Spariti i grandi temi, langue la cura ordinaria
Piazza Civica, opinioni a confronto sul primo anno dell'amministrazione Lubrano. Leggi le domande.
Il giudizio che conta sull'operato di una amministrazione è quello dei cittadini "comuni", quelli che non sono impegnati in politica e guardano, in modo semplice e obiettivo, come viene guidata la città. Naturalmente ogni giudizio tiene conto anche delle cose promesse in campagna elettorale e contenute nel programma.
È sufficiente dunque ascoltare la gente per capire che la speranza riposta nella promessa del grande cambiamento è stata tradita. Il giudizio migliore che si può raccogliere parla di un immobilismo totale: "non stanno facendo nulla".
Il peso dello slogan elettorale "sappiamo cosa fare e sappiamo come farlo" sta schiacciando il Sindaco, i consiglieri e i partiti della maggioranza, sotto il peso dell'immobilismo totale provocato dalla evidente incapacità amministrativa e dalle divisioni che sempre di più disgregano la maggioranza priva di un progetto comune di sviluppo e di quel minimo di solidarietà interna necessaria per affrontare anche la semplice ordinaria amministrazione.
Da un anno assistiamo a liti interne su assessorati, presidenze e posti di sottogoverno; da un anno assistiamo al maldestro tentativo di coprire la propria incapacità addossando colpe alle passate amministrazioni; da un anno assistiamo ad una città abbandonata a se stessa dove tutto pare declinare.
Oggi, in attesa di altri obiettivi, la lotta interna alla maggioranza si sta giocando sulla sostituzione dell'assessora alle finanze, presa dal sindaco Lubrano direttamente dal centrodestra e contestata in particolare dal PD. L'ultima conferenza stampa del Sindaco con al fianco l'assessora Scanu, è stata solo una rappresentazione teatrale per dimostrare alla maggioranza che l'assessora condivide, obtorto collo, un giudizio negativo sulla gestione finanziaria della passata amministrazione della quale però lei stessa è stata protagonista, seppur di secondo piano, nei vari incarichi ricoperti con il centrodestra. Quella rappresentazione teatrale non convincerà il PD dal desistere nel chiederne la sostituzione, e sulla determinazione di difendere l'assessora, da lui così fortemente voluta, si misurerà la futura strada del sindaco: da una parte consegnarsi alle scelte del suo e degli altri partiti della maggioranza, sostituendo l'assessora; dall'altra percorrere la strada seguita sino ad ora di non accettare dialoghi e "suggerimenti" e andare dritto per la propria strada.
Tutto questo però riguarda giochi politici che si svolgono a dispetto della città e delle sue esigenze.
I grandi temi sono spariti dal dibattito politico, uno per tutti il PUC del quale non si sente più parlare. Ma anche altri problemi, sui quali si erano prospettate soluzioni miracolistiche, lungi dall'essere risolti, si sono addirittura aggravati: il Calik è l'esempio più rilevante, ma i ritardi sul nuovo appalto per l'igiene urbana, l'aumento ai massimi livelli dell'Imu nonostante la promessa di abbassarla, la totale assenza della programmazione culturale e degli eventi dimostrano l'assenza dell'amministrazione sui grandi temi.
Langue però anche la cura ordinaria della città e l'estate ormai alle porte ne aggraverà le condizioni. Ci sono intere vie invase dall'erba, la pulizia è peggiorata costantemente ed persino la semplice insegna del museo del corallo, rotta e non sostituita o l'assenza delle bandiere che sventolavano sulla torre di Porta Terra, sono il segno della incuria e della decadenza.
Tutto questo non può far piacere a nessuno perché, se prima di tutto c'è la città, tutti, maggioranza e opposizione, hanno il dovere di contribuire a far risollevare Alghero. Sindaco e maggioranza dovrebbero riprendere a parlarsi ed entrambi hanno il dovere di aprire il dialogo con l'opposizione che non potrà rifiutare la propria collaborazione.
L'alternativa può essere solo una presa di coscienza del baratro verso il quale si sta portando la città e, senza nascondersi dietro improbabili conferenze stampa cariche di parole dietro le quali nascondere l'assenza di fatti concreti, assumere le decisioni necessarie per il bene della città.
