo di sapere in che modo.
E precisamente questo mi porta alle dichiarazione dell'assessore, che ancora dopo un anno in giunta dichiara che "c'è da verificare" e che "c'è il rischio".
Maria Pia è uno dei più preziosi beni comuni e pezzi di terra della nostra città. Ma anche se non lo fosse, dovremmo poter sapere con precisione quali sono i terreni di proprietà pubblica e se sono a rischio di usucapione, ma soprattutto dovremmo poter sapere che gli amministratori stiano prendendo tutte le misure necessarie per evitare che questo patrimonio pubblico venga così silenziosamente sottratto.
Sono gli amministratori ad avere questo dovere, di verifica, di tutela e di informazione pubblica. Peraltro, solo loro sono nelle condizioni e hanno gli strumenti per farlo. Chi altro mai dovrebbe e potrebbe verificare?
Perché si consolidi il diritto di usucapione devono passare molti anni di possesso, canonicamente almeno venti. Sorprenderebbe dunque che un tale accaparramento della terra possa essere passato inosservato ai passati amministratori.
Ma lasciamo il passato, in fatto di usucapione ora è ora e il tempo è tutto. Dopo un anno di amministrazione, non va bene dire "c'è da verificare". Questa verifica è dovuta da troppo tempo. La si faccia, subito.
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