Mario Conoci è coordinatore cittadino del Pdl.
Mario Conoci |
È sufficiente dunque ascoltare la gente per capire che la speranza riposta nella promessa del grande cambiamento è stata tradita. Il giudizio migliore che si può raccogliere parla di un immobilismo totale: "non stanno facendo nulla".
Il peso dello slogan elettorale "sappiamo cosa fare e sappiamo come farlo" sta schiacciando il Sindaco, i consiglieri e i partiti della maggioranza, sotto il peso dell'immobilismo totale provocato dalla evidente incapacità amministrativa e dalle divisioni che sempre di più disgregano la maggioranza priva di un progetto comune di sviluppo e di quel minimo di solidarietà interna necessaria per affrontare anche la semplice ordinaria amministrazione.
Da un anno assistiamo a liti interne su assessorati, presidenze e posti di sottogoverno; da un anno assistiamo al maldestro tentativo di coprire la propria incapacità addossando colpe alle passate amministrazioni; da un anno assistiamo ad una città abbandonata a se stessa dove tutto pare declinare.
Oggi, in attesa di altri obiettivi, la lotta interna alla maggioranza si sta giocando sulla sostituzione dell'assessora alle finanze, presa dal sindaco Lubrano direttamente dal centrodestra e contestata in particolare dal PD. L'ultima conferenza stampa del Sindaco con al fianco l'assessora Scanu, è stata solo una rappresentazione teatrale per dimostrare alla maggioranza che l'assessora condivide, obtorto collo, un giudizio negativo sulla gestione finanziaria della passata amministrazione della quale però lei stessa è stata protagonista, seppur di secondo piano, nei vari incarichi ricoperti con il centrodestra. Quella rappresentazione teatrale non convincerà il PD dal desistere nel chiederne la sostituzione, e sulla determinazione di difendere l'assessora, da lui così fortemente voluta, si misurerà la futura strada del sindaco: da una parte consegnarsi alle scelte del suo e degli altri partiti della maggioranza, sostituendo l'assessora; dall'altra percorrere la strada seguita sino ad ora di non accettare dialoghi e "suggerimenti" e andare dritto per la propria strada.
Tutto questo però riguarda giochi politici che si svolgono a dispetto della città e delle sue esigenze.
I grandi temi sono spariti dal dibattito politico, uno per tutti il PUC del quale non si sente più parlare. Ma anche altri problemi, sui quali si erano prospettate soluzioni miracolistiche, lungi dall'essere risolti, si sono addirittura aggravati: il Calik è l'esempio più rilevante, ma i ritardi sul nuovo appalto per l'igiene urbana, l'aumento ai massimi livelli dell'Imu nonostante la promessa di abbassarla, la totale assenza della programmazione culturale e degli eventi dimostrano l'assenza dell'amministrazione sui grandi temi.
Langue però anche la cura ordinaria della città e l'estate ormai alle porte ne aggraverà le condizioni. Ci sono intere vie invase dall'erba, la pulizia è peggiorata costantemente ed persino la semplice insegna del museo del corallo, rotta e non sostituita o l'assenza delle bandiere che sventolavano sulla torre di Porta Terra, sono il segno della incuria e della decadenza.
Tutto questo non può far piacere a nessuno perché, se prima di tutto c'è la città, tutti, maggioranza e opposizione, hanno il dovere di contribuire a far risollevare Alghero. Sindaco e maggioranza dovrebbero riprendere a parlarsi ed entrambi hanno il dovere di aprire il dialogo con l'opposizione che non potrà rifiutare la propria collaborazione.
L'alternativa può essere solo una presa di coscienza del baratro verso il quale si sta portando la città e, senza nascondersi dietro improbabili conferenze stampa cariche di parole dietro le quali nascondere l'assenza di fatti concreti, assumere le decisioni necessarie per il bene della città.
Mario Conoci è coordinatore cittadino del Pdl.
Leggi gli interventi:
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- Mario Bruno: "Se si cambia passo il centrosinistra ce la può fare"
- Mario Conoci: "Spariti i grandi temi, langue la cura ordinaria"
- Giorgia Distefano: "Un anno di nulla"
- Carlo Mannoni: "La sindrome del paguro bernardo"
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